Una MV da Banksy

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Banksy è ormai un artista quasi leggendario, nessuno sa chi sia, per conoscerlo sono state anche messe in campo delle forze speciali quelle utilizzate per identificare i terroristi, nel corso degli anni ci sono diversi ipotesi: uomo-donna collettivo il frontman dei Massive Attack il tal Robin Gunningham. Però ad oggi non si sa ancora chi sia effettivamente, o meglio non vuole mostrarsi.

 

 

In un epoca in cui sembra quasi imprescindibile la presenza della doppia identità, quella reale e quella digitale dove ogni gesto quotidiano deve essere condiviso, a volte con perfetti sconosciuti, la sua scelta di di vivere nell'ombra facendo suo il detto “l'invisibilità è un superpotere”, e il fatto di osteggiare lo sfruttamento della sua arte a fini commerciali lo fa rientrare nella stretta cerchia di persone per cui avere una stima e rispetto incondizionati.

 

Non sono però solo queste scelte a scuotere la coscienze collettive, e ad averlo portato ad essere come uno degli artisti più famosi delle ultime decadi ma sono le sue opere, o meglio i messaggi che ha scelto di affidare a delle bombolette spray, degli stencil e dei muri urbani.

Con una semplice immagine è in grado di risvegliare emozioni sopite o emozioni radicate che vengono ancor più alimentate. un vento che soffia o su un braciere dormiente o su un fuoco già vigoroso.

Con una forma di cupo cinismo scuro riesce a farci riflettere su tematiche quasi universali, dalla sua critica costante al consumismo, al capitalismo e alla società di massa, a certe istituzioni, nel corso degli anni ha preso di mira personalità politiche a livello internazionale, ridicolizzandole e schernendole.

Le sue opere danno conforto a chi ha problemi mentre li crea a quelli che problemi non ne hanno.

Mette al centro delle sue opere le oppressioni subite dai deboli e degli emarginati, a volte ribaltando i punti di vista.

Spesso i ruoli militari vengono sovvertiti o reindirizzati, ad esempio una bambina può perquisire un militare o i soldati possono trovarsi a dipingere il simbolo della pace.

La scelta di affidare alcuni suoi messagi agli animali che privi di ipocrisie, sovrastrutture o condizionamenti possono dire chiaramente ciò che la società nasconde. Non a caso sono i topi i suoi messaggeri più utilizzati, coloro che convivono coi nostri rifiuti e trovano nella trasandatezza delle strade e diventano lo specchio di una società degradata.

 
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E' vero a tratti sembra di essere di fronti a un artista underground quasi adolescenziale ma è proprio questa una delle sue forze, parlare all'adolescente idealista che nel corso degli anni è diventato uomo e preso dalla quotidianità e dalle responsabilità può aver dato priorità ad altri elementi o valori.

Nel corso degli anni ha fatto anche allestimenti che andavano oltre i graffiti, con obiettivo di parlare di quelle tematiche che dovrebbero far parte della coscienza comune, le sue opere suscitano un’immediata riflessione grazie al messaggio che trasmettono.

In stazione centrale sono state riproposte alcune dei suoi graffiti ma invitiamo ad approndire le sue opere nel dettaglio. Noi non abbiamo nessuna licenza per parlare di arte, sebbene questa qualcosa di universale, e siamo consci che arte non è emozione, non è tecnica ma il frutto dell'ingegno umano che contribuisce alla crescita intellettuale degli uomini.

Nelle sue opere a  tratti utilizza i linguaggi espressivi tipici della pubblicità, ma Bansky non fa solo emozionare come deve essere per la pubblicità, Banksy fa anche ragionare. Di fronte ad un opera di Banksy  ci si trova davanti ad entrambe questi scenari: ti porta a riflettere e al tempo stesso emoziona. Noi ci nutriamo di emozioni ed è per quello che siamo qui.

A detta degli organizzatori the World of Banksy vuol essere un viaggio fra diverse geografie dove Banksy ha realizzato le sue opere nei luoghi più inaspettanti: dall'europa fino al muro di betlemme passando per stati uniti e australia , ma si può viaggiare anche nel tempo perché molte opere sono state rubate, distrutte o vendute.

La mostra non è stata ufficialmente autorizzata ma neanche impedita, a detta sempre degli organizzatori il messaggio non viene distorto ma trasmesso in modo diverso e non sappiamo come sia gestito il copiright riguardo alle massicce vendite delle riproduzioni, del catalogo e il merchandising che si possono acquistare nel corner posto a fine mostra.

Da parte nostra speriamo che gran parte degli utili vadano a supportare quelle minoranze o quelle situazioni oggetto delle opere di Banksy, o siano canalizzate direttamente in quelle operazioni umanitarie che Banksy sostieme attivamente.