Guzzino 65

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Primo modello della Casa di Mandello dotato di un motore a due tempi, ottenne, grazie alla sua economicità di funzionalità,un buon successo. La prima motocicletta realizzata dalla Moto Guzzi, nell'ottica della nuova impostazione, fu la motoleggera 65 che, studiata già negli ultimi anni di guerra da Antonio Micucci, venne presentata nella primavera del 1946.

Estratto di Motorcollection

Pensata all'insegna della semplicità, economia, robustezza, ma soprattutto razionalità, la 65 al suo apparire lascia perplessi ma subito ci si accorse che quella "ragnetto" di veicolo aveva, pur nella dimensione minima, tutto quello che una motocicletta doveva avere.

Il perché della cilindrata scelta non è ben chiaro ma non essendovi vincoli di fabbrica, nè sulla potenza - all'epoca un paio di cavalli erano ritenuti più che sufficenti- nè sulla cilindrata- fino a 125 cc non vi era l'obbligo di targa- tutto rimase a discrezione del progettista.

Questi probabilmente non vuole realizzare un motorino tirato e quindi "fragile", da qui la scelta di una cilindrata un po' superiore a quei 50 cc che stavano invece imponendosi nel settore dei motorini ausiliari.

Della moto leggera 65 furono realizzate 2 serie base( la prima tra il 1946 e il '49 la seconda tra il '49 e il '50) 4 e le modifiche apportate nel corso delle produzioni non furono sostanziali ma avevano lo scopo di garantire prestazioni più complete è un contenimento dei costi.

E' infatti da rilevare che, nel corso degli anni, cosa quasi impensabile i nostri giorni, il prezzo del Guzzino diminuì. La differenza più evidente tra la prima e la seconda serie era rappresentata dal forcellone posteriore( più robusto nella seconda serie).

Inoltre il cilindro da in lega leggera con canna riportata, fu in seguito realizzato in ghisa e verniciato di nero.

Anche le ruote erano diverse: da 26'' sulla prima serie a 20'' sulla seconda.

La Moto Guzzi prescriveva l'alimentazione con miscela al 5%.

La candela che la casa suggeriva era in grado termico Bosch 225 equivalente. Oggi non non si usa più questa classificazione per le candele e bisogna affidarsi alle tabelle di equivalenza. Il gruppo termico, costituito da cilindro in ghisa, testa in lega leggera e dalle guarnizione tra testa e cilindro, e tra cilindro e carter, è vincolato al carter da tre luoghi prigionieri.

E' interessante rilevare che, in caso di usura dovuta al lungo impiego, è possibile operare fino a diverse maggiorazioni. Il motore del Guzzino è molto robusto e longevo ma, per funzionare al pieno delle sue possibilità, deve restare nelle tolleranze previste dal costruttore. Ricordiamo che la prima serie (la A e anche la B fino al 1953) aveva il cilindro in lega leggera, con canna riportate in ghisa. abbandonata per ragioni di costo, nel 1953, in favore del cilindro tutto in ghisa, che distingue la serie C.

La forcella anteriore è del tipo parallelogramma in lamiera stampata, scatolata nelle prime serie, controllata da una molla biconica in compressione.

Né davanti né dietro è previsto un sistema ammortizzante. Le regolazione dei giochi delle sospensione, come dei mozzi delle ruote dei freni, solo intuitive e semplicissime da effettuare. Proprio in ragione dell'assenza degli ammortizzatori. per esperienza ,può essere opportuno tenere la pressione dei pneumatici leggermente superiore o inferiore a quella consigliata dalla Casa( anteriore 1,5- posteriore 2,0), a seconda del peso del pilota e dello stato delle strade.

Generalmente il Guzzino era verniciato e rosso ( colore Lecker- Asi rosso carminio 14) con filetti (pochi) oro e nero. Sono stati realizzati anche esemplari "economici", completamente verniciati in grigio medio e senza cromature.

La Guzzi prevedeva un certo numero di attrezzi particolari (estrattori) per lo smontaggio di alcune parti del motore che, salvo quello per lo smontaggio del rotore del volano magnete, per un meccanico con un po' di fantasia non sono strettamente indispensabile.

La motoleggera 65 è uno splendido esempio di essenzialità ove, volutamente, per ragioni economiche, si trascurano le concezioni estetiche, ma questo non andò a discapito della funzionalità.

E' una moto da avere nella propria collezione.

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