Marco Lucchinelli, il "Lucky" è un personaggio unico del nostro mondo. Primo italiano a vincere un Mondiale della classe regina dopo Agostini e in grado di entrare nel cuore di tutti gli appassionati oltre che per le capacità di guida anche per il suo modo di porsi e di essere."LUCKY" persona vera, non costruita, dotato di un talento smisurato, con tutti i suoi pregi e le sue debolezze mai nascoste. Vincitore di un Mondiale classe 500 cc nel 1981 battendo gente del calibro di Roberts, Sheene, Mamola tanto per fare qualche nome. Una carriera vissuta alla grande dentro e fuori i circuiti. Oggi abbiamo il grandissimo piacere di ripercorrere alcuni episodi della sua carriera e fargli qualche domanda di attualità.
Fra i piloti che avrebbero meritato un titolo mondiale per capacità e spessore umano ma per una serie di coincidenze non hanno avuto l’onore di avere il proprio nome scritto nell’ albo d’oro, quello di Renzo Pasolini è sicuramente al primo posto. Renzo Pasolini “Paso” è stato uno dei piloti più amati - forse il più amato in assoluto - dai tifosi per quel suo essere antidivo, per il coraggio e la generosità con cui in pista sopperiva alle mancanze del mezzo.
Il Sic è entrato ed è rimasto nel cuore di tutti, oltre che per le grandi doti di pilota, soprattutto per quel suo essere sincero, semplice, solare, una bella persona di cui sentiamo la mancanza. Il museo, o meglio la galleria museo “La Storia del Sic, è un viaggio che ripercorre le imprese e le gesta del SIC, si trova nella ”sua” Coriano in via Garibaldi 127 nel Palazzo della Cultura (ingresso intero 8 euro-ridotto 5).
Manuel Poggiali ha scritto pagine indimenticabili del nostro sport regalandoci bellissime emozioni e poi ha fatto quello che solo pochi altri sono riusciti a fare....salutare e dire addio al mondo dorato delle due ruote. Una lezione di umanità dietro ad un gesto ed una scelta, ora è tornato in sella ad una moto a gareggiare. Dopo la prima gara al CIV abbiamo avuto il piacere di porgli qualche domanda.
Parlando di Jarno una frase viene immediata “Chissà dove sarebbe arrivato se….” Perché ci sono persone che hanno un dono e sembrano nate per fare quella cosa, e lui era una di quei privilegiati cui la natura aveva dato un talento straordinario per eccellere in un ambito e in maniera naturale. Jarno era nato per guidare e per fare il corridore di moto.
Carlo Pernat non ha bisogno di presentazioni nell'ambiente delle due ruote. Con il suo contributo è stata scritta la storia del nostro sport, depositario di verità nascoste e infiniti aneddoti oggi abbiamo avuto il piacere di porgli qualche domanda andando alla ricerca delle emozioni che ha vissuto in tutti questi anni.
Ci sono modelli di moto che non hanno avuto successo commerciale né sono stati in grado di far breccia nel cuore degli appassionati, eppure rappresentano qualcosa che va oltre il significato di moto inteso come oggetto meccanico. La Ducati Paso è una di queste perché rappresenta un punto di svolta, rappresentando "l'inizio", perché questo modello è il punto d partenza di qualcosa che avrebbe realizzato tante cose regalando incredibili emozioni.
Nell'anniversario della sua scomparsa avvenuta ad Imola il 10 aprile 1983, durante la seconda manche della 200 Miglia, vorrei ricordare un pilota, che attirò la mia attenzione la prima volta che lo vidi, perché la sua moto era particolare, diversa dalle altre. Incuriosito chiesi chi fosse, e mio papà disse: “Quello lì è Guido Paci uno che va forte!”. Quella risposta secca, stringata era portatrice di una profonda stima per chi con pochi mezzi e grandi sacrifici era capace di farsi valere in mezzo ai “mostri sacri”.