Una Royal al Fuoricena 3

Che senso ha trovarsi in moto in mimetica per fare un giro sulle colline e poi cenare in abiti mlitari o in stile anni 20? Se in mezzo c'è Vanni Oddera e il suo team tutto assume un senso. Se poi questa giornata si svolge il 5 di novembre allora ecco che tutto è più chiaro. Si perchè il 4 novembre è l’anniversario dell’entrata in vigore del cosiddetto armistizio di Villa Giusti del 1918, col quale si fa coincidere convenzionalmente in Italia la fine della Prima guerra mondiale. Ecco allora che in questo modo un po' strano si è voluto ricordare una data importante per tutti noi. Questo era il tema della terza edizione del fuoricena, e noi ci siamo andati a bordo di una Royal Enfield.

 Si perchè oltre all'indicazione dell'abbigliamento per questa edizione del fuoricena visto il tracciato scelto, non fuoristrada ma un su e giù sulle colline liguri, l'indicazione degli organizzatori era quella di presentarsi a bordo di moto in stile cafè racer o vintage.

Ci siamo perciò recati nella neonata officina a nord di Milano, il Chameleon Garage di Magenta, per visionare la moto presenti e valutare la possibilità di prenderne una in uso per l'occasione. L'officina, nata nel mese di Luglio dall'unione di due appassionati garagisti, con esperienza ventennale nella riparazione e sistemazione di enduro anni '70 e '80 uno e nella creazione di cafè racer l'altro, ha subito colto il nostro interesse per i dettagli di alcune loro creazioni.

Le cafè racer commssionate in corso di ultimazione, quelle sul banco in fase di restauro e quelle un tempo abbandonate in garage ma tornate a nuova vita grazie alla cura dei meccanici, ci hanno fatto sperare di trovare qualcosa adatto alle nostre esigenze.

Non è la costumozzazione che identifica questa dinamica realtà lombarda ma la possibiltà di soddisfare le esigenze del motociclista, sia dal punto di vista meccanico ma soprattutto con quelle piccole migliorie che possono dar vita a un mezzo unico con pochi accorgimenti.

Esattamente quello che è stato fatto per la moto di cui ci siamo innamorati al primo colpo e che abbiamo chiesto in uso per essere dei protagonisti al fuoricena. Una splendida Royal Enfield. Sembrava realizzata per la nostra giornata. Pochi lavoro per renderla unica: cambio di sella e frecce, verniciate di nero le cromature, su tutti il girofaro, cambiate le gomme in tassellate e infinite il portapacchi realizzato ad hoc. Ecco la Royal del fuoricena.

 

Così ci siamo accordati per andarla a ritirare il giorno prima della giornata convenuta e siamo partiti.

Il ritrovo era Pontinvrea, il paese di Vanni Oddera e punto di riferimento per tutti gli spostamenti. Così dopo aver indossato i vestiti di ordinanza (il famoso abito militare) e fatto le foto di rito, nel primo pomeriggio è iniziato il giro sulle colline. Un sali e scendi che ha messo a prova le abilità dei piloti in quanto il manto stradale era coperto di foglie bagnate e, specie nelle ripide discese, era necessaria la massima attenzione.

      

La royal sulle piccole stradine liguri conferma e stupisce. Conferma il suo essere moto da passeggio, godibilissima in tutto il suo essere, divenire un tutt'uno con il contesto e godere solo della guida e del paesaggio autunnale. E' comoda, intuitiva e salvo qualche vibrazioni alle pedane non si possono segnalare elementi negativi o di disturbo. Stupisce invece per la sua semplicità di ingresso curva e l'estrema confidenza che rilascia e poi...il suono. La marmitta, e qui bisogna ringraziare ancora il Chameleon Garage per questa accortezza, rilascia un sound di altri tempi: pieno, potente e di cui ti innamori dal primo momento.

Il primo punto di sosta è stato un forte napoleonico abbandonato, in cui era tangibile la presenza della perdita della memoria e ancora una volta i paragoni con gli altri Stati in cui 4 sassi in croce sono valorizzati e divengono meta di turismo e introiti commerciali, sono inclementi.

Valorizzare le nostre risorse e usare la storia e le tradizioni come risorse, sia culturali che economiche, non appartiene al nostro popolo ma soprattutto ai nostri politici che non hanno ancora compreso che la nostra ricchezza, gli elementi su cui dovrebbe essere costruita ogni manovra economica, sono i nostri unici territori, le nostre tradizioni, la nostra storia. Quella storia, tangibile in una delle tante roccaforti ligure, abbandonata a se stessa in fase di deperimento fisico con la natura e la vegetazione a nasconderla e coprirla ancor di più.

Era facile immaginarsi le condizioni in cui vivevano i soldati durante i conflitti in una di queste roccaforti. Nella nostra visita  in uno di questi edifici abbandonati c'era un silenzio comune tra tutti noi, smorzato da qualche battuta e una foto in posa a esorcizzare momenti e giorni che hanno permesso a tutti noi di essere qui.

 

Così quando ormai il buio stava per avvolgere tutto, si sono accesi i fari delle moto e con ancor più la strada bagnata è iniziata la discesa verso il campo base. Nel frattempo infatti una pioggierella aveva voluto mettere ancor più alla prova le doti motociclistiche dei partecipanti, tra cui una donna a bordo di una Verve 125 che nel corso della serata intorno al tavolo sarà nominata miglior rider del pomeriggio.

      

Direzione fuoricena quindi. Prima dei brindisi attorno alla tavola imbandita però i partecipanti hanno fatto un aperitivo con un appropriato Rosè Cà dei Frati in una piccola casermetta vicino al riposo notturno, su balle di paglia e con cavalli e pony attorno.

Così mentre gli altri invati, quelli senza moto, iniziavano ad arrivare con le ladies già in abiti da sera, i riders vestiti in mimetica andavano nella attigua casermetta a cambiarsi per entrare nel tema fuoricena: dresscode anni'20.

Ecco allora che con vestiti eleganti o abiti da ufficilali con sottobraccio le eleganti signore tutti si sono trasferiti all'interno del vero protagonista di questa terza edizione: il forte Tagliata del Giovo.

Già perchè questa volta la location era a dir poco esclusiva, il forte di origini napoleoniche oggi in abbandono ma per l'occasione dato in uso per gli spazi agibili.

Nei giorni precedenti è stato ripulito e addobbato con moquette rossa e riportato in un clima anni '20 con un grammofono che diffondeva musica jazz e candele disposte sul tavolone centrale e sulle parte a illuminare lo stanzone per la cena.

In questa edizione oltre 30 erano i partecipanti al fuoricena, con anche alcuni bambini, e il menù era incentrato su prodotti a chilometro zero, direttamente dalle attività di Pontinvrea o comuni adiacenti.

Raccontare il clima del fuoricena è difficile, bisogna viverlo per comprendere come questa esperienza riesca a trasportare in un mondo parallelo, in grado di toccarsi con quello quotidiano ma non fondendosi, rimane invece sospeso nella sua bolla indefinita fatta di risate, brindisi e tante emozioni che si alternano.

Così tra discorsi improvvisati, bicchieri che si alzano al cielo e piatti che venivano serviti sulla tavolata illumiinata da candele, anche questa edizione è andata a concludersi. Terminato il pranzo gran parte degli invitati si sono trasferiti in una delle casermette vicine dove un unico letto a tre piani (una tavolata di legno con del fieno sopra) ha accolto oltre 20 persone che si erano portate il sacco a pelo a passar la notte. Anche questi particolari per ricordare che comunque il fuoricena non è per tutti, ma solo per motociclisti.

Motociclisti nell'anima e nello spirito, sia interiore che di adattamento.

...arrivederci alla prossima edizione.

 

 

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