Guido Paci

paci 

Nell'anniversario della sua scomparsa avvenuta ad  Imola il 10 aprile 1983, durante la seconda manche della 200 Miglia, vorrei ricordare un pilota, che attirò la mia attenzione la prima volta che lo vidi, perché la sua moto era particolare, diversa dalle altre. Incuriosito chiesi chi fosse, e mio papà disse: “Quello lì è Guido Paci uno che va forte!”. Quella risposta secca, stringata era portatrice di una profonda stima per chi con pochi mezzi e grandi sacrifici era capace di farsi valere in mezzo ai “mostri sacri”.

Guido Paci cadde alla curva Villeneuve durante il quarto giro mentre con la sua Honda privata si trovava insieme a Lucchinelli, Haslam ed Uncini in lotta per la seconda posizione.  L’impatto fu terribile e nonostante i rapidi soccorsi da parte dei Medici della Clinica mobile, non fu possibile strapparlo alla morte. Nato a Servigliano nelle Marche il 17 dicembre 1949 amava la velocità e le sfide, nella vita di tutti i giorni come lavoro faceva il Maresciallo dell'Aeronautica (in servizio alla base di Cameri in provincia di Novara) pilotando gli aerei- caccia  F104, viveva insieme alla moglie Helene a Milano e era uno dei privati più forti della classe 500 dove era benvoluto da tutti oltre che stimato per le sue doti di pilota.

Kenny Roberts, non uno qualunque, disse di Lui: “Speriamo che Guido non abbia mai una moto ufficiale altrimenti saranno cavoli amari per tutti.. Speriamo che resti povero!”.  La passione per la velocità di Guido era totale. Prima di correre in moto, corse nel BOB a due dove vinse due titoli tricolori ed ottene un prestigioso terzo posto nel campionato Europeo. Il debutto in pista avvenne nel 1978 e la stagione successiva sarà Campione Italiano junior delle 500 (davanti a Loris Reggiani)ottenendo cosi l’iscrizione fra i seniores nel 1980.  Nel 1981 con una Yamaha privata colorata di Rosa e Bianco (non la miglior moto del lotto), concluse il Campionato Mondiale primo dei privati, in undicesima posizione guadagnandosi cosi il simbolico titolo di  pilota “privato” più veloce del mondo. La pantera Rosa (uno dei soprannomi con la quale era conosciuto per il colore della moto) nel 1982 per la scarsa competitività della moto non potè ripetere i risultati della stagione precedente. Nel 1983 la Honda presentò quella motocicletta che sarebbe poi stata per molti anni il cavallo di battaglia dei privati, Rs500 – 3 cilindri.  Con questa moto, in grado di avvicinare le prestazioni dei mezzi ufficiali, Paci fu ottavo nella  seconda gara del Campionato del Mondo nel Gp di Francia a Le Mans e, il giorno prima della sua morte conquistò il terzo posto nella gara di Campionato Italiano proprio ad Imola dietro a Lucchinelli ed Uncini.

Quella  però fu l’ultima gioia per Paci…

La pantera rosa, Koyak, Yul Brinner chiamatelo come volete fate voi… Per me sarà sempre “ Guido Paci, uno che va forte”.

Sulla storia di Guido Paci è stato scritto un libro molto bello che mi permetto di consigliarVi anche se di difficile reperibilità: “Guido Paci – un uomo due volte pilota- Lauro Salvatelli” .

 

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