E’ da qualche tempo che volevo incontrare Vanni Oddera, sebbene non sia un esperto di Freestyle ho sempre ammirato questi acrobati che rischiano la vita ad ogni salto regalando emozioni che poche altre discipline trasmettono, e fra i molti campioni Vanni ha una storia particolare, un grande e bel progetto ed è una persona che ha molto da raccontare ed insegnare.
La recente vittoria di Valentino Rossi nel Gran Premio d'Olanda ad Assen " l'Università del Motociclismo" ha risvegliato entusiasmi sopiti, finalmente un italiano è tornato sul gradino più alto del podio, da tempo infatti si ingoiavano troppi bocconi amari e difficili da digerire. Ma non riguarderà la "fresca" affermazione di Valentino Rossi il nostro racconto bensì una vittoria più "stagionata" ma egualmente importante, quella che il nostro Virginio Ferrari ottenne sempre ad Assen nella 500 cc nel 1979.
Ci sono persone che scelgono la sicurezza e la certezza e si adeguano. Ci sono persone che abbassano la testa e dicono sempre che è tutto bello perché così comprano spazi pubblicitari,. Ci sono persone che sorridono sempre perché così son tutti amici e la verità è un concetto relativo spesso dettata dagli interessi. Poi ci sono persone che non seguono la massa, che dicono sempre quello che pensano senza secondi fini e decidono di restare ed alzare la voce. Oggi abbiamo il grandissimo il piacere di porre qualche domanda ad una persona che nel nostro sport e nei media ha scelto di far parte della seconda categoria.
Mottaccio del Balmone, ossia Maggiora, ossia Motocross uguale grandi EMOZIONI. In questo weekend la stupenda pista piemontese nelle colline Novaresi ha ospitato la prova di Campionato del Mondo della specialità e ... sono state emozioni intense. Emozioni non solo legate alle performance sportive e alle prestazioni dei piloti, emozioni per quello che si è vissuto nella sua totalità, nell'essere lì a cogliere l'attimo.
Per parlare di Agostini, il campionissimo, della sua carriera e delle sue vittorie ci sarebbe bisogno di un libro. Noi abbiamo deciso di raccontavi della sua prima volta, quella che non si scorda mai…
Esattamente il 9 Giugno 1972 il Tourist Trophy volle la sua vittima sacrificale di nazionalità italiana. Gilberto Parlotti era in testa alla gara della 125cc con la sua Morbidelli con oltre 30 secondi di vantaggio sul secondo, quando un banco di nebbia in quella giornata piovosa non gli fece vedere una pozza d'acqua sul tracciato. Fu con questo tranello, che il Mountain si prese un campione che quasi certamente avrebbe vinto il titolo quell'anno, regalando il primo mondiale a se e alla Morbidelli. Parlotti entrò di diritto fra quei piloti che avrebbero meritato un titolo mondiale ma, che non ebbero mai il privilegio di cingersi la testa con la corona d'alloro.
Parlare di TT incute un timore riverenziale che ti spinge a rimandare ad altre letture, verso autori “qualificati” che hanno scritto pagine in grado di far emergere l’essenza di questa incredibile gara e le emozioni che si annidano in essa. Tuttavia vogliamo parlare del TT e farlo come si fa tra amici, seduti intorno ad un tavolo con una birra in mano in una notte di estate all’aperto, nella miglior tradizione di oggi per far rivivere il mito e tramandarlo alle nuove generazioni.
Ci sono eventi che fanno rivivere emozioni e riportare alla luce stati d'animo che albergano nel nostro profondo io, stati d'animo che ci hanno formato, cambiato, fatto crescere e maturare, facendoci acquisire una nuova consapevolezza. Quello che si è consumato domenica 26 Maggio è proprio uno di questi eventi.