Per parlare di Agostini, il campionissimo, della sua carriera e delle sue vittorie ci sarebbe bisogno di un libro. Noi abbiamo deciso di raccontavi della sua prima volta, quella che non si scorda mai…
Esattamente il 9 Giugno 1972 il Tourist Trophy volle la sua vittima sacrificale di nazionalità italiana. Gilberto Parlotti era in testa alla gara della 125cc con la sua Morbidelli con oltre 30 secondi di vantaggio sul secondo, quando un banco di nebbia in quella giornata piovosa non gli fece vedere una pozza d'acqua sul tracciato. Fu con questo tranello, che il Mountain si prese un campione che quasi certamente avrebbe vinto il titolo quell'anno, regalando il primo mondiale a se e alla Morbidelli. Parlotti entrò di diritto fra quei piloti che avrebbero meritato un titolo mondiale ma, che non ebbero mai il privilegio di cingersi la testa con la corona d'alloro.
Parlare di TT incute un timore riverenziale che ti spinge a rimandare ad altre letture, verso autori “qualificati” che hanno scritto pagine in grado di far emergere l’essenza di questa incredibile gara e le emozioni che si annidano in essa. Tuttavia vogliamo parlare del TT e farlo come si fa tra amici, seduti intorno ad un tavolo con una birra in mano in una notte di estate all’aperto, nella miglior tradizione di oggi per far rivivere il mito e tramandarlo alle nuove generazioni.
Ci sono eventi che fanno rivivere emozioni e riportare alla luce stati d'animo che albergano nel nostro profondo io, stati d'animo che ci hanno formato, cambiato, fatto crescere e maturare, facendoci acquisire una nuova consapevolezza. Quello che si è consumato domenica 26 Maggio è proprio uno di questi eventi.
Marco Lucchinelli, il "Lucky" è un personaggio unico del nostro mondo. Primo italiano a vincere un Mondiale della classe regina dopo Agostini e in grado di entrare nel cuore di tutti gli appassionati oltre che per le capacità di guida anche per il suo modo di porsi e di essere."LUCKY" persona vera, non costruita, dotato di un talento smisurato, con tutti i suoi pregi e le sue debolezze mai nascoste. Vincitore di un Mondiale classe 500 cc nel 1981 battendo gente del calibro di Roberts, Sheene, Mamola tanto per fare qualche nome. Una carriera vissuta alla grande dentro e fuori i circuiti. Oggi abbiamo il grandissimo piacere di ripercorrere alcuni episodi della sua carriera e fargli qualche domanda di attualità.
Fra i piloti che avrebbero meritato un titolo mondiale per capacità e spessore umano ma per una serie di coincidenze non hanno avuto l’onore di avere il proprio nome scritto nell’ albo d’oro, quello di Renzo Pasolini è sicuramente al primo posto. Renzo Pasolini “Paso” è stato uno dei piloti più amati - forse il più amato in assoluto - dai tifosi per quel suo essere antidivo, per il coraggio e la generosità con cui in pista sopperiva alle mancanze del mezzo.
Il Sic è entrato ed è rimasto nel cuore di tutti, oltre che per le grandi doti di pilota, soprattutto per quel suo essere sincero, semplice, solare, una bella persona di cui sentiamo la mancanza. Il museo, o meglio la galleria museo “La Storia del Sic, è un viaggio che ripercorre le imprese e le gesta del SIC, si trova nella ”sua” Coriano in via Garibaldi 127 nel Palazzo della Cultura (ingresso intero 8 euro-ridotto 5).
Manuel Poggiali ha scritto pagine indimenticabili del nostro sport regalandoci bellissime emozioni e poi ha fatto quello che solo pochi altri sono riusciti a fare....salutare e dire addio al mondo dorato delle due ruote. Una lezione di umanità dietro ad un gesto ed una scelta, ora è tornato in sella ad una moto a gareggiare. Dopo la prima gara al CIV abbiamo avuto il piacere di porgli qualche domanda.