....Il saluto

saluto

Carissimi lettori, oggi ci togliamo una curiosità. Quanti di noi riders incrociandosi si salutano con il mitico gesto delle dita messe a "V" e quanti di noi, nel fare questo gesto si sono chiesti: Chissà com'è, e da dove è nato questo saluto? Girando tra il Web abbiamo trovato tre aneddoti che possono spiegare la nascita di questo inossidabile e distintivo commiato.

 La leggenda narra infatti di un cavaliere solitario di ritorno da una crociata che, in sella al suo destriero, percorreva un sentiero di montagna in una tranquilla giornata di sole. In alcuni tratti egli godeva nello spronare il suo cavallo per sentire il vento attraverso le fessure della sua armatura per poi rallentare e godersi i rumori del bosco che attraversava. Intanto più in là verso l'orizzonte si scorgevano già le torri del castello dove stava facendo ritorno. 

Quando in lontananza scorge in direzione opposta la figura di un altro cavaliere che si avvicinava anch'egli felice. Quando i due si incrociarono, quello proveniente dal castello, sollevò la mano destra e con l'indice ed il medio disposti a "V" salutò il cavaliere di ritorno il quale, non ricambiò il saluto...
Il cavaliere di ritorno dal castello era diventato l'amante della principessa in assenza del cavaliere partito per la crociata.
Ecco quindi come è giunto fino a noi, cavalieri di oggi, il gesto di salutarsi con le classiche dita a "V", poiché quello che non saluta, automaticamente impersonifica il cavaliere "cornuto".

Due cavalieri che all'interno di un bosco, dopo giorni passati a cavalcare in solitario, si incrociarono e senza un perchè alzano entrambi la mano con le dita a V. Giunti alle reciproche destinazioni raccontarono l'accaduto e l'episodio fu considerato come segno di amicizia. Della storia si trova traccia anche nel racconto di Re Artù e la tavola rotonda.
Resta il fatto che "probabilmente" il saluto fra cavalieri sia retrodatabile all'inzio del 1200 d.c. quindi quando rifacciamo questo gesto in realtà ci scambiano un segno d'amicizia che ha radici così profonde che se ci si riflette seriamente, rappresenta una "cosa" assai seria.
Forse non è così per caso che molti di noi essere motociclisti significa far parte di una grande famiglia.

C'è anche chi fa risalire a Churchill il saluto con le due dita unite, e che si pensa che egli stesso riprese un'epica battaglia e che pare fosse un riferimento agli arcieri i quali, se fatti prigionieri, venivano privati proprio delle due dita, indice e medio, che servivano per tendere le frecce negli archi... al rientro coloro che erano sfuggiti a tale sevizia evidenziavano le dita sollevando la mano, per far vedere che erano ancora in grado di combattere con l'arco.

Resta il fatto che vere o leggende che siano le storie riportate, il saluto, il Nostro saluto, ci fa sentire di appartenere ed essere figli di una grande famiglia allargata, che vive emozioni uniche, fieri, accarezzati dal vento e baciati dal sole in sella alle nostre amate moto.

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