DediKato 2013

  • Stampa

dedikato

Misano Adriatico nel weekend appena trascorso è stato il teatro di una bellissima rappresentazione di sport in cui gli attori delle due ruote hanno messo in luce le loro qualità e la loro natura ed ancor più delle gesta sportive quelle umane fan iniziare l'eterno balletto del chi, come e quando. Non è nostra caratteristica narrare la cronaca, ciò che qui andiamo a raccontarvi non sono le imprese dei campioni che riscaldano il cuore degli appassionati, ma l'evento che ha fatto da contorno al gran premio, la manifestazione che alcuni anni a questa parte, attraverso una raccolta di fondi, vuole tenere in vita il ricordo in un piccolo grande campione.

Una serie di eventi a ricordo di un pilota che proprio dalla gente di romagna era stato adottato, un piccolo giapponese che troppo prematuramente ha dovuto interrompere la sua striscia di successi e di campionati mondiali vinti...perchè Dajiro Katoh avrebbe vinto altri mondiali e sicuramente la storia del motociclismo contemporaneo sarebbe stata diversa.

Di Katoh abbiamo voluto raccontare la sua storia fin da subito, perchè era un pilota che in pista sapeva far emozionare, non a caso il suo nome di battesimo - Daijiro- era stato storpiato da parte del suo team in "dagli un giro Katoh", quel 74 sulla carena significava gran gas e poi dopo la tragedia di Suzuka quel numero è diventato per sempre il suo numero.

Proprio per questo abbiamo voluto essere presenti all'edizione 2013 del Dedikato a ricordare i 10 anni dalla sua scomparsa. Il Dedikatoh, come mi piace chiamarlo a dispetto della denominazione ufficiale che ne ha tolto l'acca, è davvero una bella manifestazione: tanti ospiti importanti, una bellissima arena, campioni del passato, presenti e forse del futuro a rendere viva e concreta la passione per le due ruote. Il lavoro per allestire la stupenda arena nel cuore di Misano merita un grande applauso a tutti gli organizzatori ed anche la scaletta della serata è stata piacevole e scorrevole, la conduzione di Maglienti e di Sanchini ha trasmesso allegria a tutti i partecipanti. Se aggiungiamo poi che c'è stato anche l'intervento di Giuseppe Giacobazzi che ha intervallato le bellissime e combattuttissime gare su Ape car preparatissime con alla guida gli uomini del motomondiale e non solo (vedere l'ex pilota del motomondiale Alexander Barros, come ha detto il meccanico di gresini Fabrizio Cecchini, "venire dal Brasile a prender paga" contro lo stesso Cecchini) la sommatoria di tutto è stata una grandissima festa insomma. Da segnare fra le gare con l'ape la bellissima e combattutissima bagarre ingaggiata tra Sanchini e Meda quasi come a legittimare chi il prossimo anno dovrà essere la voce della Motogp sugli schermi di sky. Sarà la battaglia più entusiasmante fra tutte quelle viste con il Sankio a dar paga a Guido.

Una bellissima manifestazione soprattutto se pensiamo che sono stati raccolti oltre 20.000 euro tra vendite di magliette (la mia taglia a fine serata era già esaurita ed ho dovuto dirottare su un paio delle vecchie edizioni per mio figlio) e vendita di biglietti per la lotteria che vedeva come premio una stupenda 500 griffata "Sic 58" da Aldo Drudi con Paolo e Rossella Simoncelli ad estrarre il numero vincente.

Sarà proprio la fondazione Simoncelli la beneficiaria dei fondi raccolti durante l'evento a cui andranno aggiunti quelli dell'asta su ebay di oggetti autografati dai piloti del motomondiale. E' infatti il nome di Simoncelli che verrà più volte accostato a quello di Daijiro e ancora non se ne va quel groppo alla gola che sale quando Paolo Simoncelli prende la parola, il ricordo di Marco è ancora così terribilmente presente. 

Ci saranno poi gli interventi degli ex-piloti ora impegnati a tutti gli effetti nella federazione, Locatelli e Romboni con tutte giovani promesse del motociclismo italiano, quei piloti presi sotto l'ala del Team Italia. E proprio guardando queste due generazioni e i loro atteggiamenti che si capisce come è cambiato questo mondo.  Ragazzini di 16 anni che fanno la passarella tra il pubblico e salutano come star del cinema. Li guardo e penso a quei campioni del mondo, magari gli stessi che li stanno aiutando a crescere sia come piloti ma forse ancor più come persone, che quando avevano la loro età dormivano nelle tende fuori dai circuiti o nei furgoni, niente motorhome, manager o ufficio stampa.

Tuttavia a dispetto di alcuni che già si credono superstar, in alcune di queste future promesse del motociclismo riesci a scorgere nel loro modo di fare l'educazione, il rispetto e l' umiltà tipica dei grandi ed è naturale l'augurio che possano diventare dei campioni. Lo stesso modo di fare che aveva Daijiro e i tanti altri ragazzi che troppo presto han dovuto dire addio al loro sogno.

Me ne vado con un po di amaro in bocca perchè Sabato era la giornata clou dell'evento e mi sarebbe piaciuto, oltre che alla sua moto di allora, anche solo per far capire ai tanti bambini presenti, che sul telone al centro del campo in cui venivano trasmesse le immagini della serata, venisse trasmesso un piccolo filmato, bastavano solo 2 minuti, con le imprese di Daijiro magari con una voce che ne elencava i titoli e i meriti.

Bastava anche la voce fuori campo dei tanti che si sono alternati ai microfoni nella lunga serata, gli stessi che più volte hanno ricordato il Sic - che vive ancora nei nostri cuori - ma che non hanno speso neanche una parola per Andrea o lanciare un augurio ed un bocca in lupo a Eddi o anche ad Alessia. Eppure era facile ricordarsi di Lei perchè molti dei ragazzi volontari -coloro che hanno permesso la riuscita di questo bell'evento - che tutta sera hanno sfornato pasta, tagliato prosciutto e imbandito la tavola per i vip intervenuti, indossavano la maglietta di Ladypolita.  

Personalmente mi auguro che questo tipo di manifestazione si ripeterà ancora nei prossimi anni ma mi piacerebbe che oltre per strumento per la raccolta fondi diventi anche un vero e proprio appuntamento per commemorare il buon Daijiro, che sia un evento a tutti gli effetti dedicato a Katoh.