Intervista a Umberto Borile

borile

Ci sono moto che hanno fatto battere il cuore, fatto sognare e restano  indelebili nella memoria. Recentemente un artista, un maestro che crea emozioni in movimento ha deciso di far rivivere una di queste moto dal forte impatto emozionale. La moto è la mitica Ducati Scrambler, e l'artista in questione è Umberto Borile che, con questo modello mette un ulteriore tassello ad una schiera di mezzi a due ruote che proprio nell'aspetto emozionale hanno il proprio elemento distintivo. Idee, progetti e  desideri diventati realtà grazie all'inventiva, supportata da una grande forza di volontà, che  gli ha permesso di raggiungere  traguardi e risultati importanti. Abbiamo avuto  il piacere di intervistare  questo grande artista che crea capolavori su due ruote

Umberto Borile, può dirci come è nata l'Idea Borile, oggi che viviamo in un mondo sempre più globalizzato e governato da multinazionali come può nascere l'idea di costruire moto ? Non è mai nata l’idea Borile, è maturata un po’ alla volta a partire dai miei primi passi in moto 1965, mosso da una smisurata passione ma senza una lira, ancora studente, potevo permettermi al limite una coca cola, ma le moto dovevo accontentarmi di vederle passare. Dalle mie parti sui colli Euganei, vi era un gruppo di fuoristradisti molto facoltosi, primari, professori, avvocati,ecc. Questo gruppo dapprima  trasformò le moto lasciate qui da alleati e tedeschi ,ma presto, arrivarono le prime blasonate moto inglesi a 4 tempi. Triumph, Matchless, Bsa, AJS, Greeves ecc. Io mi recavo ogni domenica con la bici in un punto alto dei Colli, dove li potevo vedere passare da vicino e poi anche in sentieri limitrofi. Sulla ruota posteriore della bici avevo intrecciato una corda fra cerchio e copertone in modo che non slittasse sul fango. Mi procurai il primo cinquantino al ferrovecchio un Paglianti con telaio da donna e motore a tre marce a mano, lo trasformai per fare motocross. Da allora non ho smesso un attimo ed oggi sono ancora qui a respirare odori di officina in mezzo alle mie moto.

Quando ha capito che tutto ciò si poteva realizzare concretamente?
Non l’ho mai capito, è stata una passione cieca a portarmi su strade di produzione per vendere, ma esclusivamente  pilotato da sentimenti che solo la moto mi sa dare. Infatti più che un imprenditore, mi reputo un ammalato che si cura solo lavorando, per costruire e poi guidare i mezzi che nascono da questa specie di droga che è la motocicletta. Ha presente la vita di Van Gogh?  Si preoccupava solo di mettere sulla tela quelle sensazioni che provava quando si immergeva nelle campagne e ne assorbiva colori ed odori. Per me è uguale.
 
Quali le difficoltà incontrate?
Difficoltà legate all’indifferenza di fornitori che hanno occhi solo per le grandi aziende. Oggi o produci numeri o dai fastidio e paghi il doppio di una grossa azienda, con in più tempi più lunghi di attesa. Per questo motivo ci costruiamo quasi tutto.
 
Su quali elementi puntare per differenziarsi e attrarre l'utente che cerca qualcosa di esclusivo?
Dal momento che facciamo qualche centinaio di moto all’anno, vale la pena di puntare su materiali eccellenti, lavorazioni dal pieno, e cura dei particolari. Solo così possiamo garantirci un posticino anche noi.
 
Ricky, Multiuso e scrambler sicuramente moto emozionali, qualche aneddoto su ognuna di queste?
Ricky, solo il nome mi mette i brividi. Solo 20 pezzi come gli anni del mio Riccardo quando se n’è andato. Mi vedeva partire con il carrello dietro l’auto con la Husqvarna 400 per andare a fare le gare, e disegnava questa moto. L’ho voluta rifare per fare un omaggio a lui, anche se il motore è a quattro tempi, ma lo fa il mio amico  Giuseppe Marzotto, e sono orgoglioso che la Ricky monti il suo motore. Giuseppe è più di un fratello per me, e legare il suo nome a quello di Riccardo, per me è un grande onore.
 
I vostri numeri escusivi e limitati, chi è il vostro cliente?
Il nostro cliente fino a qualche anno fa era facoltoso, esigente e super appassionato di moto ma anche di tutto quello che è costruito con un po’ di buon gusto, di armonia e di pregio. Oggi, con l’entrata in produzione e commercializzazione della Multiuso, abbiamo preso per mano anche semplici persone che usano la moto per spostamenti in città o piccoli viaggi fuori porta, ma anche una nutrita schiera di motoalpinisti che godono della coppia e della leggerezza della Multi su boschi e sterrati.
 
Se ci fosse un ventur capitalist pronto a ampliare la produzione e investire in R&S coglierebbe tale opportunità o preferisce essere elitario?
Mi ha inorgoglito molto e direi anche un po’ di commozione quando per la prima volta in vita mia vedevo una mia creatura varcare gli oceani per sbarcare in America,in Nuova Zelanda, In Australia, ecc. E’ fuor di dubbio,(ci stiamo  organizzando per poter vendere le nostre moto ad americani e giapponesi) che vendere in tutti i paesi del mondo  da soddisfazione. Siamo aperti ad investitori specializzati in commerci oltrecortina, l’importante però è che lo facciano loro, e a me mi lascino stare nella mia officina a creare, che mi basta ed avanza per essere soddisfatto.
 
Quanto è di vostra produzione e quando importato?
Di nostra produzione diretta c’è il 90% solo nel caso della Multiuso il motore lo prendiamo in Cina.
 
Ritiene che la chiave per risollevare le sorti della nostra nazione sia quella di promuovere e supportare quegli elementi che in passato ci hanno permesso di primeggiare ossia ingegno, artigianalità e creatività e che tipo di supporto potrebbe venire dalle istituzioni sotto questo aspetto?
Questo argomento mi fa molta rabbia. E’ difficile trovare al mondo gente come gli Italiani che se la cavano egregiamente in tutti i campi. Siamo i numeri uno in tutto. Purtroppo chi ci governa non l’ha capito, e invece di spianare la strada ai giovani che si accingono a farsi la partita iva, li riempiono di cavilli burocratici e tasse ancora prima di aver guadagnato il loro primo euro. Vorrei una corsia preferenziale per tutta quella gente che produce e dà lavoro. Basta con questa stupida e straripante burocrazia, che frena ed a volte impedisce l’economia, impedisce l’espansione, fa perdere un sacco di tempo. Bisogna aiutare gli uomini di buona volontà e che hanno idee, e dare loro la possibilità di agevolazioni per arrivare all’obbiettivo. L’importante è creare lavoro, con il lavoro, c’è dignità e benessere, e non essere costretti ad emigrare in Carinzia, Svizzera o Slovenia dove le tasse sono ridotte rispetto a noi e dove ti aiutano a realizzare quei  progetti dove in Italia, non hanno dato nessuna importanza. Qui c’è troppa poca gente che lavora e troppa gente che vive sulle spalle di chi lavora.
 
Che ripecussioni avete avuto da questa crisi ? Le ripercussioni avute con la crisi? Inevitabilmente, se non girano soldi, i commerci  frenano. Però è anche colpa nostra. Esempio, per la Multiuso volevamo un motore Italiano. Ci siamo rivolti a Minarelli ma ci hanno risposto o 1000 motori o niente ed il pagamento anticipato. Quindici giorni dopo sono passato per Calderara di Reno e alle ringhiere della Minarelli c’erano tutte bandiere rosse. Fabbrica occupata, mancanza di lavoro. Ma allora non potevano fare come stiamo facendo tutti in questi momenti e cioè adattarsi?. Meglio chiudere ma 1000 motori o niente. I Cinesi della Zongshen fanno un milione di motori all’anno. Quelli si che se la possono tirare, invece?  Ci danno 300 motori all’anno in lotti da cento ogni 4 mesi e li paghi quando arrivano i d.d.t. che li stanno caricando in nave.
 
Progetti futuri ?
I progetti per il futuro ci sono, e anche molto allettanti. Ma sono chiusi a chiave in un cassetto. Ci sarà un futuro in Italia da permettere di aprire quel cassetto?
 
Il nostro sito parla di emozioni, quale emozioni vorrebbe vivere?
Per un padre che ha perso un figlio ventenne, è già dura continuare a vivere, pensi ad emozionarsi.  A volte mi sogno di lui, ma con il risveglio scompare ed è mostruoso quando ti rendi conto che stavi vivendo dentro un  sogno. Più che emozione la chiamerei grande cattiveria del destino.
 
Ringraziamo per la disponibilità ed il tempo concesso  questo artista delle due ruote.

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