Zaeta - La prova

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Motoemozione, l'unione di due parole che vuole essere un progetto: narrare le emozioni delle due ruote. Fino ad oggi abbiamo raccontato di personaggi, piste e emozioni legate alle due ruote, di loro, l'oggetto che ci permette di vivere queste emozioni abbiamo ripercorso le origini di qualche modello che ha fatto storia ma fino ad oggi non c'eravamo avventurati nel raccontarvi le sensazioni che si provano guidandole e le prove le abbiamo sempre posticipate...fino ad oggi. 

Abbiamo atteso molto perché, nonostante la possibilità di provare moto ad uso quotidiano, quelle di massa, dei grandi numeri, abbiamo fatto una scelta precisa: provare moto emozionali, quelle che al solo vederle trasmettono emozioni, perchè hanno qualcosa in piu. Il solo fatto di sceglierle è un fatto che va oltre l'avere un mezzo meccanico o un acquisto dettato dalla moda, ma rappresentano una scelta fatta col cuore e la scelta di vivere un emozione.

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Per questa nostra prima prova abbiamo scelto la ZAETA una moto che racchiude concetti semplici ma al tempo stesso immediati e distintivi, un assemblato di parti e componenti che diventa pure emozione che trasuda in ogni particolare di questa bellissima opera d'arte a due ruote in movimento. 
La bellezza delle cromature, il telaio ricavato dal pieno, il sound dello scarico: la delicata leggerezza della sua essenza, tutto questo è emozione.
Una moto da competizione omologata, in grado di coniugare estetica e prestazioni sotto un logo MADE IN ITALY. Una moto che racchiude in se un modo di essere che personalmente sposiamo appieno: vivere di traverso.
Un progetto nato dall'incontro di persone che non accettano il comune, il consueto e la rassicurazione del dritto ma hanno scelto l'equilibrio precario del traverso.

Per questo nostro debutto nel campo "prove" non ci siamo limitati a prendere il mezzo, usarlo e poi recensirlo, ma abbiamo voluto fare qualcosa in più, conoscere la storia e farsela raccontare da chi questa moto l'ha pensata e grazie alle sue indicazioni ha fatto diventare un progetto su carta un oggetto di culto. Abbiamo incontrato uno dei soci che quotidianamente si batte per portare avanti non solo quella che è una idea imprenditoriale ed un prodotto ma l'idea che anche nel nostro Stato, con tutti gli aspetti che ben conosciamo, dalla spaventosa pressione fiscale, passando per una burocrazia che tarperebbe le ali anche alla persona più intraprendente (e quando si tratta di omologazioni, brevetti tutto quello che incide sulla tempistica e sulla flessibilità è di importanza vitale) fino ad arrivare alla totale mancanza di supporto ai brand nazionali, si possa ancora fare industria e produzione.    

In compagnia di uno dei soci e creatori, il pilota e campione di Dirt Track Marco Belli ci facciamo raccontare come è nata Zaeta. Una moto nata nella mente del ragazzino Paolo Chiaia che negli anni settanta si divertiva a fare traversi con un Ciao e poi decadi più tardi in compagnia di un amico incontra sulla pista di Daytona Marco Belli che dopo aver fatto incetta di campionati in tutta Europa stava vincendo anche in terra Statunitense.
Fu a seguito di questo incontro ed a una visione comune che Paolo Chiaia, Massimo Rizzo e Marco Belli misero le basi per  concretizzare l'idea di Paolo di realizzare una modo leggera costruita sul concetto delle moto di flat track da adattarsi ad uso stradale.
 
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Seguirà l'incontro con Graziano Rossi che la vide anche come una moto uso racing, che grazie ad un rapporto peso/potenza esagerato poteva permettere ai piloti della motogp di acquisire sensibilità sulla trazione e sulla derapata, cosa che nei primi anni del 2000 andava molto.
La data di presentazione ufficiale è il 25 settembre del 2009 in cui entra nel mondo delle due ruote la prima Zaeta racing, basata su telaio C&J, (società produttrice di telai per moto di dirt track negli USA) e un motore Yamaha 480 Rinaldi ed è subito emozione.
L'omologazione su strada avviene l'anno successivo e subito si comprende come questa moto si differenzia dalla concorrenza, Zaeta non è assemblaggio di componenti, Zaeta non è prendere una moto omologata far modifiche e proporre al cliente un prodotto definito "esclusivo", Zaeta è una moto costruita da zero, le geometrie, il  telaio, la sella, il serbatoio tutto made in Italy ed il tutto personalizzabile secondo le esigenze del cliente, Zaeta è un prodotto unico .
Con il nuovo modello la scelta è stata quella di prodorre tutto avvalendosi di società italiane, così il motore è quello della TM e soprattutto l'elemento distintivo che maggiormente colpisce, il telaio ricavato dal pieno, è realizzato dalla In-Motion di Verona che produce anche le ruote, facendola diventare di fatto a livello planetario una moto ITALIANA di dirt track.
Una moto che mantiene la filosofia derivata da moto da gara ma adattata all'uso stradale, una moto bassa, leggerissima e aggressiva sviluppata dietro le indicazioni e all'esperienza maturata sulle piste da Marco Belli.
La sede dell'appuntamento è sulle sponde del lago di Varese a pochi chilometri dal luogo dove la Zaeta viene assemblata. Si presenta a bordo della SUA moto, quella che fra poco andremo a testare. 
Fin dal suo arrivo non si può che restare ammaliati da questa opera d'arte. Essenzialità ed estetica prestate ad un modo di essere. Potenza e leggerezza prestate ad un modo di concepire la moto. 
 
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Dopo un breve scambio di battute la voglia di provarla è molta: andiamo?
Fin da subito le sensazioni sono intense: emozioni vere, rare, quasi anacronistiche. Personalmente ho avuto la fortuna di provare e guidare molte moto, specie quelle di ultima generazione, quelle in cui è l'elettronica a dettare legge privando l'utente di quelle sensazioni che fanno parte della parte più primitiva e istintiva del guidare una moto, con Zaeta si torna a "cavalcare" una moto. 
La versione data in nostro utilizzo è la dt530, dove DT sta per "DI TRAVERSO" e fin da subito verifico con il polso quello dettomi da Marco "Occhio che è un pò pepatina". Zaeta e' una moto vera con un motore impressionante, con strappi che possono ricordare i motori a due tempi tanto cari a migliaia di veri motociclisti. Sarà questa versione che è molto racing ma forse è addirittura troppo per una moto concepita ad uso stradale, piu' di una volta la moto tenderà a sollevarsi con l'aventreno anche quando sono con la terza inserita. A parte questo la sensazione è stupenda, in aperto conflitto con gli equilibri e la ricercata calibratura dei modelli di moto in commercio. Loro vanno dritto, Zaeta va di traverso, e si sente!
Un brand che identifica un modo di essere, in grado di raccogliere consensi tra tutti gli appassionati di moto e non solo, è di pochi giorni fa l'ufficializzazione della gestione del merchandising Zaeta da parte della VR46.
Una aggressività che increbilmente si fonde all'estetica realizzando qualcosa di raro: far incontrare due mondi che potrebbero sembrare lontani. Quello che vede la moto come oggetto di culto, che va lucidato coccolato e soprattutto mostrato con quello che la moto non la vuole mostrare ma la vuole vivere, con pieghe al limite e aperture di gas in uscita. Poche altre moto riescono a far collimare questi aspetti che troppo spesso distinguono due categorie di possessori di moto, anche in questo sta la sua esclusività. 
 
Ma torniamo alla nostra prova, la posizione per me alto oltre il metro ottanta è ottimale, l'altezza della sella di 800 mm. mi permette di controllare equilibri e pesi, se di pesi possiamo parlare perchè questo gioiello pesa con i liquidi 115 chilogrammi che se rapportati ai 64 cavalli ne fanno un rapporto di 1 a 2: impressionante per una moto omologata.
L'emozione successiva arriva dalla messa in moto dal rumore inconfondibile, il monocilindrico TM 530, che e' una goduria e resteresti a gustartelo per minuti. Non appena metto la prima rimango spiazzato dalle vibrazioni che arrivano alla sella, tuttavia  e' solo un attimo, tempo due curve e sono totalmente rapito, perchè è proprio nelle curve il bello di questa moto, con una ciclistica in grado di dare massima sensibilità e confidenza.
Passando per un centro cittadino cerco la mia immagine riflessa nelle vetrine e noto come molti altri oltre a me si girano ad ammirarla, non può lasciare indifferenti.
 
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Qualcuno l'ha proposta come alternativa al concetto di cafe racer, e sicuramente può essere una moto che gli amanti di questo tipo di moto dovrebbero vagliare, tenendo ben a mente che Zaeta ha prestazioni ben superiori alla media delle tante moto definite "esclusive" che si vedono spesso parcheggiate fuori dai bar, quelle con un patrimonio di accessori da migliaia di euro.  Listino alla mano il paragone è immediato e l'asticella di riferimento sembra essere quella, ma con l'acquisto di Zaeta non hai solo un oggetto da mostrare e le emozioni non derivano dal solo guardarla: con Zaeta le emozioni sono anche alla guida!
Nel frattempo che mi perdo in queste congetture le curve aumentano e la strada sale ed è proprio lì che Zaeta da il meglio di se, Marco ci dirà poi che oltre ad utilizzarla nel campionato flat track si sta pensando di impiegarla anche per i campionato di salita dove sicuramente non sfigurerebbe!   A livello di componentistica sulla Zaeta troviamo il meglio presente sul mercato, la frenata è affidata ai nostri Brembo che permettono di tirare al limite le staccate, all' anteriore troviamo una forcella Showa a steli tradizionali (in alternativa è disponibile una Ohlins a steli rovesciati)  e un bel mono pluriregolabile Ohlins al posteriore, i cerchi a raggi dritti poi sono dei veri pezzi di capolavoro artigiano con i nipple in lega leggera anch'essi ricavati dal pieno, tutto sulla Zaeta emozione continua.
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Curva su curva è un continuo avvicinarsi alla vera essenza dell'andar in moto, poche sovrastrutture, costruzioni o altro, solo il piacere di impostare la curva e sentire il mono che urla, che scalpita per rilasciare tutti i cavalli e non appena apri hai la risposta immediata, intuitiva e complice della moto. Eppure appena scendi hai un oggetto da guardare, mostrare e pavoneggiarti con tutti quelli che si fermano e la ammirano.
Quello che si è creato in questo pomeriggio è stata una immediata complicità, lei che a bordo strada ti fa gli occhi dolci, non puoi non cascarci è seduzione pura, ma è un gioco senza ombre o lati nascosti, quando è con te ti fa provare emozioni vere: la bellezza dell'essenziale, del poco ma tanto, del rude ma con classe, dello sporco ma  sul cromato, del traverso ma su strada. Certo non è una moto da turismo e per tutti ed il costo è proporzionato al prodotto finito e alle caratteristiche che lo identificano ma...l'esclusività è solo per pochi. E non tutti sanno stare in equilibrio precario, di traverso.
 

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