Supercross x Luca

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Ci sono alcune manifestazioni ed iniziative che meritano di essere riportate e condivise, perché hanno una storia, un progetto ed un significato. Da parte nostra abbiamo sempre voluto raccontare eventi con una forte componente emozionale in grado di trasmettere un messaggio positivo e magari anche di speranza, un sentimento che oggi come non mai, abbiamo veramente bisogno di tastare con mano. 

Tra i tanti eventi di questa torrida estate una in particolare ci ha colpito: la gara di supercross che si terrà il 31 Agosto a Bagnolo Mella, a pochi minuti di strada da Brescia, denominata “Supercross per Luca” ed abbiamo voluto saperne qualcosa in più.  

Il programma della manifestazione prevede l'apertura dei cancelli alle ore 14.00 e si inizierà con i funamboli del freestyle e le loro evoluzioni, pronti a lasciare senza fiato tutto il pubblico presente e non solo i più piccoli che potranno accedere all'evento gratuitamente. Seguirà la gara di Supercross e poi una gran festa in cui si potrà passeggiare nel parco chiuso dove piloti e moto faranno bella mostra di sè e ballare e divertirsi con musica fino a tarda sera. Alla gara di Supercross saranno presenti i piloti più forti della specialità ed anche per quanto riguarda il freestyle il daboot team sarà al gran completo. Se aggiungiamo che sponsor importanti come Nikon, DC e Red Bull hanno voluto legare il loro nome alla manifestazione potrete ben capire la qualità dell'evento che si svolgerà nella cittadina bresciana.

Potrebbe sembrare una delle tante manifestazioni estive, ma quello che ci ha colpito ed il motivo per cui ne abbiamo voluto parlarne sta nelle persone che la hanno organizzata: non promoter professionisti o motoclub ma tre giovani ragazzi e in un caldo pomeriggio estivo abbiamo deciso di incontrarli. 

Seduti al tavolo erano con noi Luca Pellegrini cui è spettato l'onere di gestire gran parte dell'evento, dalla sua pianificazione fino al coordinamento delle varie attività, Mattia Schiavini responsabile della parte riguardante il freestyle motocross ed Angelo Pellegrini, campione di Supercross che si è occupato del contatto con i piloti e dello sviluppo del tracciato.  

Durante la chiacchierata abbiamo avuto il piacere di conoscere tre giovani ragazzi animati, oltre che dalla passione comune per le due ruote, da una grandissima forza d’animo, tanta competenza e capaci di guardare in alto, pronti a mettersi in gioco e rischiare. Perché organizzare un evento di questo tipo è sempre un rischio, tante sono le variabili che possono condizionarne la riuscita soprattutto in un momento come questo, in cui quasi tutti sconsiglierebbero di avventurarsi in iniziative di questo tipo, anche solo per l'impegno economico che ci sta dietro. Solo per questo meritano grande rispetto. 

Tutto l'evento ruota intorno alla gara di Supercross, una disciplina poco conosciuta in ambito nazionale ma affermatissima in molti altri Stati, e abbiamo pertanto voluto conoscere meglio questo sport facendo una serie di domande a quello che oggi è il massimo esponente nazionale della disciplina, Angelo Pellegrini. 

Con Angelo iniziamo la nostra chiacchierata che vi riportiamo  sottoforma di botta-risposta, per aiutarci a capire meglio la "sua" specialità e come nasce questo evento.


Buongiorno Angelo, prima di parlare di questo evento vorremmo chiederti qualcosa sulla tua carriera, come hai abbracciato una disciplina che all’estero ha una visibilità eccezionale mentre da noi, che siamo una delle prime nazioni dal patrimonio motociclistico mondiale, è poco conosciuta. Io, come tutti ho iniziato da piccolino e posso dire che sono nato con la passione dentro, perché nella mia famiglia non c’era nessuno che andava in moto. Abbiamo fatto il percorso classico, prima una moto per andare nei campi, poi qualche gara e via a salire. Inizialmente il sostegno è arrivata dalla mia famiglia poi però sono arrivati subito i supporti per gareggiare, però erano anni diversi. Io la prima moto per le gare l’ho presa nel ’99 e già l’hanno successivo avevo chi mi riforniva di abbigliamento e la Honda già ci dava le moto. Ora per avere tutto devi arrivare nei top five.  Ho iniziato nel motocross ma fin da subito mi sono appassionato di Supercross  iniziando a correrci nel 2003. Nel 2005 a 18 anni ho vinto il campionato europeo però l’anno successivo ero focalizzato al 100% sul mondiale motocross. Ho fatto solo due stagioni perché due brutti infortuni mi hanno bloccato la carriera. Da lì nel 2009 ho deciso che volevo ripartire e vivere con la mia passione ma per fare questo dovevo impegnarmi solo nel Supercross perché in Italia se non sei ad alti livelli con il motocross non ci puoi vivere.

Mentre nel Supercross è diverso? Nel Supercross se ti muovi in quegli stati in cui lo sport viene valorizzato puoi godere dei premi delle gare e con questi, se hai un team che ti gestisce la moto ed i ricambi e qualche sponsor che ti paga le trasferte, puoi fare della tua passione una professione. Chiaramente devi arrivare al top anche in questa disciplina però devo dire che ci sono maggiori possibilità e poi ti trasmette molte più emozioni.

In che senso?  Nel Supercross hai il pubblico tutto intorno a te e…lo senti, c’è uno scambio diretto e poi correndo la sera l'atmosfera è stupenda.

Per i profani, oltre al tracciato che è più breve nel supercross, quali differenze ci sono rispetto al cross ? A livello tecnico posso fare il paragone con l’atletica: il supercross è fare i 400 metri mentre il motocross è una maratona. Le moto poi sono completamente diverse,  dalle sospensioni, ai rapporti fino ai pesi. Anche dal punto di vista di preparazione fisica è diverso, noi dobbiamo prepararci per resistere ad uno sforzo in cui dobbiamo dare il 100 per cento in 15 minuti al massimo di gara, invece nel motocross con gare da 40 minuti devi dosare la potenza.  La differenze sono poi sostanziali per l’appassionato che assiste alle gare, nel supercross si corre di sera con un clima molto più a portata di tutti e con servizi accessibili. Se assisti al pomeriggio ad una gara di  cross banalmente hai il problema di non scottarti la schiena dal sole e quello di raggiungere il posto in cui assistere alla gara che spesso è difficoltoso. 

Effettivamente ho visto cinquantenni provati dall'arrampircasi sulla montagnetta per guardare la gara. Un conto se sei un vero appassionato ma - per dire - la fidanzata coi tacchi è difficile che possa tornare a vedere una gara di cross. Nel Supercross invece puoi far vivere una belle esperienza sia all’appassionato ma anche all’occasionale: poter parcheggiare  a pochi metri dall’ingresso, sedersi comodo e avere a pochi metri di distanza servizi, da quelli alimentari fino a quelli igienici e poi la gara lì a pochi metri da te.

Una disciplina in grado di regalare emozioni davvero intense, con un gran seguito in moltissime nazioni mentre qui da noi sembra aver poco riscontro qual è la situazione dello sport in Italia? Io ho corso dappertutto compreso  negli USA e posso dire di essere il pilota insieme a Davide Degli Esposti che ha fatto maggiori gare di supercross in Italia. In italia il grosso problema è che ci sono troppe poche gare in grado per valorizzare un prodotto che sta crescendo. L’organizzatore quest’anno ha realizzato un campionato con in calendario 4 gare ripartite tra giugno e novembre. Se paragono questo campionato con quello francese, che è il campionato europeo di riferimento, in cui ogni fine settimana da Maggio a Settembre c’è una gara, posso dire che sono davvero poche. Oltre a questo i premi gara per le gare italiane sono considerevolmente più bassi rispetto a quelli delle altre nazioni e questo insieme alle poche gare preclude la possibilità di richiamare piloti e di conseguenza sponsor. Devo comunque riconoscere l’impegno, la volontà e l’onestà del promoter con cui mi piacerebbe in un futuro poter collaborare per mettere a disposizione la mia esperienza per far crescere questo fantastico sport. Non solo farlo crescere da un punto di vista tecnico ma soprattutto concentrare lo sforzo su tutto quello che è il pre-evento e sulla pubblicizzazione dello stesso, un pò quello che stiamo facendo per la gara di fine mese .

Vista sotto questa ottica la gara di fine Agosto sembra quasi un allenamento per testare le tue capacità organizzative. Da quest’anno l’evento è cambiato e mi hanno chiesto di essere parte attiva nell'organizzazione. Tuttavia il mio supporto, visto il mio impegno agonistico, è limitato e per gli aspetti organizzativi e di coordinamento si occupa direttamente mio fratello Luca con il supporto di diverse persone ognuna specializzata nel suo settore. Quello che vorremo tutti noi che ci adoperiamo per questo evento è che questa gara diventi una festa. Certo c’è la gara e quando si abbassano i cancelli siamo tutti professionisti  ma l’evento in se vuole essere una festa. Quest’anno è il secondo anno che viene organizzato nel comune di Bagnolo e già il giorno dopo l’edizione dello scorso anno, che già ebbe un buon riscontro, chiedevano quando si sarebbe rifatto, ma da quest’anno vogliamo lanciare un messaggio nuovo.

Cioè? Le prime due edizioni erano un evento a scopo benefico  per raccogliere fondi per supportare mio fratello dopo il grave infortunio di cui è stato vittima e da qui nasce il nome “supercross per Luca” e da quest’anno i precedenti organizzatori, gli amici di Luca che vollero omaggiarlo con questa gara, non riuscivano più a sobbarcarsi gli oneri organizzativi e mi hanno chiesto di occuparmi dell’evento. Ne ho parlato con Luca ed abbiamo deciso di organizzarla direttamente noi. Avremmo già voluto cambiare il nome, invece non abbiamo fatto in tempo. Oggi questa gara anche se si chiama ancora “Supercross per Luca” è diventato  il supercross DI Luca, perché la parte attiva fondamentale di tutto questo è proprio Luca. 

Una sostanziale modifica. Oggi non è più una gara benefica ma un vero e proprio evento con il rischio finanziario che ci siamo assunti e con tutti gli oneri organizzativi e logistici insiti nello stesso. La cosa importante è che la gara per Luca come evento benefico è diventata una manifestazione cui confluiranno migliaia di persone organizzata da Luca.

Il messaggio è chiaro ed è incoraggiante pensare che dei giovani ragazzi decidano di mettersi in gioco in un periodo in cui è difficile rischiare. Ognuno di noi nella vita avrà problemi lavorativi o personali e questo evento lancia il messaggio che il piangersi addosso, il continuare accusare altri o il fato non porta da nessuna parte, mai demoralizzarsi ed accettare gli eventi come tali ma raccogliere le forze ed energie e provare, mettersi in gioco. Di strade poco battute ce ne sono ancora e tante volte basta mettere la marcia ed imboccare il sentiero, forse si può cadere ma solo il fatto di essere ripartiti vuol dire che ci stiamo muovendo e stiamo andando da qualche parte. Una piccola lezione da parte di tre ragazzi che si stanno adoperando per realizzare un progetto concreto, veder realizzata una idea creando un evento in grado di trasmettere emozioni. 

Ci auguriamo che questo sia solo l'inizio. Forza Ragazzi!