Doriano Romboni

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Parlare di Doriano Romboni oggi fa male. Alla morte non si è mai preparati, per quanto si cerchi di accettarla e elaborarla, nella morte non c'è niente di bello, di eroico, essa lascia un grande, profondo vuoto e ci ricorda che non siamo padroni del nostro destino. Romboni è stato uno di quei Re senza corona del motociclismo, un campione cui mancò la fortuna, non certo il talento per poter scrivere il suo nome nell'albo d'oro, ma cosa più importante era una bella persona, una persona sincera, appassionata di cui sentiremo molto la mancanza. 

Erano gli anni 90 quando l'Italia delle due ruote era al vertice delle classifiche mondiali e Romboni insieme a Capirossi ,Biaggi e Reggiani formava il quartetto delle meraviglie.

Non vinse come Capirossi e Biaggi il titolo mondiale e raccolse meno di quanto avrebbe meritato ma come velocità in pista non era secondo a nessuno. In lui convivevano due personalità, il mastino della pista, il duro ma mai scorretto e il buono che appariva una volta tolto il casco. Era Ligure come Lucchinelli ma oltre alla parlata tipica e al fatto di accendersi una sigaretta al termine della gara le somiglianze finivano lì, in quanto Romboni era un antidivo, un ragazzo semplice e schivo. Debuttò nel mondiale nel 1989 mettendosi subito in mostra per alcune belle gare ma già l'anno successivo vincerà due gare e contribuirà, grazie al gioco di squadra italiano, a dare il primo titolo mondiale a Capirossi. Era infatti necessario che Hans Spaan arrivasse quarto e fu grazie anche a Romboni e Bruno Casanova oltre che al compagno di squadra Fausto Gresini che Loris poté diventare campione del mondo nelle 125.  

Il video della sua vittoria ad Assen 

Era bello da vedere in moto, in 125 aveva già uno stile che sembrava perfetto per la 250. Nel 91 ci fu il passaggio alla categoria superiore, in sella ad una Honda con cui disputò negli anni a venire le gare che lo avrebbero consacrato idolo per alcuni e ottimo pilota per altri, di sicuro tutti ne ricorderanno le doti sportive. Dopo il primo anno senza risultati di rilievo Doriano inizia ad ingranare nella seconda parte della stagione '92 candidandosi prepotentemente come protagonista assoluto per la stagione '93.  In quel 1993 a metà stagione è secondo nel mondiale dietro ad Harada grazie anche a due vittorie di fila che gli danno fiducia e consapevolezza dei propri mezzi. Su tutte vogliamo ricordare la vittoria del Gran premio d'Austria, nella memorabile battaglia ingaggiata con gli altri campioni italiani in cui Doriano mostra a tutto il mondo una delle sue migliori doti, la staccata. 

La vittoria nel gran premio d'Austria 

Sembrava essere il suo anno, perchè molti dell'ambiente aveva capito che Rombo sarebbe potuto arrivare lontano, aveva talento, tenacia e caparbietà rare. Ma in quella stagione, ad Assen si manifestò tangibile e concreta una compagnia che non abbandonò mai Doriano durante tutta la sua vita agonistica e non solo. In staccata la sfortuna fece la sua prima impetuosa apparizione nella carriera agonistica di Doriano Romboni. Ricordiamo come è andata. I protagonisti sono tutti italiani. Ad una curva Capirossi frena in anticipo, Biaggi per evitarlo si attacca ai freni, Doriano invece che era attaccato a Biaggi lo tampona. Durante l'urto la carena di Romboni piega lo scarico di Biaggi che si ritira mentre Rombo continua con la carena rotta che dopo poche curve inizia a spostarsi e in una esse veloce la Honda di Doriano sbacchetta e la carena si incastra nello sterzo. Romboni cade, si rompe tibia e perone, gamba spezzata così come la sua carriera.

Intorno al minuto '16 il contatto che avrebbe segnato la carriera di Doriano

Una serie di episodi che fanno dire che la sfortuna a volte prende di mira una persona e sembra volerla continuamente metterla alla prova, togliendo quelli che se esistesse meritocrazia dovrebbe essere riconoscimenti dovuti. Tornerà a correre, complessivamente farà 5 stagioni con la 250 con il quarto posto nel mondiale nella stagione 1994 come miglior risultato, regalando grandi emozioni a tutti gli appassionati ed entrando, per quel suo stile sempre tutto coraggio e combattività, nel cuore di tanti amanti dei motori.

Alcuni piloti di oggi lo ringraziavano per avergli insegnato e trasmesso questo modo di intendere e vivere la professione, a molti insegnò come buttare il cuore oltre l'ostacolo, ed è forse anche per questo che avrà per sempre un posto speciale in un angolo di cuore di tutti noi.

Successivamente andò in 500 con Aprilia V2 che non era al livello delle 4 cilindri, ma ad Assen quasi riuscì a mettersi dietro Mick Doohan e la sua super Honda andando a podio ed ottenendo il miglior risultato con la moto di Noale. Nel 1998 corse qualche gara con la Muz Weber, poi la sua carriera terminò nel mondo dei GP. Si trasferirà nell'altro campionato, quello SBK in sella alla Ducati tuttavia anche lì, quella maledetta compagnia di vita si ripresentò, durante una terribile caduta nella gara corsa sul circuito di Monza dove si fratturò pesantemente la gamba destra, la stessa del primo grave infortunio occorso nel '93 ad Assen. Terminerà la carriera nel 2003, anno in cui ritornò a correre nell’italiano Superbike con la Yamaha. Nel 2004 partecipò come wild card a una prova del mondiale andando in entrambe le manche a punti.

Una carriera intensa, un talento smisurato che raccolse, come altri prima di lui, davvero poco per quello che avrebbero meritato. La carriera di Romboni fu fatta di momenti, di episodi che fanno dire "che sfiga" perchè tante, troppe volte non arrivò dove avrebbe meritato di essere, davanti a tutti sul gradino più alto del podio.

Ci eravamo visti al Dedikato e ci saremmo dovuti trovare presto per parlare del suo ruolo e del nuovo progetto che lo vedeva impegnato, c'è tempo ci eravamo detti, ora so che il tempo è scaduto. 

Nelle ore successive alla sua morte le tante persone che lo hanno conosciuto oltre che per le sue gesta sportive parlano di Doriano per quello che era, un padre di famiglia innamorato della moglie e delle figlie, una bella persona, per bene e con un grande cuore. Abbiamo voluto ricordarlo con i video delle sue vittorie e con una immagine in bianco e nero di un grande artista che attraverso le sue foto ci fa vivere grandi emozioni, Gigi Soldano.

Il nostro pensiero ora va alla famiglia, alla moglie e alle sue tre figlie. Noi siamo sicuri che il grande Rambo, ovunque sia, da grande guerriero che era sta tirando delle staccate al limite.