Di.Di meet Vanni Oddera

 

Ci sono diversi modi per creare una esplosione, uno di questi è l'esplosione cinetica, il risultato di collisioni fra oggetti che viaggiano ad alta velocità. Una delle caratteristiche delle esplosioni è quello di rilasciare energia. Beh, se i due oggetti in questione si chiamano Di.Di Diversamente Disabili e Vanni Oddera  allora l'energia rilasciata non può che essere qualcosa di unico. Energia dal tasso adrenalinico ed emozionale dai massimi livelli.

Tutto è nato da una chiacchierata alla scorsa edizione di Eicma dove, considerando la proficua collaborazione ed il successo della mototerapia nazionale all'autodromo di Franciacorta del mese di Ottobre, era nata l'idea di far provare la guida in fuoristrada ai Di.Di.. Idea che ben presto ha preso forma e il 24 Gennaio il crossodromo “Andrea Timossi” di Sanda ecco la prima volta su una pista da cross per i ragazzi Di.Di . Ragazzi che per la prima volta  hanno potuto vivere le emozioni del tassello dopo l'incidente che ha loro cambiato la vita.

Sulla terra della curatissima e bellissima da guidare, scopriremo poi, pista erano presenti: Daniele Barbero, amputato femorale gamba destra a seguito di un incidente stradale, Castelli Maurizio, amputato avambraccio sinistro incidente stradale per colpa di un ubriaco, Lorenzo Picasso, paraplegico a seguito di un incidente su una pista da cross, Alex innocenti paraplegico a seguito di un incidente in moto, Emiliano Malagoli amputato alla gamba destra a seguito di un incidente in moto e Jacopo Gullà amputato alla gamba sinistra a seguito di un  incidente stradale in moto. Grazie al fondamentale supporto di KTM Italia, che ha messo a disposizione le moto, comprese due freeride, le moto elettriche grazie alle quali si è potuto annullare il problema del cambio, elemento fondamentale per i ragazzi paraplegici e alcuni amputati agli arti inferiori, hanno potuto cimentarsi in una nuova esperienza. Così dopo aver sistemato a dovere le protesi,  bloccato i ragazzi paraplegici  sulle  selle per evitare che si muovessero, in quanto uno dei problemi più grandi è il non avere il controllo della parte inferiore del corpo e fatto un piccolo briefing, la giornata è iniziata.

Dentro in pista in turni da due. Il pilota Di.di con al seguito due ghost rider pronti a intervenire in caso di occorrenza per rimetterlo in piedi, o meglio in moto, in caso di caduta o scivolata. Alla fine si conteranno solo due cadute innocue scivolate. La giornata è passata velocemente con i ragazzi che si alternavano tra le silenziose freeride elettriche, le scattanti EXC 300 2 tempi e le potenti EXC 450 4 tempi. Ad alcuni è stato imposto il segnale di uscire dal circuito perché volevano continuare a girare! Sotto alcuni occhi la giornata di oggi potrebbe essere vista come un ritorno romantico su una moto da cross o dei limiti superati e ancor più della forza di volontà, ma chi era presente non ha visto nulla di questo, c'erano ragazzi vogliosi di girare in moto in grado di compiere traiettorie degne di un crossista di medio livello e dare tanto gas. La disabilità non era un limite. Vedere un ragazzo paraplegico che torna su una moto per la prima volta dopo 5 anni e dopo pochi giri saltare a  mezzo metro di altezza è qualcosa di unico. Per capire la portata di ciò che hanno realizzato vorrei fare  un invito a tutti i crossisti o enduristi: fate un giro in una pista  di cross a una discreta andatura, salti compresi, senza mai alzarvi da sella. Fate questo e poi pensate di non avere controllo della parte inferiore del corpo e questa deve restare bloccata alla sella, perchè se ne va per i fatti suoi, e avete i piedi fissati alle pedante con delle fascette.

Ecco: allora potreste capire quello che hanno fatti alcuni dei piloti che oggi si sporcavano di polvere nella pista ligure. La pista di Sanda, estremamente tecnica ma molto divertente con i suoi saliscendi naturali, pur con un terreno perfetto non è di sicuro adatto ai novizi ma i ragazzi delle Di.Di pur alla loro prima esperienza con il cross hanno sorpreso in positivo. Non è stato un romantico tornare in sella, un riassaporare vecchie emozioni – no - oggi c'erano veri e propri piloti che hanno messo alla prova i loro nuovi limiti con l'obiettivo di migliorarsi giro dopo giro. I Di.Di e Vanni Oddera hanno dimostrato anche in questo caso che alcune barriere sono solo mentali e che a questi livelli non esistono differenze tra normodotati e disabili. Grazie a KTM che ha messo a disposizione le moto, alla professionalità dalla pista di Sanda l'ennesimo messaggio è stato lanciato: basta considerare alcuni piloti come disabili, sono al pari dei normodotati. La vita e la voglia di correre non finisce dopo un infortunio. Solo loro che dovrebbero decidere se fare o non fare una cosa, e pertanto dovrebbero essere loro a decidere sa fare o non fare la licenza, non qualche burocrate chiuso in qualche stanza.

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