Imatra

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Alberi da un lato e guardrail dall'altro, pali della luce, fossati ma anche passaggi a livello, 6,060 chilometri percorsi ad una media di oltre 180 Km/h in questo contesto: era questa una delle tappe del motomondiale fino agli inizi degli anni Ottanta. Imatra, un piccolo paese a pochi chilometri dal confine russo è stato il gran premio di Finlandia per il periodo 1964-1982 del motomondiale, uno dei circuiti più pericolosi e forse anche per questo più affascinanti di tutto il campionato e teatro di importanti pagine della storia del nostro sport.

Imatra è uno di quei luoghi che ancora oggi evocano ricordi affascinanti, quel motociclismo che non c'è più, fatto di piloti che incuranti di rischi e pericoli andavano alla ricerca del proprio sogno. Una gara che considerata pericolosa quasi al pari del TT che rimase nel campionato mondiale fino al 1982, fu solo la morte del sidecarista scozzese Jack Taylor a decretarne l'uscita dal calendario. Tuttavia per i successivi 4 anni si continuò a disputare il campionato Europeo (da segnalare la vittoria in 125 di un giovanissimo Chili nel '85) con ultima gara ufficiale avvenuta nel 1986 con la prova del campionato F1 vinta neanche a dirlo da quel mito delle corse su strada che porta il nome di Joey Dunlop.
Imatra, essendo una delle ultime gare del calendario, è stato spesso decisiva per la conquista di titoli mondiali risultando fondamentale in termini strategici per capitalizzare una stagione.
Il tricolore ha suonato molte volte in terra finlandese ed il pilota che in assoluto ha ottenuto il maggior numero di successi è stato Giacomo Agostini con 17 vittorie divise tra le classi 350 e 500. Oltre ad Ago i nomi di Villa (vincitore di 4 gare, 3 in 250 e 1 in 350), Buscherini, Lucchinelli e Bianchi (vincitore di due edizioni) sono stati scritti nell'elenco dei vincitori. Proprio Bianchi nel 1978 fu vittima di una rovinosa caduta dovuta ad una staccata sbagliata di Nieto in cui oltre frattura della gamba in sette punti fece temere per la propria vita. Ma oltre alle vittorie molte sono le imprese mancate consumate su questo circuito, come quella di Pasolini del '70 quando davanti a 40.000 persone con la sua Benelli stava per conquistare una vittoria che da troppo gli sfuggiva e due dei quattro carburatori della moto si bloccarono e dovette, come troppo spesso è successo nella carriera di questo grande e sfortunato pilota, ritirarsi. Oppure quella di Ago di tornare a vincere il mondiale della 500 cc. di cui era stato il re per molti anni ma nel '73 aveva dovuto abdicare a favore di Phil Read e qui avrebbe potuto riprendersi la corona nel '74 ma Read compì una delle sue migliori gare di sempre che gli permise di bissare il titolo nella massima classe.

Da segnalare alcuni primati che sono stati raggiunti su questo tracciato: la prima vittoria di un pilota statunitense a vincere una gara dopo 27 anni di motomondiale (Pat Hennen 1976) e il più giovane pilota a salire sul podio nella classe 500, con 19 anni e 260 giorni Randy Mamola su Suzuki nel '79 grazie ad un secondo posto.
Fu poi proprio su questa pista che un altro grande e sfortunato del nostro sport grazie alla vittoria ottenuta su questo tracciato potè festeggiare con la sua gente il suo unico titolo mondiale: era il 1972 il titolo quello della classe 250 ed il pilota era Jarno Saarinen "il finlandese volante".

I pioti di allora ricordano la pericolosità della pista ma anche le bellezze locali, oggi Imatra è luogo di pellegrinaggio per quei nostalgici che rimpiangono questi eroi del passato e le loro gesta ma è anche luogo di rievocazioni, come  “Memories of Imatrajano” dove nel 2012 erano presenti ben 39 titoli iridati rappresentati in maniera eterogenea da Giacomo Agostini (15), Phil Read (7), Jim Redman (6), Luigi Taveri (3), Pierpaolo Bianchi (3), Dieter Braun (2), Christian Sarron (1) Marco Lucchinelli (1) e Mario Lega (1),  rendendo giusto omaggio a quel campione venuto dal nord, dalla terra di Finlandia.

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