Wayne Michael Gardner

I piloti per loro natura trasmettono emozioni. Solo l’abbigliamento, quella forma di moderna armatura che li spinge a gareggiare, affontare il rischio alla ricerca della velocità e dell'ebrezza a dispetto di tutti i rischi che serpeggiano e si annidano in ogni centimetro di asfalto, provocano emozioni.

Ci sono poi alcuni piloti che riescono a regalare maggiori emozioni, vuoi per gesta sportive, vuoi per atti eroici, vuoi per un modo di fare e essere.

La scelta poteva cadere su centinaia di nomi, tuttavia abbiamo deciso di aprire la sezione piloti con un pilota che ha fatto emozionare un intero popolo portando il motociclismo nel loro cuore, ed è probabilmente grazie alle sue gesta che altri campioni della terra dei canguri si sono avvicendati regalandoci tante emozioni nel corso degli anni. Un campione che ha attraversato momenti difficili ed ha donato al nostro sport bellissime imprese.

Wayne Michale Gardner nasce l'11 ottobre 1959, a Wollongong, una città costiera a 80 km a sud di Sydney, sarà l’antisegnano di una stirpe di piloti made in Australia che molte lezioni di guida  impartirà ai diretti avversari.

Fin da piccolo si fa notare come un ragazzino ribelle, anticonformista, un larrikin secondo lo slang australiano, che lo porta a sfrecciare  come un pazzo in bicicletta tra le strade e a 13 anni scappare dai polizziotti a bordo di un kart costruito dal padre su rotttami di un vecchio motore tosaerba. La folgorazione della moto avviene in una discarica quando vede una vecchia Yamaha 80 agricola che riesce a comprare al prezzo di 5 dollari, seguiranno poi una mini-moto e una moto di dirt-track all’età di 15 anni.

L’esordio in una gara su strada arriva 17enne su una Yamaha 125 e arriva secondo.  Al suo primo campionato, anno '77 stagione australiana, quasi va sul gradino più altro del podio alla prima gara, appuntamento a cui non mancherà in quella successiva.

Il '78 è caratterizzato dalle continue cadute, (caratteristica che si ritrova in tanti altri campioni all'inizio di carriera) “O vince o cade”. La prima vittoria importante avviene l’anno successivo quando con la 750 vince la Castrol 6 ore, che gli apre le porte per le prime trasferte europee.

L’impresa sotto la pioggia dell’80 durante il campionato australiano impressiona Mamoru Moriwaki il proprietario di un team alla ricerca di un pilota da ingaggiare per il campionato inglese per la stagione '81.

Inizia la sua carriera in terra inglese, alla prima gara finisce quarto e a Cadwell Park coglie la prima vittoria. La vita fuori dal suo paese è dura,  i soldi sono pochi, dorme nella sua auto, una vecchia Austin 1800 ma la passione e la voglia di emergere fa dimenticare tutto questo. A fine maggio cade e si rompe le caviglie, nonostante questo si presenta in Giappone  con un gesso al piede per la 8 ore di Suzuka e davanti al pubblico giapponese coglie la prima delle 4 vittorie nella classica di casa Honda (ad oggi è il non giapponese ad aver vinto il maggior numero di competizioni).

La stagione '82 è un mix. Corse con le quattro tempi come privato in alcune gare europee e  Campionato Britannico Streetbike con la Honda in squadra con Haslam. 

L’anno 83 bussa alle porte del mondiale 500 con una honda tre cilindri, tuttavia il suo esordio coinciderà con un episodio che resterà per sempre impresso nella mente dei motociclisti. Dopo essersi qualificato nei primi dieci, poco dopo la partenza, il campione del mondo Franco Uncini gli cade davanti, si rialza prontamente, e cerca di correre a bordo pista quando sopraggiunge Wayne che con il lato destro del manubrio lo colpisce al casco strappandoglielo e facendo cadere Uncini a terra. Questa caduta provocherà al nostro campione una frattura cranica, frattura del naso e diverse costole rotte, ma è il coma successivo a tenere tutti in apprensione, una battaglia con la nera signora durata diversi giorni che avrebbe spinto al ritiro Wayne se Franco non si fosse più risvegliato.

Franco vince la sua battaglia e si riprende, così Wayne decide di tornare a gareggiare, e come sempre è la convinzione dei propri mezzi oltre che la passione che lo spingono a compiere l’investimento e la scommessa che gli cambiò la vita.

Per  la stagione 84, il suo team non voleva avventurarsi in nessuna gara del mondiale ma limitarsi al campionato inglese, ma Wayne li convinse a iscriversi ad alcune gare. Tuttavia convincere il team manager non fu facile e alla fine si raggiunse un compromesso : il team metteva la moto e ricambi mentre lui avrebbe pagato per meccanici e tutte le trasferte (costo complessivo di £ 15.000). Risultato: quarto nel primo GP della stagione a Misano e terzo in Svezia, montepremi guadagnato con questi risultati : £. 12.000, scommessa vinta.  Finì la stagione al settimo posto partecipando a solo 5 gare! Quella stagione vinse il titolo britannico con 4 vittorie su 5 gare e il titolo TT F1 con otto vittore su nove gare.

Ormai è alle porte dell’olimpo dei grandi e con la stagione '85 parte l’avventura nel mondiale con la Honda Britain NS500 sponsorizzata Rothmans. La stagione è segnata dal podio nella prima gara della stagione, da una vittoria sfumata a causa di un pneumatico difettoso quando era in testa in Francia, chiuderà il campionato al quarto posto davanti ai suoi diretti compagni di squadra e vincendo ancora la 8 ore di Suzuka.

L’anno 86 arriva la promozione: team ufficiale con moto uguale a quella di Spencer.  Come al solito parte col botto, vittoria nel primo GP che lo consacra come primo australiano a vincere una gara delle 500cc. Vince ancora in Olanda, Gran Bretagna e deve cedere al solo Lawson arrivando secondo nel mondiale.

La stagione che metterà il suo nome nell’albo d’oro è quella del 1987, NS500 ufficiale, capo meccanico l’altro australiano Jeremy Burgess: con 7 vittorie finali è campione del mondo con  178 punti (seguiranno Mamola a 158 e Lawson a 157). Ora il motociclismo parla australiano, con lui nasce l'epopea dei piloti-canguro. 

La stagione '88 lo vede compiere gesta di eroiche, a Misano corre con 6 ossa del piede rotte e arriva secondo dietro a Lawson, le stesse posizioni con cui finirà il campionato.

La stagione '89 sarà caratterizzate da una gara, la prima volta nella terra dei canguri per il motomondiale e con una grandissima affermazione di Wayne che  vince davanti a 92.000 persone.  E’ la seconda gara ma al terzo appuntamento della stagione Wayne cade e si rompe entrambe la gambe: fuori per cinque gare.

Si riparte per la stagione 90 che inizia abbastanza bene  con un secondo posto in giappone, cade a Laguna seca. Alla tappa italiana Christian Sarron cade durante le qualifiche e prende Wayne. Nonostante gli acciacchi e due costole inclinate combatte e termina la gara al quarto posto. In Germania, ancora dolore e sofferenza, perde il controllo della moto cade e si rompe nove ossa del piede. Per tornare al successo deve attendere l’ultima gara, nella sua australia in cui regala ancora al suo pubblico emozioni intense con l’unica vittoria stagionale.

Nella stagione 91 c’è il passaggio di testimone con il suo compagno di squadra e connazionale Mick Doohan, e di fatto non ci sono risultati eclatanti, nessuna vittoria, due terzi e un secondo ma anche l'ennesima rottura di un piede. Da segnalare la terza vittoria nella 8 ore in squadra con Doohan.

Nel 92 un’altra bruttissima caduta, avvenuta alla prima gara lo toglie dal campionato per  tre gare. Rientra per il Gp di Misano ma si infortuna nuovamente le gambe, rientra a hockenheim e ottiene un terzo posto (dietro Doohan e Schwantz) che stupisce tutti visto le condizioni fisiche, nelle altre gare coglie un secondo posto in Francia e l’ultima vittoria della sua carriera la conquista  in contemporanea con l’annuncio del suo ritiro, in quel di Donington. Dopo questa vittoria seguirà un quarto posto in Brasile e un secondo in Sud Africa stabilendo un nuovo record sul giro, dimostrando a tutti che l’australiano si ritirò quando era ancora competitivo.

Dopo le moto sarebbe seguita una parentesi automobilismo ma comunque Wayne resterà nelle nostre memore per le imprese sportive e umane che ha realizzato guidando la sua amata Honda. Un esempio e insegnamento per tutti: Suzuka 92, tanta pioggia, la moto scivola, cade la riprende, è visibilmente danneggiata, manca anche il cupolino, ma si rimette in carena a tirare tutto sotto la pioggia. A cinque giri dalla fine è a ridosso del quinto, ma in una curva trova il destino mascherato da pozza d'acqua, cade, un'altra caduta, ancora le gambe: frattura in 8 punti.

Volontà, determinazione e coraggio. Pubblichiamo il video di quella gara in cui altri grandi personaggi hanno regalato forti emozioni e vogliamo ringraziare Wayne per gli insegnamenti che arrivano dalle sue gesta e dalla sua volontà.

 

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