Intervista a Livia Cevolini

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Il Gruppo CRP torna all'Eicma per presentare ENERGICA il primo prototipo marciante di moto elettrica, una moto che è in grado di suscitare emozioni. Per questo motivo vogliamo porre qualche domanda all’Ing. Livia Cevolini responsabile marketing e commerciale della CRP, società di Modena che si è voluta cimentare in un progetto ambizioso: creare una moto da corsa elettrica per poi trasferire il know-how di due anni di competizioni dalla pista alla strada, con l’obiettivo di produrre la prima moto elettrica supersportiva stradale italiana.  

 Com’è nata questa idea e chi sono le persone che l'hanno fatta divenire realtà?

L’idea è nata alla fine del 2009, quando ho incontrato grazie all’associazione MIA (Motorsport Industry Association) il fondatore del TTXGP, il primo campionato elettrico per moto. Abbiamo deciso di accettare la sfida e di costruire la prima moto elettrica da corsa italiana per il campionato mondiale. Siamo partiti da un foglio bianco, ma forti del nostro know-how nel mondo del racing, in soli 6 mesi abbiamo creato la eCRP. A giugno del 2010 siamo scesi in pista per fare alcuni test e a settembre abbiamo partecipato alle gare del campionato TTXGP EU di cui abbiamo vinto il titolo. Il nostro pilota ufficiale Brannetti Alessandro, ha strappato ai concorrenti europei tre grandi vittorie, consacrandoci Campioni d’Europa. La stagione 2010 si è conclusa con importanti risultati: alla finale mondiale di Albacete in Spagna, siamo arrivati secondi, raggiungendo il titolo di Vice-Campioni del mondo del TTXGP. Nel 2011 abbiamo perseguito la strada delle competizioni gareggiando con successo non solo il TTXGP ma anche il FIM e-Power, portando in pista ben tre piloti professionisti, tra cui anche la rider californiana Shelina Moreda.

Avete creato una moto che vi ha visti primeggiare prima nel campionato europeo e poi conquistando il titolo di vicecampioni del mondo  moto elettriche qual è l’impegno agonistico attuale e i programmi 2013?

Quest’anno abbiamo deciso di concentrarci solo sullo sviluppo di Energica, il quale ci sta impegnando a tempo pieno. Crediamo molto nella ricerca e sviluppo. La tecnologia in un mezzo prestante come Energica deve essere un principio fondamentale, insieme allo stile e all’affidabilità, per questo prestiamo particolare attenzione a tutti i partner tecnologici che sono e verranno coinvolti nella realizzazione del veicolo. Per il 2013 prevediamo di continuare lo sviluppo di Energica per essere sul mercato con le prime moto nel 2014.  Per il futuro vogliamo sicuramente tornare alle corse, innanzitutto perché è nel nostro DNA e poi perché siamo convinti che non esista marketing migliore, e miglior modo per mostrare il veicolo al pubblico.

Dalla vostra esperienza, come giudicate il campionato e gli organizzatori dei campionati a cui avete partecipato?

I campionati sono un ottimo banco prova, la pista è sicuramente il luogo ideale per testare le tecnologie e il livello di sviluppo di un mezzo. Inoltre come dicevamo le corse sono il miglior strumento marketing per una moto come ENERGICA. Quindi sicuramente reputiamo i campionati elettrici come una preziosa opportunità di sviluppo e di comunicazione. Ma la crisi ha intaccato anche i budget degli sponsor, ed è quindi oggi ancora più difficile chiudere il budget, in tutti i settori sportivi, e maggiormente in quelli nuovi e meno conosciuti e diffusi, quindi meno visibili ed appetibili per gli sponsor. Dopo l’esperienza avuta in due anni di competizioni, credo che potrebbe essere d’aiuto incrementare il supporto ai team che vi partecipano, sia in termini di visibilità, sia in termini di agevolazioni per trasferte e logistica, come già si fa in MotoGP e Superbike, per esempio.

Questi campionati possono essere uno strumento di sensibilizzazione per il motociclista abituato a rombi e odore di benzina oppure deve considerarsi solo come un banco di prova per lo sviluppo tecnologico del prodotto?

Come dicevo poco fa, i campionati sono un ottimo banco prova, ma non solo. Se affiancati a gare di fama internazionale possono essere un traino eccezionale. Migliaia di spettatori potrebbero vedere uno spettacolo diverso, una alternativa, apprezzandone le caratteristiche distintive e il fascino che può scaturire: in fondo in una corsa quello che conta è la velocità e chi arriva primo, la guida cattiva, i sorpassi e le staccate al limite, il resto è abitudine, moda, contorno…

Dall’esperienza agonistica è nata Energica, moto in grado di trasmettere emozioni al solo guardarla, presentata ormai al grande pubblico sarà possibile ammirarla ad EICMA 2012, un esemplare unico di  streetbike  elettrica  con prestazioni di tutto rispetto  (220 kmh di punta e 100 Kw di potenza) a che punto è il progetto di commercializzazione della stessa in serie, che numeri vi siete posti?

Energica è in fase di sviluppo. Prevediamo di poterla avere sul mercato dal 2014. Prima ci aspettano altri importanti appuntamenti, come la fiera di Milano di novembre: Eicma.
Anche quest’anno saremo presenti con importanti novità su Energica. Saremo all’interno del Green Planet, l’area dedicata ai veicoli elettrici per dimostrare che anche i veicoli elettrici possono entusiasmare e dare forti scariche di adrenalina. Il business plan per l’industrializzazione prevede numeri abbastanza alti, a 3 zeri, e i tempi potrebbero essere abbastanza brevi, anche un paio d’anni, ma tutto dipende dalla copertura finanziaria che riusciremo ad attrarre, senza la quale, oggi, nessuna impresa nascente può iniziare un business…è l’epoca dei finanziamenti e dei grandi investimenti, non c’è più spazio per le piccole imprese autofinanziate, la competizione è troppo alta per dare tempo e spazio alle piccole imprese, è necessario tagliare i tempi al minimo, e questo significa ingenti investimenti fin da subito, e quindi necessità di avere dei partner finanziari che supportino i progetti e le imprese. Purtroppo l’Europa non è ben strutturata da questo punto di vista, e infatti non mi sembra di ricordare molte piccole imprese diventate in breve tempo grandi realtà fiorenti, l’Europa è il paese delle grandi aziende storiche, strutturate, che non hanno bisogno di strumenti innovativi come gli incubatori e i Venture Capitals che fanno sbocciare nuove e giovani imprese, come invece accade negli USA e in Asia.

Quanto ha inciso l’attuale crisi sui progetti di sviluppo ?

La crisi è globale, ha colpito tutti quanti, soprattutto l’Europa e l’Italia. In una situazione come quella già spiegata, in un area dove sono poche o nessuna le strutture finanziarie idonee a nuovi progetti e start up, la crisi ha bloccato anche quei pochissimi investitori disponibili. Noi stiamo cercando di fare del nostro meglio per non farci trascinare da questo clima di immobilismo che con la crisi si è venuto a creare. Non è un caso che abbiamo deciso di partire con un progetto così importante ed innovativo in un momento di difficoltà internazionale. Penso che l’unico modo per poterne venire fuori sia la voglia di andare avanti e di non fermarsi anche quando il gioco si fa duro. Il mondo del motorsport dal quale veniamo, ci ha insegnato tanto e in 40 anni di attività a fianco delle massime serie sportive, tra cui la F1, siamo allenati mentalmente alle sfide. Purtroppo per questa nuova sfida non basta avere coraggio e competenze, come spiegato servono investimenti impossibili per una piccola media impresa, ed è per questo motivo che per la prima volta in 40 anni di vita, stiamo iniziando a cercare dei partner, consapevoli di non poterci autofinanziare come abbiamo sempre fatto fino ad oggi.

Società che chiudono, progetti accantonati, nessun nuovo prodotto, la situazione è critica se non drammatica per tutti i settori i numeri di moto immatricolate fanno riflettere. La vostra struttura societaria spazia in diversi settori a vostro avviso la nicchia dell’elettrico quanto è stata colpita?

Per quanto ci riguarda siamo in una fase in cui è ancora prematuro per noi dire se la crisi abbia colpito il settore dell’elettrico o meno, anche se dal mio punto di vista è stata invece una forte spinta. Finché si sta bene dove si sta non c’è motivo di cercare cose nuove, mentre quando si inizia ad avere delle difficoltà, si cerca qualcosa di nuovo per emergere rispetto agli altri. Ed è qui che l’elettrico ha trovato finalmente uno spiraglio per uscire allo scoperto! Attualmente stiamo lavorando ad un progetto di respiro internazionale, capace di suscitare la curiosità in ogni angolo del globo. Andiamo avanti per la nostra strada, puntando sulla qualità e sul patrimonio aziendale che ci accompagna.

Il grosso limite del veicolo elettrico è rappresentato dall’autonomia, Energica ha raggiunto punte di 150 km di autonomia, a suo avviso è ipotizzabile dei sensibili miglioramenti sotto tale ottica nel breve periodo?

Ci stiamo lavorando. La ricerca soprattutto nelle batterie sta facendo passi da gigante. Pensate solo alle dimensioni dei cellulari pochissimi anni fa e alle loro prestazioni…si scaricavano dopo nemmeno un paio di chiamate ed eravamo sempre alla ricerca di una presa elettrica. Oggi le cose sono ben diverse…la stessa progressione si ha per le batterie per auto motive. Quindi non si può sapere esattamente quando, ma siamo sicuri che ci saranno grandi passi avanti.

E poi speriamo che inizino a diffondersi le infrastrutture di ricarica adeguate per ricariche più rapide e non in corrente alternata…

L’altro grosso aspetto che fa storcere il naso all'utente delle due ruote old-style è la mancanza del rumore.  Oltre con “l’elogio al silenzio” come rispondete a questa domanda che spesso vi sentite fare ?

Il nostro obiettivo è quello di fornire un mezzo alternativo, che non significa che la gente deve fare una scelta escludendo l’uno o l’altro. Vogliamo dare semplicemente l’opportunità a chiunque ami le due ruote, di poter scegliere di divertirsi sia con un mezzo prestante endotermico, sia con un mezzo elettrico altrettanto prestante, che incarna lo spirito di una superbike sportiva, ma che rispetta anche le persone che ci stanno intorno e l’ambiente. Energica nasce per questo.

L’argomento green ed in particolare l'elettrico riteniamo sia trattato in maniera inadeguata con incompetenza, pressapochismo e a volta mala fede (per interessi ovvi), ma anche speculazione. Quali sono le principali difficoltà che si hanno nel lavorare in tale settore ?

Le difficoltà che si incontrano in questo settore sono riconducibili alle stesse dinamiche che si manifestano negli altri settori. Ogni campo di applicazione mostra i suoi lati positivi e i suoi lati oscuri, siamo partner tecnologici e dobbiamo essere allenati a questo tipo di situazioni. Tutto ciò che è nuovo e diverso spaventa e soprattutto da fastidio a chi ha interessi in ciò che è storico e tradizionale. L’avvento di internet e della sua libertà di comunicazione sta aiutando molto in molti campi, dalla politica..alle tecnologie. Da l’opportunità alle persone di avere molti più punti di vista, di crearsi uno scibile molto più ampio su ogni argomento, e quindi di crearsi un’opinione propria e di farsi meno influenzare dalle opinioni di pochi eletti. Credo che la vera rivoluzione sia questa, che poi sta guidando tutte le altre…ed è un processo ormai iniziato, difficile da rallentare, nonostante i continui tentativi.

Avete avuto difficoltà, che vanno oltre la crisi attuale che stiamo vivendo, nel portare avanti i vostri progetti ? Le famosi lobby e corporazioni esistono realmente o sono una invenzione a da parte di chi non riesce ad affermarsi sul mercato ?

Le lobby intese come gruppi di influenza sono una realtà che fa parte della nostra società da diversi anni e non vedo in loro la causa del ritardo con cui una tecnologia si afferma a discapito di un’altra che ormai potrebbe essere considerata obsoleta. Penso che siano tanti i fattori che vanno ad incidere sull’affermazione di un progetto. Sicuramente come già detto al contrario la crisi ha costretto molti ad uscire dal proprio giardinetto, e a guardarsi in giro…e quindi a farsi meno influenzare dal contesto, dalle tradizioni, dalle opinioni diffuse e generaliste. E questo ha permesso a molte imprese di capire che era il momento giusto per investire in nuove tecnologie, per emergere, per differenziare, perché finalmente avevano meno filtri e più attenzione da parte del pubblico, fino a quel momento concentrato sulle solite 4 cose. Nel nostro piccolo, stiamo ricevendo grande soddisfazione in termini di visibilità da parte dei media, ma anche da parte delle persone comuni che ci contattano per chiederci informazioni. Proprio il mese scorso a Modena abbiamo organizzato il primo Trofeo Energica, al quale hanno partecipato sia giornalisti di fama nazionale del mondo delle due ruote e sia il pubblico accumunati dalla curiosità di vedere da vicino questa nuova tecnologia a emissioni zero.