Nicola Dutto: La passione inarrestabile

Ora Nicola sta definendo i suoi programmi. Il suo obbiettivo è partecipare alla Baja 500 California, tornare alla Baja Espana Aragon che nel 2013 celebrerà il trentennale e possibilmente gareggiare alla Baja 1000 ma questa è ancora in forse “Tutto dipende da come andrà la Baja 500 che sarà una sorta di test per verificare quale sarà la mia condizione e per definire al meglio i miei prossimi traguardi”.

E così come recitano i Queen…. The show Must go on, il sogno continua!

“Gareggio per me stesso perché mi piace farlo. Quest’anno si è parlato tanto di campioni in carrozzina ma preferisco non essere paragonato ad altri atleti, ognuno di noi è diverso ed ha la propria storia. Nutro una profonda stima per Alex Zanardi ma, se proprio si vogliono fare dei parallelismi, preferisco essere accostato ad Oscar Pistorius perché anche lui gareggia con i normodotati”.

“Le difficoltà principali che ho incontrato in questi due anni si possono sintetizzare in tre parole: burocrazia, scetticismo e pietismo. Dopo l’incidente sono passato da atleta vincente a malato. Appena sono uscito dalla clinica seduto sulla carrozzina ho notato che la gente mi guardava in modo diverso e lo fa tutt’ora: ciò mi fa pensare ed è una cosa molto brutta. Fortunatamente ho trovato anche chi ha creduto in me ed ha sposato la mia causa considerandomi uno sportivo e non un paraplegico”.

In Spagna hai fatto tacere gli scettici. “Ho corso da leone, senza rendermi conto di non poter utilizzare le gambe. Per me gareggiare in moto è una cosa naturale, sono subito tornato a compiere dei movimenti che per me erano abituali, come se il tempo si fosse fermato e fossi tornato in sella dopo una vacanza. Fisicamente sto bene, in questi due anni ho sviluppato al meglio la parte superiore del corpo ed ora non mi viene istintivo mettere i piedi a terra. In Spagna mi sono espresso al di sopra delle aspettative generali ed è stato molto importante  perché un conto è correre “da pecora” un altro è essere competitivi e lottare per piazzamenti importanti. Il pubblico è stato splendido, un delirio, mi ha incitato in modo straordinario. Durante una prova speciale ho riso e pianto contemporaneamente dentro al casco vedendo tanta gente che impazziva per me. Concludere quella gara è stata un’emozione indescrivibile. Tutti gli altri piloti si sono poi congratulati con me perché sapevano bene cosa avevamo affrontato”.

Assieme a Nicola nella sua avventura il suo compagno fraterno Julian Villarubia che lo ha seguito in moto, la moglie Elena e tutti i ragazzi del suo staff  definiti i “Nico’s Angels”. “Elena è stata la prima a credere in me e nel fatto che sarei potuto tornare a gareggiare, senza di lei non sarei riuscito a fare tutto questo”.

 

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