Intervista a Davide Tardozzi

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Abbiamo avuto il piacere di conoscere meglio Davide Tardozzi qualche tempo fa e abbiamo avuto la conferma della grandezza tecnica del professionista oltre che i valori dell'uomo. Allora non era ancora nel team che oggi sta facendo sognare molti e regala grandi emozioni a tanti appassionati. Proprio per questo motivo abbiamo voluto contattare quello che per noi è uno degli artefici di questa rinascinata.

Buongiorno Davide, prima di tutto volevamo chiederti come va? Smaltita la delusione dell'ultima gara? Con la sfiga avete dato. Non parlerei di sfiga, abbiamo fatto degli errori e gli errori si pagano.  Questo tuttavia non va a toccare minimanete le cose belle che abbiamo fatto fino ad adesso. Anche l'ultima gara entrambi i piloti han fatto grandi cose.

Ti aspettavi di vederli subito così davanti? In tutta onestà io credevo moltissimo che la moto sarebbe stata competitiva fin dall'inizio. E' andato sopra le aspettative il fatto che non abbiamo avuto problemi di gioventù. 

Se dovessi ripartire i meriti di quello che state raccogliendo? Io credo che i meriti siano difficilmente divisibili. E' chiaro che si parte da Gigi e dalla forza è che ha trasmesso. Anche se lui stesso ha confidato di aver trovato in Ducati una competenza, un know-how che non si aspettava di così alto livello. Questo ambiente, la voglia dei piloti di far bene e le tante competenze hanno permesso di ottenere questi risultati.

Tu hai conquistato mondiali superbike, sei stato uno dei grandi protagonisti delle derivate di serie, che differenze hai riscontrato rispetto al mondo Ducati Superbike che hai lasciato e soprattutto quanto si sente la mano della nuova proprietà?   Audi si è posta in maniera ferma e intelligente. Ferma perchè ha detto che in motogp Ducati doveva esserci e doveva esserci al top. Intelligente perchè ha offerto del materiale che avevano a disposizione ma delegando totalmente quello che era la progettazione della moto. Non c'è stata nessuna invasione  da parte loro. La moto è stata fatta totalmente a Borgo Panigale con il loro supporto ma senza nessun tipo di intromissione.

Possiamo quindi dire che se anche la proprietà è là dobbiamo essere orgogliosi perchè è un prodotto completamente italiano. Assolutamente si.

Hai gestito pilloti di spessore e pluricampioni del mondo, come ti sei trovato coi due Andrea, soprattutto con Iannone che a volte viene criticato per il suo modo irruento di vivere le gare o preso di mira per quello che alcuni definiscono il suo essere "tamarro". Non so come definire il termine tamarro, a Andrea piace un determinato tipo di moda e ha questa passione.  Ha questo modo di porsi alcune volte elegante e diverso da quello che è il consueto, inteso come il clichè di abbiagliamento che tutti comprano. Lui è diverso, lui è se stesso e io apprezzo questo. Vuol dire che ha un suo modo di essere, un suo modo di vivere, ha una sua identità. Per avere una propria identità bisogna avere più forza di quelle pecore che seguono il gregge.

E invece quando viene accusato di essere troppo aggressivo sulla moto ? Io credo che Iannone sia crescuito tantissimo quest'anno, ha portato a termine 4 gare in modo intelligente, ha fatto il massimo che poteva fare in quelle condizioni. Aggiungo che il massimo che ha fatto è stato ottenuto nella gara a Jerez, perchè guidare nelle condizioni in cui era la moto e recuperare tutte quelle posizioni e fare sesto, per un errore suo ricordiamocelo, è stato qualcosa di importante. Vedendo quanto girava coi limiti che aveva la moto è stato incredibilmente veloce.

Così come la grande rimonta di Andrea. Anche lui sta facendo un grandissimo campionato e la rimonta della gara scorsa non è che la conferma della sua grandezza.

Con quello che state raccogliendo però troppo spesso la stampa ridimensiona i vostri risultati a dispetto dei soliti nomi. Non vi da fastidio il parametro due pesi e due misure ? Si parla di chi vince. Bisogna dare anche i meriti a chi li ha. Quando noi batteremo chi vince, e credo che questo arriverà molto prima che poi, avremo fatto qualcosa di importante.

Chi ritieni essere il vostro avversario numero uno del terzetto ? Io credo che in funzione delle varie piste emergerà uno o l'altro. Lorenzo lo davano per smarrito e l'ultima gara ha stravinto. Sarà la pista, la condizione mentale o fisica, la messa a punto della moto a dire chi tra i tre potrà prevalere, non vedo uno che possa prevalere sugli altri in senso assoluto. Ci sono tante variabili. Continueranno a vincere a rotazione.  Spero che a breve da tre il numero poi diventi 5.

A questo punto come vedi il mondiale per Ducati, obiettivi 2015 e 2016? Io credo che l'obiettivo per il 2015 di una vittoria sia nettamente perseguibile. Quando parlo di vittoria intendo una vittoria vera, battendo gli altri in condizioni ottimali, non fortuita. Per quanto riguarda il 2016 l'obiettivo è lottare per il mondiale.

Sarebbe un granidissimo traguardo vedere la rossa là davanti a giocarsela. Noi pensiamo che la moto dopo un anno di apprendistato e messa a punto, nel 2016 sia pronta a giocarsi il mondiale.

Oggi cos'hanno Honda e Yamaha più di Ducati. Sono più avanti di noi, sono più a punto. Noi non abbiamo ancora investigato quelle che sono le possibilità di ciclista e di elettronica di questa moto. Abbiamo ancora dei margini di crescita che ancora non conosciamo. 

E quanto potrebbe essere questa crescita? Non sappiamo nemmeno se il margine di crescita può essere dello 0,5 del 2 o del 10%. Finchè non abbiamo fatto tutti i test e le prove del caso ancora non lo sappiamo. 

Ormai sei al secondo anno di motogp, come valuti questa tua esperienza e che tipo di contributo ritieni di aver dato alla squadra.  Mi sto trovando non bene, benissimo. Con tutto il team e i piloti. Sono felice di essere qui in questo gruppo e di dare il massimo. Poi quale è il mio contributo sono altri che devono dirlo.

Noi riteniamo che il contributo di Davide Tardozzi in questi risultati Ducati sia di grande importanza e ci auguriamo che nel suo palmares di titoli mondiali a breve si possa aggiungere quello della motogp.