Civenna - Il luogo delle emozioni

civenna

Alcuni bambini passano ore guardando poster e fotografie di campioni e grandi atleti appesi alle pareti: ecco io sono cresciuto cosi!

Questi grandi atleti non erano i tanto osannati Dei del pallone ma i centauri, gli assi delle due ruote, quei piloti che negli anni avevano saputo emozionare il “mio vecchio” e i frequentatori del Motoclub che lì, nell’ attività di famiglia, aveva la sua sede: Mike “the Bike” Hailwood, Bergamonti, Pasolini, Saarinen tutti grandi accomunati da un triste destino.

 

Per tutti i frequentatori abituali del Motoclub c'era poi un giorno speciale, molto sentito, dove in un luogo “magico avevano la ”possibilità di “rivedere” e rendere omaggio, a tutti i motociclisti andati altrove, fossero essi campioni, conoscenti o semplicemente amici .

Quel luogo"magico" si chiama Civenna e il primo novembre tutti gli anni, i motociclisti scomparsi ricevono un abbraccio, un lampeggio, un saluto a due dita dalla grande tribù delle due ruote che accorre numerosa in occasione della commemorazione a loro dedicata .

Civenna è un piccolo paese in provincia di Como ai piedi del passo del Ghisallo in cui si può ammirare il ramo Lecchese di quel lago di Como di Manzoniana memoria e le splendide alture della Grigna e della Grignetta.

Sulle varie cartine (esistono ancora credetemi) è poco più di un puntino, una goccia in mezzo al mare (scusate al lago) ma per molti motociclisti ha un significato particolare, mistico direi, perché ospita una statua (l’unica in italia) fatta erigere dalla FMI a memoria dei caduti del motociclismo.

La statua posta sul piazzale del belvedere raffigurante una fiaccola accesa simboleggia attraverso la sua fiamma, il fuoco, la passione che anima i motociclisti.

L’appuntamento, la cui prima edizione risale al 1961, era ed è un occasione per salutare, dedicare un pensiero agli “amici” che sono altrove a fare curve, tornanti o affrontare impervie mulattiere perché mi piace pensare che tutti i miei amici motociclisti stiano facendo ciò che più gli piace e gli procura emozione in un altro luogo.

Nel corso degli anni più volte sono salito a Civenna (complice anche la poca distanza dal luogo in cui vivo) passando talvolta dal versante lecchese, altre da quello Comasco, da solo, in coppia, fin da bambino come passeggero, quando stringendo forte le braccia intorno alla vita di mio papà mi sentivo sicuro e protetto perché, anche se il meteo non era dei migliori, bisognava salire, andare perché era un atto sentito, giusto, doveroso .

Credo che con gli anni sia andato perdendosi quel senso di appartenenza, di riuscire a trasmettere alle nuove generazioni di motociclisti e di uomini l’educazione all’emozione, il rispetto verso chi in nome di una passione, un ideale, di un sogno di libertà chiamato motocicletta ha dedicato la vita.

Tuttavia tra il gruppo di motociclisti che affollano il paesino il primo giorno di novembre si possono ancora vedere dei ragazzi sulle selle delle moto dei loro genitori e alcuni di loro, animati dalla curiosità probabilmente un domani vorranno conoscere le storie di quei campioni che hanno voluto inseguire il loro sogno lottando contro schemi e concetti precostituiti oppure, semplicemente godere delle emozioni che solo le due ruote riescono a donare.

 

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