Intervista a Claudio Dick

  • Stampa

quantya

Nella nostra sezione Green abbiamo il piacere di porre alcune domande a Claudio Dick di Quantya, la prima moto fuoristrada elettrica di dare emozioni "alternative" al popolo delle due ruote. Quantya rappresenta una idea e un progetto che molti hanno nel cassetto ma pochi hanno avuto il coraggio di mettere in atto.

Come è nata l’idea e quali sono oggi i punti di forza del progetto e quali sono state  le maggiori  difficoltà incontrate in questi anni? L’avventura nasce dalla scoperta di un’ibrido moto/bici elettrica che mi affascinò immediatamente. Dopo aver preso contatti con la ditta mi proposi come importatore per la svizzera ma il progetto non venne realizzato e così decisi di costruire personalmente la moto. Dopo i primi modelli con batterie al piombo e tanta sperimentazione si è passati al litio e al modello omologato che ora viene commercializzato con marchio VR.

Cosa c'è alla base di questa scommessa? Nessuna scommessa ma guardandosi indietro solo l’incoscienza di essere partiti con un’idea forse troppo presto per l’impreparazione del mercato a recepire il prodotto che, comunque, ha venduto circa mille pezzi.

Perché un appassionato di due ruote dovrebbe acquistare una Quantya ? Un motociclista tradizionale è difficilmente attratto dal mezzo da fuoristrada elettrico che rimane un oggetto dedicato ad un mercato di nicchia e a un ‘utente moderno che abbia alta considerazione dell’ambiente dove opera senza rinunciare ad un sicuro divertimento che l’uso del mezzo può offrire 

Società che chiudono, progetti accantonati, nessun nuovo prodotto, la situazione è critica se non drammatica per tutti i settori   i numeri di moto immatricolate fanno riflettere. A suo avviso la nicchia dell’elettrico quanto è stata colpita? Poco perché l’elettrico è e rimarrà ancora per il prossimo futuro un prodotto di nicchia. Comunque visto che l’acquisto del prodotto off road, in molti casi, è legato alla sfera emozionale e non ad una effettiva necessità di mobilità l’odierna situazione del mercato certo non aiuta.

I dubbi maggiori che investono il motociclista sul mezzo elettronico ricadono nella batteria e chiamiamo in causa: durata, manutenzione, smaltimento. Cosa può dire su questi tre punti e a medio termine sono ipotizzabili dei miglioramenti  tecnologici anche in termini di durata della carica? Per quanto riguarda la batteria le posso dire che, con il litio, siamo ad un ottimo livello ed è difficilmente ipotizzabile, a breve, un drastico miglioramento . La sostituzione della batteria scarica rimane la soluzione migliore perché la carica rapida ,possibilissima tecnicamente, diminuisce drasticamente la vita della batteria. I costi, che appaiono alti, se confrontati con quelli di una batteria di un cellulare, che contiene pochissima energia, in rapporto vengono ridimensionati. Il mio problema maggiore è che l’utente non ha termini di paragone per valutare la qualità e i prezzi di quello che propongo perche sono stato il primo e tutt’ora l’unico ad aver avuto il coraggio di entrare sul mercato con un mezzo elettrico off road .

L’altro grosso aspetto che fa storcere il naso all'utente delle due ruote old-style è la mancanza del rumore.  Oltre con “l’elogio al silenzio” come rispondete a questa domanda che spesso vi sentite fare ?Come ho detto prima è difficile che il motociclista tradizionale passi all’elettrico . I due mondi non sono comparabili perché profondamente diversi . Come è fuori posto un motore scoppiettante nel silenzio del bosco è difficile pensare ad una partenza di una manche di motocross senza l’adrenalina di 30 marmitte pronte ad esplodere.

 L’argomento elettrico riteniamo sia trattato in maniera inadeguata con incompetenza, pressapochismo e a volta mala fede (per interessi ovvi), ma anche speculazione leggasi fondi europei utilizzati in maniera non prettamente green. Quali sono le principali difficoltà che si hanno nel lavorare in tale settore ?Essendo svizzeri siamo fuori dai fondi europei e riguardo all’uso che se fanno mi astengo da qualsiasi giudizio in merito. Certamente l’argomento della propulsione elettrica meriterebbe un’attenzione maggiore . La difficoltà rimane l’essere ancora una nicchia di mercato anche per la mobilità stradale (scooter).

Avete avuto difficoltà, che vanno oltre la crisi attuale che stiamo vivendo, nel portare avanti i vostri progetti ? Le famosi lobby e corporazioni esistono realmente o sono una invenzione a da parte di chi non riesce ad affermarsi sul mercato ? Non peso che ci siano problemi di lobby o corporazioni ma il mercato deve evolversi e l’utente cominciare ad apprezzare questa importante alternativa.

Quanto hanno fatto le istituzioni nel supportare i vostri progetti e quanto potrebbero fare? E non ci riferiamo solo a incentivi per l'acquisto di auto/motoveicoli ma anche in altri termini di sensibilizzazione ma anche culturale. Direi molto poco sino ad oggi ma la speranza in un miglioramento a medio termine è concreta. Io, certamente, ho iniziato troppo presto ma in svizzera comincia ad esserci un concreto interesse per la mobilità stradale.

Il nostro sito parla di emozioni, come personaggio a capo di tale progetto qual è stata l’emozione più grande che ha vissuto nel corso di questi anni ? L’emozione che rimane è quella di essere ancora ad oggi l’unico produttore sul mercato ad aver commercializzato ed omologato una moto elettrica da fuoristrada.

E quella che vorrebbe vivere? Quella che vorrei vivere la sto aspettando ma per scaramanzia non te la posso dire.

Quantya: