Barry Sheene

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L’immagine è  visione istantanea, è comunicazione immediata, è un Flash che colpisce. L’immagine è quella di un  pilota con il numero 7 e  paperino sul casco, e negli appassionati di motociclismo con qualche stagione sulle spalle, si “materializza” un “fantastico” Inglese, in assoluto uno dei più amati di tutti i tempi: Barry Sheene, uno degli ultimi romantici appartenente ad un motociclismo che non esiste più, in cui di giorno ci si confrontava in pista ed alla sera ci si trovava per bere qualche birra assieme.

Nato a Londra l'11/09/1950  Barry è stato per due volte campione del mondo della 500 nel 1976 e 1977 vincendo complessivamente 23 GP. Ma, aldilà dei risultati seppur di valore assoluto, Sheene  resta uno dei centauri più amati perché oltre alla simpatia era un pilota indomito, temerario il cui motto nelle corse era :“stare davanti ed uscirne vivo”.

Questa sua generosità gli procurò numerosi incidenti seri che lo costrinsero,  una volta terminata l’attività sportiva ad abbandonare la piovosa ed umida Inghilterra, a favore della più mite Australia per poter dare sollievo alle sue ossa malandate, tenute assieme  con numerose  viti, quelle stesse che facevano poi suonare i metaldetector degli aeroporti al suo passaggio.

Barry “L’UOMO BIONICO” come venne soprannominato era un gran personaggio: Fumava Gauloises senza filtro, beveva, sempre disponibile con tutti e con il sorriso perenne sulle labbra, arrivava alle corse su una Rolls Royce prima ed in elicottero poi, viveva in un castello ed aveva una moglie bellissima. Era un gran comunicatore, riusciva a far parlare di se, ad attirare sponsor munifici e ottenere ottimi ingaggi in un epoca in cui le corse in moto non avevano la visibilità e la copertura televisiva di oggi. Si esponeva in prima persona anche con la Federazione riguardo alle misure di sicurezza nei circuiti ritenute inadeguate cosi come sulle diarie.

Il suo esordio sulle due ruote si deve al  padre Franck (che sembrava il sosia di Papa Wojtyla) meccanico e preparatore di moto  che costruì per lui una piccola moto con motore Ducati 50cc che sarà poi sostituita  da una Triumph Tiger Club e da una Bultaco da trial per poi passare a 16 anni al collaudo di una Derbi 75 da strada. Il debutto in pista avviene su una Bultaco 125 a Brands Hatch e la settimana successiva al suo esordio arriva per Barry la prima vittoria .

Nel 1969 alla sua prima stagione completa termina il campionato inglese della 125 c.c. al secondo posto. Nel 1970 con l’aiuto finanziario del padre acquista una Suzuky 125 ex-ufficiale con la quale vince il campionato Inglese e con cui debutta nel campionato del mondo, conquistando subito il podio, preceduto solamente da Angel Nieto.

Già nella stagione successiva arriveranno le prime vittorie, quattro in totale suddivise fra 50 (1) e 125 (3) che nella ottavo di litro lo faranno giungere al secondo posto nella classifica di campionato preceduto solo da Nieto.

Il 1972 lo vedrà impegnato in sella alla Yamaha nelle classi 250-350 ma sarà un  annata avara di risultati per Barry alle prese oltre che con problemi di varia natura sulle sue moto anche per un infortunio patito ad Imola che vale la pena di raccontare per capire maggiormente il personaggio: I piloti prima di entrare in pista seguivano la prassi di venire visitati dal dottore del circuito, deputato a fare ciò era il leggendario Dottor Costa al quale Sheene disse che era offensivo che lo visitasse perché lui era "fantastico". Costa ne prese attò, lo mise in guardia sulle difficoltà del circuito e gli domandò solo il gruppo sanguigno, Barry sorrise e lo salutò dicendogli che andava a fare il record del circuito!

Costa  sbalordito telefonò ai medici presenti al Tamburello dicendogli che un pazzo inglese sarebbe caduto di lì a poco ma….. si sbagliò perché non cadde al Tamburello ma alla curva successiva!  Fu soltanto con una flebo nel braccio, pesto e con una clavicola rotta che gli disse: “Dottore non sono poi così fantastico”.

Nel 1973 sarà Vincitore del nuovo campionato promosso dalla FMI per la classe 750cc ma polemizzerà con la federazione per la poca visibilità del campionato. Nel 1974 debutta in sella alla nuova Suzuki RG 500 cc 4 cilindri ufficiale con terminerà il campionato al sesto posto, risultato che bisserà l’anno successivo impreziosito però da due vittorie in Olanda ed in Svezia. Nel Marzo del 1975 ebbe un pauroso incidente a Daytona a 270 KM/H causato dallo scoppio del pneumatico dove si fratturerà il femore in più punti.

Questo lo stupendo documentario realizzato a ricordo di quell'incidente che tenne un' intera nazione in apprensione per il suo campione. Senza dubbio questo incidente diede a Barry un'attenzione mediatica senza pari nella sua Inghilterra

La ripresa fisica di  Barry fu seguita passo passo da una troupe televisiva . Sheene divenne  un idolo per i tifosi inglesi, sviluppò l’acerba  Suzuki Rg (alla quale si bloccava il cambio ed erano dolori) e la portò ad essere una moto vincente. “Ha costruito la RG sulle sue ossa e non è un eufemismo" ci ricorda Mario Lega.  La definitiva consacrazione avverrà nel 1976 quando, sempre in sella alla Suzuki, sarà campione del mondo salendo per cinque volte sul gradino più alto del podio.

Fu durante la prima gara di quella stagione (Francia-Le Mans) che conobbe un pilota Italiano su una  Suzuki privata che diverrà poi suo grande amico: Marco Lucchinelli.

Al termine delle prove l’inglese, autore della pole, chiese all’ italiano secondo qualificato in griglia come  C…O avesse fatto a fare quel tempo… detto questo dopo aver acceso una sigaretta se ne andò... Lo ritrovò più tardi, al termine della gara che vinse, con Lucky terzo dopo essere partito ultimo e gli domandò:” ancora qui sei?” La loro amicizia iniziò in quel momento.

Nel 1977 sempre in sella alla fida Suzuki sarà nuovamente campione del mondo con sei vittorie. Nel 1978 dal pianeta USA arrivò Kenny Roberts su Yamaha gommata Gooyear e Barry dovette consegnarli lo scettro per 10 punti. Quell’ anno la sera della vigilia del Gran Premio d’Olanda viene trovata una macchina ribaltata in un canale con all’ interno Sheene, Roberts e Lucchinelli decisamente ubriachi. Trovarsi e divertirsi assieme era la normalità, a differenza di oggi in cui l’amicizia fra Top Riders è considerata utopia.

Nel 1979 sarà più ampio il distacco in termini di punti quando sarà terzo nella classifica di campionato preceduto oltre che da Roberts anche dal nostro Ferrari. Nel 1980 si consumò il clamoroso passaggio dalla Suzuki alla Yamaha ma il campionato fu disastroso. Meglio andò l’anno dopo in cui concluse il campionato al quarto posto, conquistando anche  quella che sarebbe poi risultata la sua ultima vittoria in un Gran Premio. Un episodio del 1981 che merita di essere ricordato è quello che lo vede protagonista nel gran premio di Imola. Accortosi che Lucchinelli montava gomme inadeguate alle condizioni della pista gli suggerì di cambiarle. Lucchinelli entrò nei box per la sostituzione, Sheene con la griglia già schierata e i piloti pronti per lo start, ritardò in ogni modo la partenza permettendo cosi al centauro Italiano di completare l’operazione prima del via.

Lucky vinse, Sheene fu secondo e il primo ad abbracciarlo. Fu anche per merito della generosità di quel gesto che “Lucky” riuscì poi a vincere il “suo” campionato del mondo.  Quanta differenza con i GP di oggi dove si arriva a fare reclamo contro un pilota perché i meccanici hanno provveduto alla pulizia della sua casella di partenza o perché ritarda di qualche secondo la sostituzione delle gomme.

Nel 1982 Barry tornò competitivo ed era in lizza per la vittoria nel campionato del mondo quando durante le prove del GP d’Inghilterra si scontrò con una moto caduta poco prima e rimasta in pista….botto tremendo ed entrambe le gambe fratturate in più punti . La gravità delle fratture era tale che i medici volevano amputargliele, cosa che poi fortunatamente non avvenne anche se dissero che non avrebbe più potuto correre in moto.

Il magnifico 7 si dimostrò, ancora una volta più forte del male, ritornò in sella per altre due stagioni  conquistando un ultimo podio nel  GP del Sud Africa del 1984. Al termine di quella stagione cercò di convincere i Castiglioni ad affidargli la Cagiva GP ma la possibilità sfumò, decise così di ritirarsi e divenne telecronista sportivo cosa che gli diede la possibilità di restare nel mondo dei motori.

Il 10 marzo 2003 un tumore all’ esofago diagnosticatogli qualche mese prima si portò via  per sempre questo grande campione, ma l’immagine di Paperino sul casco e del numero 7  sulla moto porta là a quel baronetto di sua maestà che arrivava alle corse in elicottero, viveva in un castello, porta la ad un motociclismo che non esiste più .

 Thanks for everything Barry.

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