Omobono Tenni - 1ma parte

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Capita che ti perdi nelle letture di un libro che racconta le gesta di personaggi quasi mitologici, cavalieri che sfidavano la nera signora a bordo di cavalli di ferro che nella precarietà avevano il loro fondamento.

Leggi le gesta di un uomo che in quei lontani anni 30 venne ribattezzatto dalla stampa internazionale in diversi modi ma tutte a esprimere l'ammirazione per un pilota unico: black devil in Inghilterra, corridore atomico in america, siluro terrestre in germania.

Scopri poi che un ex-pilota ed ora forse il giornalista di moto più conosciuto, in una sua intervista afferma di esserne la reincarnazione.

Scopri che fino a non molti anni fa per definire un gesto tecnico di estrema audacia e spericolatezza veniva chiamato in causa questo personaggio. Uno dei massimi complimenti che un pilota poteva ricevere tempo fa era sentirsi dire “curvi alla Tenni”, e allora cresce ancor di più la curiosità su questo pilota, e vuoi saperne qualcosa di più su Omobono Tenni.

Vieni poi a conoscenza che c’è uno stadio (quello di Treviso) intitolato a lui, così come un monumento in sua memoria presso la sede Guzzi.

Chi era Omobono Tenni, nato il 28 Luglio 1905 a Tirano ? E’ stato il dr.Jekill e Mr. Hyde del motociclismo, la cui pozione magica che lo faceva trasformare aveva un nome: velocità.

Tenni/Jekill era un uomo riservato, schivo, che quasi faceva fatica a parlare di se, quando Bianchin doveva scrivere la sua biografia racconta le difficoltà nel riuscire a strappargli testimonianze, un uomo dalla riservatezza che definì francescana.

Un uomo che però sulle moto cambiava, si trasformava, diventando un'altra persona ed ecco che la mutazione avveniva e emergeva dal suo profondo io il Tenni/Hyde. Un pilota alla ricerca della sola e pura velocità, dell'ebbrezza, della follia. Una persona diversa rispetto al serafico e riservato Tenni/Jekyll, la pozione  lo trasformava, lo portava ad una sfida con se stesso, alla ricerca continua della velocità. Un approccio che lo portò a moltissime cadute ma anche a una innumerevole quantità di record sul giro nei tracciati in cui ha gareggiato.

Tra le poche frasi che era solito ripetere affermava "Mi ritirerò solo quando avrò trovato uno più veloce di me".

Nel periodo 1924-1931 si impone all’interesse nazionale per lo stile senza parsimonia che lo porta a vincere diverse gare importanti in molti tracciati cittadini. Inizia nel '24 con biciclette a motore, ed è difficile ricostruire come si svolsero questi primi contatti con questa mistura magica. Se dovessimo appuntare una data va segnalato il 30 marzo 1924, giorno in cui il presidente del motoclub di Treviso lo fece gareggiare con una GD, sempre bici a motore, con cui ottenne il primo di categoria, il giro più veloce e un secondo assoluto. Le finanze non gli permisero di acquistare una moto vera e resta con le bici a motore fino al '28, impressionando tutti per la guida senza limiti. Nel '29 riesce ad acquistare una Norton usata con la quale dopo poche apparizioni fece primo assoluto alla Trieste-Opicina e da lì inizia il mito Tenni.


Le vittorie sono iniziate e continueranno a ripetersi. Vittorie che fanno da contraltare alla molte cadute dovute ad uno stile di guida senza parsimonia, una audacia che a detta di molti era eccessiva e senza nessun calcolo. 

Per Tenni non era la vittoria il fine ultimo, ma la ricerca della velocità che lo portava ad utilizzare il mezzo fino oltre i limiti ignorando i rischi che questo comportava. Gli esperti del settore erano concordi su una cosa, per Tenni la vittoria era solo un dettaglio: l'essenziale per lui era andare forte.

L'episodio di svolta nella sua carriera arriverà a Stradella in una gara cittadina a cui era iscritto con la sua Norton, vecchia e piena di rammendi. Nonostante le numerose vittorie, tra cui il Gran premio Reale di Roma al littorio, non era infatti ancora riuscito ad ottenere una moto ufficiale. All'epoca la massima aspirazione per un pilota era poter gareggiare con la Moto Guzzi, Tenni sarebbe entrato nella squadra ufficiale, come disse lui stesso, "anche come ultima ruota del carro". In quella occasione fu avvicinato da Alzo Zambrini direttore sportivo della Bianchi, che gli offrì di gareggiare nelle 500 con la sua moto. Complice la pioggia, il duello che nacque con Aldrighetti fu di grande spessore oltre che avvincente, e gli permise, grazie al bel secondo posto ottenuto, di mettere in mostra le sue doti alla dirigenza della squadra di Mandello, presente in quella gara.

Fu in questo modo che ottenne una Guzzi, anche se non supportato dalla squadra ufficiale per la stagione '33. Le prime gare sono caratterizzate da diversi ritiri, ma Tenni impressiona per la sua velocità che nessuno era in grado di eguagliare. In ogni gara a cui partecipa aumentano le persone che vogliono vedere le sue gesta. Appassionati che restano esterefatti dalla sua spregiudicatezza a cui si unisce un modo unico di affrontare le curve, quasi allargarle per poi chiuderle di colpo in fase di raccordo dominando la moto con la sola fisicità. Uno spettacolo vederlo in moto!


Un episodio su tutti  racconta cosa significava assistere ad una gara di Tenni. Era il 15 ottobre 1933 sul circuito del Littorio per il "Trofeo della velocità" con la bicilindrica 500. C'è una curva, una doppia curva, denominata "il raccordo" sul cui asfalto si consumerà l'essenza stessa di Omobono Tenni. E' un pezzo tecnico, impegnativo, impensabile da fare a piena velocità. Impensabile per qualunque corridore, non per Tenni/hyde che esegue questa curva a gas completamente aperto, entusiasmando il pubblico presente, nessun pilota si avventurò in un simile rischio. Questo modo di percorrere la curva gli permise dopo pochi giri di avere già un vantaggio consistente su tutti gli altri pilloti. Tuttavia Tenni, invece di amministrare e portare la moto vittoriosa al traguardo, continua a ripetere quel passaggio nello stesso modo, a quella pazzesca velocità, con la moto che sbacchetta destra e sinistra sempre sul punto di cadere. Nonostante fosse primo, con un notevole vantaggio sul secondo, si presentò ancora all'appuntamento con quella curva senza riserve e con lo stesso approccio, ma questa volta sfidò troppo le leggi della fisica e cadde a 180 chilometri orari (velocità rilevata dai cronometristi). Il pubblico che nei girii precedenti era estasiato e in preda al delirio, si ammutolì di colpo creando un clima irreale con solo il rumore dei motori che riempivano l'aria, mentre Tenni scivolava per oltre 300 metri. Una strisciata che sembrò non finire mai. Finito di ruzzolare Tenni corse verso la moto per rimettersi in moto, ma si accorse che il gas era rotto rendendo inutilizzabile il mezzo.  La stampa di allora non conosceva l’effetto della pozione sul posato e risoluto Tenni/Jekill e si chiedeva perché mai doveva tirare in quella maniera forsennata quando dopo soli due giri aveva già un vantaggio di un terzo di giro sul secondo. Un dare gas in continuazione senza apparante motivo, un agire irruento e immotivato dove nessun altro si sarebbe arrischiato, un buttarsi a capofitto nelle curve e rischiare dove non ce ne era apparente motivo.

Tenni/Hyde disse una volta "Ma tu credi che il pubblico va a vedere le corse per vedere se arriva prima Gilera o se arriva prima Guzzi? No, va a vedere le corse perchè vuole vedere andare forte". Alla domanda perché non amministri e gestisci la gara rispondeva "Mi sento di derubare il pubblico".

Tuttavia questo gesto non portò la dirigenza Guzzi ad escluderlo, a farlo divenire ultima ruota del carro, anzi, forse per il suo stile di guida che richiamava migliaia di persone che correvano per ammirare le sue gesta,  nel 1934 lo fece passare nella squadra ufficiale.

Con la moto ufficiale si susseguono vittorie e soprattutto giri veloci, il 20 maggio 1934 sulla pista del Littorio al Gran Premio d'Italia - Trofeo Internazionale velocità, riesce a battere, vincendo di soli 2 secondi, tutti i campioni di allora, comprese le star internazionali del Turist Trophy. Quell'anno si conferma campione italiano delle 500, risultato già ottenuto l'anno precedente.

Fu l'anno successivo che Tenni su Guzzi, dopo tre ore e tre minuti realizzò un capolavoro, quella che fu definita la gara motociclistica più spettacolare degli anni 30. Era il 28 luglio 1935, l'undicesima Coppa del Mare, 246 chilometri complessivi. In quella occasione Tenni compì i tredici giri del tracciato tutti allo stesso tempo, incurante del vantaggio (che ormai era abissale sul secondo) anche nei giri finali continuò ad andare e a velocità esasperata, senza rallentamenti, un'azione continua e costante: il secondo giunse a 10 minuti di distacco ed il terzo a 15 minuti !

Si crea il mito Tenni e per consacrarlo definitivamente a leggenda c'è una impresa da compiere: essere il primo straniero a vincere il Turist Tropyh. Si presentò in terra inglese con questo obiettivo, ma qualcosa gli dovette far rimandare l'appuntamento....TO BE CONTINUED