Kim Newcombe

 Fra le tante storie ed avventure nel motociclismo, quelle che appassionano di più sono quelle che vedono per protagonisti persone geniali, cavalieri senza macchia e senza paura protagonisti di quel mondo delle corse che oggi non esiste più.

L'ardore della fantasia e dell'inventiva negli anni ha permesso di raggiungere ad alcuni intrepidi valorosi risultati che sembravano impensabili tenendo conto della pochezza dei mezzi di cui disponevano.

Uno di questi magnifici visionari di cui parleremo oggi veniva da lontano, dalla Nuova Zelanda, indossava un casco con l'emblema del Kiwi, l'uccello simbolo del suo paese, progettò e guidò una delle moto più incredibili che si siano mai viste portandola ai vertici del campionato mondiale con pochi mezzi e tanti sacrifici.

Questo è il racconto dell' avventura di "Kim" Newcombe e della sua incredibile Konig che nei primi anni 70 del secolo scorso corse nella categoria più difficile, la 500cc, sfidando il dominio di Giacomo Agostini e dell'invincibile MV Agusta.

Keith "Kim" Newcombe nasce il 02 gennaio 1944 a Nelson in Nuova Zelanda, fin da piccolo si appassiona alla meccanica campo in cui mostra notevoli doti.

La passione per la meccanica è pari a quello per le corse così, spinto dal desiderio di confrontarsi con gli altri corre nel motocross ma si cimenta anche nel flat.track e con lo speedway.

La voglia di conoscere altre realtà lo porta al trasferimento prima in Australia dove oltre a gareggiare nel motocross in sella ad una Maico svolge vari lavori e successivamente nel 1968 in Germania, dove alla ricerca di un lavoro si presenta alla sede della casa motociclistica per cui aveva gareggiato.

Contrariamente alle sue aspettative, non trova lavoro alla Maico e ripiega per la fabbrica di motori marini Konig che conosce bene avendo lavorato su di essi come meccanico in Australia, molto apprezzati e validi,  con cui lo stesso titolare Dieter Konig è stato più volte campione europeo di fuoribordo.

La "favola" di Newcombe, cui però manca il lieto fine inizia in quella fabbrica dove sotto ad un telo "dorme" un motore Konig 500 montato su un telaio artigianale di motocicletta.

 

L'immagine di quella moto, poco più di uno scheletro colpisce talmente Kim che decide all' istante di "svegliarlo" e di corrervi.

L'impresa è laboriosa, le capacità non mancano ma tanti sono i problemi che bisogna risolvere,  dal motore nato per equipaggiare i fuoribordo che con la configurazione boxer rende difficoltoso l'inserimento nel telaio della motocicletta, l'assenza del cambio di velocità solo per citare i più significativi.

Il motore viene montato longitudinalmente mentre per il cambio dopo averne provati diversi modelli la scelta cade su un Schaftleiner a 6 marce e trasmissione primaria esterna a catena.

Viene inoltre montato un radiatore dell'acqua della capacità di quattro litri per assicurare il corretto raffreddamento del motore.

Il motore montato sull' unità è un due tempi, quattro cilindri boxer  raffreddato ad acqua con ammissione a disco rotante con una potenza superiore di oltre 90 cv a 10000rpm, costruito interamente in alluminio.

Risolti i principali problemi la moto viene portata al debutto da Newcombe che all'esordio assoluto in pista vince, questa sarà la molla che spinge alla prosecuzione del progetto che si è dimostrato molto valido nel complesso ma poco maneggevole per via del lungo interasse come confermerà anche John Dodds che la terrà al battesimo nel Campionato Mondiale ad Hockenheim nel 1971 conquistando un lusinghiero decimo posto al termine della competizione.

Kim continua nel suo progetto totalmente da solo fino all'arrivo di Horst Lahfeld che costituirà con lui la totalità del Team Konig nelle stagioni successive con Newcombe come pilota dopo l'interruzione del raporto con John Dodds.

Il lungo lavoro svolto da i primi frutti, arrivano le prime soddisfazioni con la conquista del primo podio mondiale, uno splendido terzo gradino del podio nella prova di apertura del campionato del mondo 1972 corsa sul vecchio Nurburgring per merito di Newcombe. La stagione del piccolo team tedesco è positiva, pur non avendo disputato tutto il campionato vede altri due podi per merito ancora del pilota della Nuova Zelanda al Sacsenring nel gran premio della Germania Est e della seconda guida Eickelberg nel gran premio di Yugoslavia.

Le buone prestazioni suscitano l'interesse dei piloti privati, arrivano le prime richieste e si decide di costruire un piccolo lotto di moto complete e di vendere i motori sciolti che trovano nei sidecaristi i maggiori estimatori.

La stagione 1973 che porta in dote alla Konig un nuovo telaio costruito con l'aiuto di uno specialista in modo da eliminare i problemi di guidabilità della moto, porta grandi aspettative nel piccolo team.

Con una manciata di ricambi Newcombe e Lahfeld che ricoprono i ruoli di pilota, meccanico, autista, cuoco, segnalatore, aiuto meccanico e tuttofare sono pronti per sfidare l'invincibile potenza Mv guidate da Agostini e Read e la debuttante Yamaha 2 tempi affidata a Saarinen e Kanaya.

 

L'avvio della stagione in Francia vede il trionfo della Yamaha di Saarinen su Read con Mv davanti al compagno di Saarinen Kanaya con Newcombe quinto.

Sul veloce circuito di Salisburgo in Austria Saarinen concede il bis davanti al compagno di squadra con Kim che guadagna il terzo gradino del podio.

Poca fortuna per Newcombe nel gran premio di Germania Ovest ad Hockenheim dove è costretto al ritiro ma giornata positiva per la Konig che guadagna un altro podio con Ernst Hiller e piazza altre due moto nei primi otto.

Il 21 maggio 1973 è una data impressa nella memoria di tutti gli appassionati, quel giorno è previsto il gran premio d'Italia a Monza e in un terribile incidente all'avvio della classe 250cc muoiono Renzo Pasolini e Jarno Saarinen due dei piloti più forti ed amati dalla gente. Una tragedia immane, che porta all'annullamento della gara delle 500cc.

I successivi appuntamenti sono su circuiti molto pericolosi, rispettivamente sull'isola di Man e sul tremendo stradale di Abbazia in Yugoslavia vengono disertati da quasi tutti i big, mentre Newcombe dopo aver disertato il TT si presenta in Yugoslavia dove vince e passa così in testa alla classifica del campionato del mondo.

Una moto "scoperta" nel retro di una fabbrica di motori marini, con due persone come componenti della squadra compreso il pilota è al comando della classifica del campionato del mondo nella categoria più difficile e prestigiosa la 500cc.

 

In Olanda ad Assen, Kim ottiene un bel secondo posto alle spalle di Read, mentre nel magico circuito nel cuore delle Ardenne  a Spa- Francorchamps in Belgio in una gara vinta da Agostini su Read non va oltre il quarto posto e perde il primato in favore dell'inglese del MV.

Tanta è la voglia di riscatto in Cecoslovacchia, ma sullo stradale di Brno per tenere il passo del duo Mv cade durante l'ultimo giro quando è in terza posizione. Vince Agostini dopo una dura lotta con Read.

In Svezia ad Anderstop nella pista ricavata in un ex aeroporto militare Newcombe disputa un ottima gara e termina al terzo posto dietro al duo Mv con Read che precede Agostini dopo una gran battaglia.

La possibilità di conquistare il titolo sono quasi compromesse, Kim deve precedere Read nel prossimo Gran premio di Finlandia per sperare ancora nella matematica e rimandare l'assegnazione del titolo all'ultimo appuntamento iridato in Spagna.

L'impresa non riesce Kim conclude la quarto posto, Read secondo al traguardo è Campione del mondo.

Kim è vicecampione davanti ad Agostini, è sconfitto ma dimostrato al mondo le sue capacità di pilota e costruttore.

Approfittando della lunga pausa prima dell'ultimo gran premio in Spagna a Jarama si reca in Inghilterra per partecipare ad una serie di gare internazionali attirato dal buon ingaggio offerto e dagli ottimi premi di arrivo.

Newcombe l'undici agosto 1973 a Silverstone porta in gara una versione maggiorata della Konig costruita per partecipare al trofeo FIM 750.

Dopo una buona partenza è al comando per i primi giri quando per cause mai chiarite completamente cade e impatta in un punto non protetto dalle balle di paglia.

L'urto è violento e le sue condizioni appaiono subito molto gravi. La bella favola di Kim terminerà tre giorni dopo questo terribile incidente, muore il 14 agosto 1973 a 29 anni lasciando la moglie e il figlio di soli quattro anni e i tanti che gli volevano bene.

 Termina così la storia di questo grande uomo e della sua fantastica, "folle" motocicletta. Nessun altro pilota saprà in futuro ottenere i risultati di Newcombe in sella alla Konig nella stagione 1973.

Quella che per tutti sembrava un'impresa come quella di Don Chischiotte contro i mulini a vento, era diventata una bella anche se tragica favola, quella dell'uomo venuto da lontano e di quella moto "addormentata" che come il principe delle favole "svegliò" e che portò sulla cima del mondo.

 Se volete potrete conoscere la favola di Newcombe e la Konig nel film- Love, Speed and Loos in lingua inglese.

Vlad

 

 

 

 

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