JMB 111

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A qualcuno potrebbe sembrare un codice alfanumerico, ma per molti, sicuramente per tutti gli amanti delle due ruote tassellate è una “sigla” che suscita brividi, emozioni; si parla di Jean Michel Bayle, il pilota che con pochi altri è entrato a pieno titolo nel gota del mondo crossistico. Un pilota, l’unico dell’era moderna, ad aver vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere nel cross e ad aver brillato anche nel mondiale velocità.

 Credo si possa dire, senza paura di smentita, che JMB trova un posto importante nell’olimpo del cross, accanto a De Coster, Robert, Everts ed al nostro immenso talento Tony Cairoli.

JMB nasce nell’aprile del 1969 a Manosque, un paese sulle alpi dell’alta Provenza; inizia piccolissimo a solcare le piste dei vari campionati minicross, alla giovanissima età di 17 anni fa la sua comparsa sulla scena internazionale al cross delle Nazioni, che nel 1986 si svolge a Maggiora, si classifica 3° in una manche della classe 125, tenendo alle spalle niente meno che Eric Geboers; questo sarà solo il primo episodio della sua immensa carriera.

L’anno successivo sarà di “rodaggio” nel mondiale, si classificherà comunque 3° dietro a due grandi dell’epoca come Dave Strijbos e John Van Den Berk, conquisterà il titolo nazionale francese classe 125.

Il 1988 è l’anno della consacrazione, vince il mondiale 125, bissa il titolo nazionale 125 e vince il campionato supercross Francese classe 250; appena conquistato il mondiale stupisce il mondo delle due ruote tassellate, annunciando di voler andare a sfidare i mostri sacri del supercross USA. Nel 1989 JMB corre con licenza americana il campionato mondiale 250, il supercross USA ed il national con la squadra Honda Pro-Circuit del grande Roger De Coster; per quanto grande, JMB non ha il dono dell'ubiquità, dovrà quindi dividersi tra i vari impegni nel vecchio continente e quelli americani.

L’avvio di stagione è entusiasmante,  alla prima prova di campionato supercross è 2° dietro lo specialista Ricky Johnson, vince la prima prova del campionato National a Gainesville trovandosi primo in campionato, dovrà però tornare in Europa per correre il campionato del mondo.

 


Lo stesso campionato lo porta ad Unadilla per la prova americana, qui ritrova Ricky Johnson, che riuscirà a piegare con una gara che solo i grandi possono pensare di realizzare.

Successivamente sbriga la “pratica” mondiale 250 vincendolo.

Torna negli States dove corre le ultime prove del campionato National 500….pensate ai giorni nostri, prendete un pilota del mondiale e pensatelo, in tutti questi campionati nel corso di una stagione, suona incredibile, invece JMB lo fece e non sfigurò in nessuna delle competizioni.

1990, questo è l’anno in cui “decide” di far suo il supercross USA; si trasferisce negli USA e corre sempre con le Honda di De Coster. Parte  in sordina, quasi ignorato dai media a causa della sua nazionalità ed anche perché molto schivo e riservato. A tre gare dalla fine JMB si trova in piena corsa per il titolo alle spalle della Kawaski di Jeff Mathiasevic, ma l'eccessiva foga, unita ad una condotta di gara scorretta, porta il suo compagno di squadra Mike Kiedrowski a travolgerlo. Bayle non riuscirà più a recuperare i punti persi nella gara ed il titolo andrà all'altro suo compagno di squadra Jeff Stanton. Kiedrowski verrà licenziato dalla Honda, lui chiuderà secondo e terzo sarà Damon Bradshaw. L'anno non sarà comunque privo di soddosfazioni, vincerà infatti il supercrosso di Parigi Bercy.

Fino ad ora abbiamo visto la carriera di un ottimo pilota, ma per diventare un mito dovrà aspettare il 1991. Gli Stati Uniti aspettano al varco un piolta che, forse perchè sottovalutato dagli avversari, ha corso una buona stagione nel 1990, ma sappiamo tutti che nessuno viene ricordato per essersi classificato secondo. JMB parte più deciso e determinato e deciso che mai, vince a mani basse il titolo Supercross 250, il National 250 ed il National 500, manca solo il titolo National 125....ma solo perchè ad inizio stagione decide di non correrlo. Ad oggi, nessuno è risucito a fare altrettanto e questa tripletta è destinata a rimanere inviolata per molto tempo ancora.

JMB inizia a sentire stretto l'abito del crossista, così annuncia al mondo di voler sfidare i migliori specialisti della velocità su pista nel mondiale 250. 

Un episodio chiarisce a fondo quale era lo spirito di JMB nell'affrontare ogni nuova sfida. Eddie Lawson (allora pilota ufficiale Cagiva 500 GP) racconta di un incontro con JMB sulla pista di Willows-Spring dove il francese gira con una Honda CBR 600; di seguito il sunto dello scambio di battute tra i due:

Lawson:" ma, cosa ci fai tu qui ?"

JMB : "mi alleno, voglio fare il mondiale velocità classe 250 il prossimo anno".

Lawson, profondamente stupefatto: "i gran premi ? tu non immagini nemmeno il livello dei piloti del mondiale velocità !!!".

JMB : "certo che lo immagino, è per questo che mi sto allenando....".

Questo breve scambio di battutte a qualcuno potrà sembrare una dimostrazione di superficialità, forse anche di onnipotenza. Nella realtà è solo la presa di coscienza di una persona che decide di affrontare una nuova avventura, conscio delle difficoltà ma anche convinto e preparato psicologicamente ad una sfida immensa. 

Forse queste caratteristiche, unite ad un talento fuori dal comune, hanno aiutato JMB ad arrivare tanto in alto.

Nel 1992 inizia la stagione con qualche problema legato alle nuove sospensioni della sua Honda, nonostante questo, alla penultima prova di campionato si trova in testa al campionato supercross ed in lizza per i titoli National 250 e 500; la sfortuna questa volta prende di mira Jean Michel, il quale atterra male da un salto e perde il controllo della moto andando a colpire le protezioni a bordo pista. Questo infortunio lo costringerà a saltare le ultime prove dei campionati, venendo così relegato al 3° posto nella classifica finale supercross e national 250 ed al 2° nel national 500. Durante questa stagione inizia ad "assaggiare" la velocità, partecipando ad una prova del mondiale 250 che si svolge a Magny Cours; il primo approcico non è dei migliori, viene doppiato, ma la sua testa è comunque proiettata al progetto velocità.

Chiude comunque la stagione vincendo nuovamente il supercross di Bercy ed il Guidon D'Or supermotard, battendo niente meno che lo specialista Stephane Chambon.

Successivamente si dedicherà completamente alla "causa" velocità, prima nella classe 250 dove otterrà i primi punti iridati a partire dal 1993.

Resterà nel motomondiale fino al 1999 passando alla classe regina nel 1996, il miglior risultato è un 4° posto al Gp di San Marino classe 500.

JMB rimarrà uno dei più grandi piltoi crossistici di tutti i tempi, la sua grinta, il suo entusiasmo, la sua dedizione hanno emozionato e continuano a farlo quando ci imbattiamo in immagini e filmati a lui dedicati. Il continuare a trovare nuove sfide, nuove battaglie e affrontarle a testa alta sono un esempio. Avrebbe potuto raccogliere successi e allori in quelle categorie in cui era il campione assoluto ed invece è andato alla ricerca di nuovi limiti, di nuovi stimoli, forse di nuove emozioni. Proprio per questo oltre che per uno stile di guida che fa fatto scuola e risultati assoluti per tutti gli appassionati di moto è uno di quei personaggi per cui si ha una vera e profonda ammirazione senza se e senza ma. 

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