Intervista a Andrea Dovizioso

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Abbiamo il piacere e l’onore di porre alcune domande ad uno dei talenti più cristallini che il motomondiale ci abbia regalato negli ultimi anni. Vincitore di un campionato del mondo classe 125 cc, due volte vicecampione del mondo 250, pilota delle tre grandi case motogp e oggi nuova bandiera Ducati.

Possiamo dire che hai iniziato a correre quando hai iniziato a camminare, un percorso dalle minimoto fino al top delle moto. Com’è cambiato l’ambiente in questi anni?

E’ diventato sempre più professionale. E’ positivo da un lato, ma negativo nelle relazioni tra tutte le persone che lavorano nel paddock. Ci sono meno amici, c’è meno voglia di divertirsi insieme e questo non è bello.

E Andrea com’è cambiato ? Come ha influito diventare padre?

Andrea è maturato, è normale, ho un’età alla quale si può maturare velocemente. Questi 11 anni di motomondiale mi hanno fatto maturare e adesso vedo la vita, le corse, le situazioni da un punto di vista un po’ diverso. Penso che sia positivo. Diventare padre mi ha influenzato solo positivamente, mi ha spinto a dedicarmi ancora di più sul lavoro, perché ci tengo particolarmente che mia figlia da grande sia orgogliosa di me.

Nella tua carriera hai collaborato con molte persone, chi ha contribuito maggiormente alla tua carriera ? Chi ti ha dato maggiori emozioni?

Non voglio dire una persona. Ci sono state tante persone che mi hanno aiutato sia amici, che abitano vicino a me, sia il mio manager, psicologo, preparatore atletico, ma anche tecnici e ingegneri nei team. Spesso sono riuscito ad instaurare un rapporto molto stretto con varie persone per avere dei lati positivi.

Ed i piloti? E' possibile creare un legame di amicizia oppure sono tutti rivali da battere?

E’ molto difficile ma non impossibile.

Il dramma di Marco ti ha fatto rivedere i rapporti coi tuoi colleghi ?

Con i colleghi no, perché anche quando succedono queste tragedie non vedi un cambiamento nel comportamento delle persone quindi purtroppo no.

Possiamo dire che questo potrebbe essere il mondiale della svolta ? non hai niente da dimostrare come pilota, ma prendi il posto di uno dei più grandi piloti della storia, la sua avventura non è andata a buon fine, tu potresti mostrare ancor più al mondo quanto vale Andrea Dovizioso.

Io penso che la scelta di fare due anni con Ducati possa essere molto rischiosa ma la vedo come una grandissima opportunità., perché se lavoreremo bene in questi due anni e ritorneremo competitivi per giocarci il podio e la vittoria, avremo fatto bingo tutti e due. Questa possibilità la vedo solo come positiva.

Che impressione hai avuto dalle prime prove, a sentire il tuo predecessore la moto era praticamente inguidabile.

Per capire una moto ci vogliono più chilometri, i test in Malesia sono serviti per capire di più. Non abbiamo un problema grossissimo su cui dobbiamo focalizzarci. I nostri rivali sono molto forti in questo momento. Per lo sviluppo che hanno fatto negli ultimi anni, sono arrivati a un livello altissimo con piloti fortissimi e di conseguenza se vuoi competere con loro, devi essere al top. Anche se in certi aspetti non siamo tanto indietro, non basta quello che abbiamo. Ho spinto per lavorare su tutti gli aspetti, se vogliamo competere con loro dobbiamo lavorare su tutto. Per sviluppare serve tempo, ma in MotoGP il tempo non c’è e in questa situazione, quando tutti vanno fortissimi, siamo lontani. Però non possiamo fare diversamente, non abbiamo la bacchetta magica, dobbiamo lavorare. All’inizio sarà difficile, quindi piedi per terra.

Pensi possa esserci una pressione diversa rispetto alle tue ultime esperienze?

Quando sei in un team ufficiale la pressione è sempre alta, però in questo momento non la sento, perché la Ducati si trova in una situazione particolare, deve assolutamente risalire e quindi non ci sono troppe pressioni da questo punto di vista. C’è solo la determinazione di cercare di migliorare.

Che valutazione dai ai cambiamenti accorsi in questi anni di motogp e più in generale alla gestione Dorna che ha suscitato non poche critiche negli appassionati ? Punti di forza e elementi critici?

E’ la categoria più importante a livello motociclistico, quindi ci sono tanti lati positivi e tutto gira intorno alla MotoGP, quindi si sta lavorando tanto. Secondo me purtroppo non sempre vengono seguite le regole come sono scritte, si fanno delle eccezioni e su questo punto si potrebbe migliorare.

Quest'anno al via non ci sarà un pilota che ha pubblicamente criticato l'ambiente, che giudizio hai dato alle parole di Stoner e alla sua scelta?

Io non ho seguito tutto quello che ha detto quindi non posso rispondere su tutto, però credo che Casey sia una persona particolare, difficile a volte ma certamente ha ragione su certe cose che ha detto. Quindi posso capire Casey, ognuno vede il mondo in queste situazioni da vari punti di vista.

Questo ambiente ti stressa psicologicamente ? Fin quando si può restare ai vertici ? Quanto conta la preparazione fisica ?

Abbastanza, le pressioni che ci sono e i tipi di persone che ci sono in questo mondo, non te lo fanno vivere in modo rilassato. Negli ultimi anni in tutti i tipi di sport, la preparazione fisica è diventata fondamentale, non ci sono più sport dove solo il talento fa la differenza. Tutti hanno bisogno di avere una preparazione fisica, però nelle moto il talento fa ancora la differenza. La preparazione fisica, dal mio punto di vista, non ti fa vincere un campionato. Ti può dare l’ultimo step, ma non è che vai o non vai.

Ti hanno descritto in tanti modi, se volessi raccontare a tuo figlio chi era il dovizioso pilota che parole useresti?

Non è facile rispondere! Una persona corretta, molto tranquilla e buona.

Il nostro sito parla di emozioni, quale la più grande emozioni vissuta ad oggi e quale ti piacerebbe vivere ?

L’adrenalina che ti trasmette una vittoria in volata è qualcosa di inarrivabile, però il podio al Mugello è stato fantastico. Io mi sono commosso, è stato qualcosa di inaspettato. Normalmente noi piloti abbiamo delle scariche di adrenalina quando succede qualcosa, ma prima di salire sul podio passano dieci minuti e non hai mai delle emozioni al massimo. Invece a me è successo ed è stato bellissimo avere tante persone sotto il podio, una soddisfazione unica nella mia carriera. Ovviamente vincere al Mugello sarebbe quella più grande!