Imola

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E' di pochi giorni fa la comunicazione della prossima apertura del museo intitolato a Checco Costa. La data scelta ha un valore più che simbolico: 1  Maggio 2014, in ricordo del ventesimo anniversario della scomparsa dell'immenso uomo e campione Ayrton Senna. Abbiamo voluto ripercorrere la storia di questo unico circuito, un ulteriore esempio della passione per i motori della gente romagnola, un tracciato vecchio stampo, posto sulle colline naturali  di fianco al fiume Santerno. Un tracciato con un'anima, quell’ anima meravigliosa che alberga in ogni motociclista.

Girare ad Imola per l’appassionato è quasi come arrivare all’ estasi, come corteggiare una bella donna ed esserne ricambiato, un emozione forte vera, duratura, che ti rimane anche dopo aver caricato la moto sul carrello  mentre vai verso casa .

Tamburello, Tosa, Rivazza, Acque minerali, ogni curva ogni chicane ha un qualcosa di magico. Come magico è questo tracciato teatro di tante battaglie che spesso ci hanno fatto gioire, altre piangere per un amico che ci ha lasciato o innamorare come capitò a Umberto Masetti quando dopo un uscita di strada si ritrovò nelle acque del Santerno soccorso da una bella ragazza che risponde al nome di Moira Orfei.

L’idea di avere un circuito permanente nasce da un gruppo di sportivi fra cui CHECCO COSTA (padre del dott. Costa della clinica mobile) e attraverso finanziamenti privati oltre alla sovvenzione del CONI nel 1950 si parte con l’avvio dei lavori per ospitare la prima gara ufficiale nel 1953, il campionato italiano per le classi 125 e 500.

Inizialmente il circuito utilizzava strade normalmente aperte al traffico unite a dei tratti nuovi fatti costruire appositamente ed aveva uno sviluppo di poco più di 5km.

Nel 1970 il circuito venne intitolato a DINO FERRARI figlio del grande DRAKE prematuramente scomparso e dopo la morte del DRAKE e assunse il nome attuale di AUTODROMO ENZO e DINO FERRARI.

Nel 1979 furono eliminati i tratti utilizzati per la viabilità urbana per renderlo permanente.

Nel corso degli anni anche a seguito di alcuni eventi luttuosi il circuito fu modificato per renderlo più sicuro senza però snaturarlo,  interventi che riguardarono tratti veloci e pericolosi come il Tamburello e la Villeneuve ed inoltre furono ampliate le vie di fuga in quasi la totalità del tracciato ed attualmente la lunghezza è di 4.909 mt o 4.936 mt a seconda che corrano le auto o le motociclette.

L’autodromo di IMOLA continua a far vivere la passione che è tangibile, concreta sulle sue colline dove ad ogni appuntamento si riversano gli amanti della velocità.

Checco Costa negli anni fu poi il cuore pulsante dell’ attività dell’ autodromo ed è per merito suo che si devono gare fantastiche (oltre ai vari campionati mondiali sia di motociclismo che automobilismo che l’autodromo ha ospitato) come la CONCHIGLIA  D’ORO SHELL e LA 200 MIGLIA, giusto per fare un paio di nomi.

Questo un bel documentario dell'epoca.

Fra le gare mitiche ricordiamo la prima edizione della 200 miglia del 1972 con vittoria di Paul  Smart su Spaggiari che rimase senza benzina, uno splendido secondo posto di Virginio Ferrari nella gara di campionato del mondo della 500 gp nel 1979 dopo una caduta terrificante in piena velocità al tamburello nel corso delle prove quando in quel punto non era consentito sbagliare, il finale del campionato mondiale classe 500  nel 1983 fra Roberts e Spencer che arrivarono sul traguardo in quest’ ordine con Freddie che vinse il mondiale per due punti senza che Lawson (compagno di Roberts) riuscì ad inserirsi fra loro.

Un altro duello rimasto negli annali (che ogni appassionato dovrebbe avere nella propria cineteca) andò in scena nel 2002 fra Bayliss ed Edwards e i complimenti sinceri, veri  nel dopogara di Troy lo sconfitto furono una delle più belle immagini di sport che mi sia capitato di vedere in questi ultimi anni.

Aggiungendo due ruote credo che sia giusto ricordare il duello in casa Ferrari nel 1982 fra Didier Pironi e  Gilles Villeneuve uno dei piloti più amati di tutti i tempi ed episodi tristi come nel  1994  quando in week end di gare si spensero RATZENBERGER e il grandissimo AYRTON SENNA.

L’asfalto di Imola ha scritto anche pagine di dolore per tanti motociclisti, piloti, campioni o semplici appassionati, alcuni usciti da Imola segnati nel fisico (come capitato recentemente allo sfortunato Joan Lascorz) ed altri invece che hanno pagato con la vita la loro passione per la dea della velocità come  Ray Amm, Pat Evans, Harry Hinton, Tommaso Piccirilli, Sauro Pazzaglia, passando da Guido Paci per arrivare  a Lorenzo Ghiselli un ragazzo senese (campione italiano in carica classe 500 del 1985), bancario nella vita di tutti i giorni con due passioni, la velocità e la sua contrada il Bruco della quale portava i colori dipinti sulla moto.

Nonostante siano passati  tanti, tanti anni da quando ancora bambino con il quaderno in mano vincendo la mia naturale timidezza gli chiesi l’autografo ho chiaramente impressa la sua faccia,  il suo sorriso che il mio essere bambino non associava a quella di un pilota, ma a quella di un tranquillo ragazzo per bene, quel sorriso che il tamburello spense per sempre.

È la legge dello sport fatta di gioia e di sofferenza ma oggi come allora quando i piloti scendono sul nastro di asfalto scrivono pagine che sono destinate a diventare leggenda.

 

Ricordiamo le vittime italiane del Santerno:

piccirilli

Piccirilli

 

 

pazzaglia

Pazzaglia

 

 

paci

Paci

 


ghiselli

Ghiselli