Motoclub Team GioBike- Progetto Avatar

Fra appassionati della stessa disciplina, spesso ci si incontra o ci si conosce là dove vive la passione, in quei luoghi che sono gli autodromi, dove la sete di velocità trova appagamento. Proprio in uno di questi-l'autodromo di Monza- ho avuto modo di conoscere e entrare in contatto con Michele Pellini, un ragazzo come tanti appassionato della velocità, della saponetta che tocca l'asfalto ma che insieme ad un manipolo di amici ha concretizzato un grande e bel progetto chiamato AVATAR.

Ci sono storie che meritano  più di altre di essere conosciute per i valori e i messaggi che portano con se e il PROGETTO AVATAR, cui hanno dato vita e che rimette in moto le persone affette da disabilità è una di queste.

  

Avatar come l'incarnazione fisica degli Dei, perchè i protagonisti stessi di questa storia sono  esseri superiori, capaci di sfidare e vincere regole e convenzioni.

Ciao Michele, raccontaci chi siete e dove e quando siete partiti? 

Noi siamo iscritti alla federazione come Motoclub Team GioBike,  siamo nati nel 2011, mentre per quanto riguarda il progetto Avatar ha messo le radici nel novembre del 2015 sul circuito di Cremona.

In quella giornata ho conosciuto tre ragazzi disabili che avrebbero dovuto fare un corso di guida ed invece la cosa non aveva potuto realizzarsi.

Dopo averli visti delusi, arrabbiati con uno di loro che addirittura piangeva  mi è scoccata la scintilla... è stato un attimo, come per le decisioni prese di "pancia".

Mi sono avvicinato, con loro che mi guardavano seduti sulla carrozzine e gli ho detto che facevo parte di un motoclub e che se volevano girare potevamo provarci, che avrei parlato con il meccanico che è anche il presidente del motoclub per vedere cosa si poteva fare. Il loro si, proviamoci è stato quello che ha fatto scattare la molla.

 Chi sono le persone che sono state coinvolte ?

Inizialmente il progetto ha coinvolto in primis i tre ragazzi, Alessandro, Davide, Maurizio il presidente e meccanico del Motoclub Giordano (Gio) oltre a mio padre anche lui disabile in seguito ad un incidente con lo scooter dal 2012.

In pochi giorni abbiamo coinvolto una decina di persone del motoclub, anche se anche altri erano molto scettici sulla riuscita.

Progetto Avatar, inoltre vuole essere un appoggio per tutte quelle persone disabili, che non solo vogliono tornare in moto, ma semplicemente vogliono condividere con noi, il proprio tempo.

Per questo invitiamo i ragazzi non solo a provare una moto anche perchè non tutti se la sentono, ma anche per passare una giornata in compagnia come se fossimo una famiglia.  Il progetto è ideato per persone paraplegiche, amputate, con qualsiasi tipo di disabilità.

Quando siete stati pronti?Il progetto è stato presentato al pubblico il 20 marzo 2016 con la prima moto già equipaggiata di tutti i dispositivi di sicurezza. 

Moto simili esistono già, ma le nostre sono uniche, abbiamo approntato, oltre al cambio al manubrio, che è già in commercio, un sistema unico che permette  la partenza e l'arrivo dei piloti in completa autonomia, oltre ad un sistema di ancoraggio alla moto senza il solito velcro anti estetico. Tutti i dispositivi sono stati nascosti, perché la nostra idea era quella, che dagli spalti di una pista, la gente non avrebbe dovuto capire che chi guidava fosse un ragazzo disabile. Chi vede le nostre moto infatti, non nota nulla di diverso da una moto tradizionale.

L'ideatore di questi dispositivi è stato il nostro meccanico e presidente Gio. Grazie a lui i ragazzi hanno potuto tornare in sella in piena sicurezza.
 
   
 
Avete trovato ostacoli durante la realizzazione del progetto?Parlando di ostacoli, come accennavo prima, il principale è stato quello di non avere l'appoggio di tutto il motoclub. Partire in poche persone che credevano in questo da subito non ci ha agevolato, ma in me e nel presidente è scattata una sorta di sfida, prima nel nostro io e poi nei confronti di altri. Proprio il nostro voler fare e dare ha portato anche altri ad accogliere e sposare questo progetto.
 
Siete un Motoclub affilliato FMI, dalla federazione avete trovato disponibilità ed appoggio?
Purtroppo dalla federazione ad oggi abbiamo avuto pochi riscontri, noi ci appoggiamo all'associazione Di.Di diversamente disabili, con loro collaboriamo per poter avere costi minori e qualche agevolazione in più per le giornate in pista. Da soli è molto difficile, mentre insieme ad altri lo è molto meno. Insieme si vince.
 
Il vostro progetto è finalizzato solo al circuito oppure anche alla libera circolazione su strada?Purtroppo il nostro progetto trova sbocco solo in pista. Ad oggi, in Italia un paraplegico non può utilizzare un motociclo su strade aperte al traffico, può farlo solo con un triciclo o quadriciclo. Comunque per noi la pista è un ottima valvola di sfogo e molto più sicura della strada.
 
Ad oggi quanti ragazzi avete rimesso in sella?Sono tornati in sella 3 ragazzi paraplegici e sono state allestite tre moto di proprietà degli stessi. Uno di questi ha partecipato il 28 agosto al Dream World Bridgestone Cup, una gara internazionale per persone disabili e al Mugello ha raccolto un ottimo 3 posto nella categoria sitting.
 
 
Dal 2017 la nostra famiglia si allargherà con altri ulteriori 3 piloti che torneranno in sella, inoltre molte persone ci hanno chiesto di poter provare. Credo che l'anno prossimo saremo in grado di portare in totale una decina di persone in pista, che già ci hanno contattato per venire a conoscerci.
Oggi il nostro impegno è quello di creare una moto nostra per i ragazzi che vogliono provare, ma che non hanno disponibilità per comprarsene una.
Un mezzo usato, recente allestito con tutti i dispositivi, ha un costo di circa 10.000 euro, senza poi contare l'esborso necessario per girare in pista. 
Per cercare di realizzare ciò cerchiamo partner che ci aiutino in questa impresa, ma purtroppo oggi questo sport, non è il più gettonato per fare donazioni. 
Raccogliamo fondi attraverso la vendita di gadget e con le tessere sostenitori e attraverso gli sponsor locali, ma siamo ancora indietro per raggiungere l'obiettivo fissato.
 
 
 
Immagino però che alla fine le soddisfazioni superino di gran lunga i sacrifici. Per noi è qualcosa
di indescrivibile, risulta difficile far capire o spiegare cosa si possa provare nel vedere realizzato un sogno di una persona. Specialmente se a questa persona la vita e il destino ha tolto tanto.
Vedere alla prima prova in pista a Varano, gli occhi e la felicità nei volti dei ragazzi ripaga tutto. Vedere Alessandro dopo la gara del Mugello il 28 agosto, piangere, come quando ci siamo conosciuti, ma stavolta con lacrime di gioia e sentirsi dire: "grazie, dopo 24 anni in carrozzina, oggi ho realizzato il sogno che ormai sembrava perduto. In quei momenti capisci che hai fatto davvero qualcosa di importante, di bello, un sogno che si è realizzato anche per me, per noi.
 
Dove è possibile trovarvi?
Nel 2016 abbiamo creato una pagina Facebook che viene costantemente aggiornata che Vi invito ha guardare, facciamo manifestazioni e giornate in pista.
Seguiteci per vedere ciò che facciamo, la nostra pagina aumenta costantemente il numero dei like. Il progetto ha già varcato i confini nazionali ed è sbarcato in Argentina, grazie ad Adrian Hang, ex pilota di formula 3000, biamputato dopo un incidente avvenuto in una gara nel circuito di Monza.
Mi sento di dire di venire a conoscerci  e di partecipare almeno una volta ad una giornata in pista. 
E lascio detto a tutti che: "I LIMITI ESISTONO SOLTANTO NELL'ANIMA DI CHI È A CORTO DI SOGNI"
Per concludere vorrei ringraziare a nome mio e di tutto il motoclub le persone e le associazioni che ci sostengono, e chi come voi vuol far capire e conoscere il  nostro progetto,  questi sono stimoli che ci aiutano a migliorare sempre più.
Grazie
 
Grazie mille  a te Michele per il tempo dedicatoci e per averci permesso di conoscere il vostro grande e bel progetto.
 
 

 

 

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