Dutto termina la prova speciale maledetta

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A volte il destino, quel destino  che cambia la vita per sempre, si manifesta in un  evento ed in un luogo preciso. Ci sono piloti che dopo questo incontro non si limitano a iniziare una nuova gara, un nuovo campionato, una nuova vita, ci sono piloti che quel luogo, quell'evento che gli ha cambiato la vita vogliono guardarlo negli occhi scrivendo una nuova pagina di sport e forse chiudendo un capitolo della loro vita. Ci sono imprese straordinarie difficili da descrivere. La partecipazione di Nicola Dutto all’Italian Baja 2013, valevole per il Mondiale Baja, è una di queste.

E’ un concentrato di emozioni, velocità, sorrisi, passione per lo sport e la vita. A Pordenone il pilota piemontese ha fatto da apripista in moto alla gara in cui il 20 marzo 2010 ebbe l’incidente che lo rese paraplegico per la lesione della settima vertebra dorsale. Ha corso in sella alla KTM fornita dalla sede italiana della casa austriaca, seguito dal meccanico di sempre Roberto Boasso e dall’ amico Roberto Garbin, terminando la prova speciale maledetta, quella che 3 anni fa gli ha cambiato per sempre la vita costringendolo ad una sedia rotelle. Nonostante sia paralizzato dal busto in giù, senza la possibilità di utilizzare quindi le gambe e gli addominali, ha corso molto forte, con una velocità vicina a quella dei migliori piloti del Mondiale. Ha  superato i 140 chilometri orari ed una mantenuto una media vicina ai 100 km/h. Questa impresa è di enorme rilevanza, sia sotto il profilo umano che sportivo: la paraplegia non è un limite se si possiedono il talento ed il carattere di Nicola Dutto.  

“Ho già corso in moto alla Baja Aragon lo scorso luglio – racconta il pilota cuneese - mi sembra una cosa normale, sono tornato a compiere il lavoro che facevo anche se con una moto modificata e dotata di comandi al manubrio. Non so descrivere cosa provo in sella, però questa KTM ha una facilità di guida ed una erogazione talmente dolce che mi aiuta in tantissime situazioni. Con la moto ci gioco e il bello è proprio questo. Quando ho messo però le ruote nel greto del Tagliamento ho provato una sensazione in po’ strana. Quando venivo a correre qua davo sempre “del lei” a questo fiume, lo rispettavo, perché ero consapevole dei rischi di questo tracciato. Durante il mio giro da apripista, vedendo ancora meglio le pietre e il pericoli del percorso, mi sono detto che bisogna trattarlo con ancora più rispetto. Ho portato a termine da prova speciale che non avevo concluso 3 anni fa e vedendo il percorso mi sono reso conto di come un cambio di traiettoria di appena 20 cm possa cambiare una vita”.  Alla partenza della prova speciale Nicola ha incontrato tanti amici, fan, e perfino l’infermiera che lo soccorse il 20 marzo 2010. “E’ stato un incontro da pelle d’oca. Io non mi ricordavo di lei ma è stato molto toccante”.

Nel 2014 potrebbe partecipare alla gara come concorrente “Dipende molto dalle condizioni meteo. Quest’anno ho deciso di fare l’apripista perché il problema di questa gara sono i guadi. Io posso affrontare tutto: pietre, rocce, polvere, sabbia … ma se nei guadi c’è troppa acqua e mi scivola la moto io rischio di annegare e non me la sento di prendermi questo rischio. Se ci saranno le condizioni ottimali potrei partecipare perché mi diverto un sacco. Ora l’appuntamento clou è la Baja 500 in California e partiremo il 20 maggio, poi a luglio ci sarà la Baja Aragon ed a novembre la Baja 1000 sempre in California. Tra queste potrei partecipare ad alcune gara del trofeo KTM forse potrei fare anche una gara in un Ungheria come ospite”. 

Sabato è stato il compleanno sua moglie Elena Foi  “Mio marito è uscito dalla prova speciale maledetta, lo ringrazio di cuore per questo splendido regalo”.

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