Baldassarre Monti

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Il nome sicuramente ai più non dirà nulla ma Baldassarre Monti o “Baldaschwantz” come veniva chiamato per il suo stile spettacolare e temerario, era uno di quei piloti tutto cuore e istinto, uno di quelli che ti faceva emozionare quando correva, un protagonista nei primi anni del mondiale Superbike.

 In questi giorni  ricorre l'anniversario della sua morte, una giornata di novembre del 2008 in cui Sarre compì il suo ultimo viaggio non su una superbike con cui aveva combattuto molte battaglie ma, in sella ad uno scooter in un incidente stradale.

Nato nel 1961 a Castelmaggiore dopo aver vinto nel 1988 il campionato italiano B.O.T. (28 vittorie su 37 gare) debuttò l’anno successivo nel  mondiale superbike  con Ducati ottenendo un podio e concludendo la stagione all’ ottavo posto nella classifica di campionato vincendo inoltre il campionato italiano SBK.

Nel 1990 cambiò moto passando all’ Honda del team Rumi e riuscì a conquistare due pole position e tre podi bissando il risultato dell’ anno precedente  in classifica pur non partecipando alle ultime tre gare .

Nel 1991 un brutto incidente a Zeltweg  mandò in archivio la stagione.

Corse nel mondiale SBK fino al 1993 ma prima una Honda ormai sorpassata dalla concorrenza e successivamente una Ducati privata, non gli permisero di esprimersi sui livelli degli anni precedenti.

Nel 1994 accettò  l’offerta del Team Rubatto per correre sullla Pista incantata  il Tourist Trophy in sella ad una Ducati. I primi due giorni di prove usò una Monster 900 per acquisire esperienza ed imparare il tracciato facendo segnare tempi interessanti e meritevoli di attenzione. Fu al primo giro del turno serale, in cui provò la 888 SBK portata a 955 di cilindrata  che ebbe un pauroso incidente a Sarah’s Cottage e rimase in coma per quasi tre mesi. Il clamore di tale incidente con le accuse rivolte alla pericolosità del TT fu direttamente proporzionale alla velocità con cui, dopo solo poche settimane tutta la stampa che prima aveva preso a cuore le vicende di Sarre, si dimenticò dell suo stato fisico e dei suoi miglioramenti.

La forte tempra unita alla volontà gli permisero il recupero dall’ incidente e respinse la chiamata da parte della nera signora, che tuttavia venne a riscuotere il suo conto il 20 novembre 2008 quando lo scooter di cui era alla guida si scontrò contro un auto. 

Sarre è uno di quei nomi che evoca subito un immagine, che crea una associazione immediata. Sarre vuol dire una moto viola, una stupenda Honda del Team Rumi, vuol dire grandi battaglie come quella sotto l’acqua a Monza contro il Piro in gara 2  una battaglia che a pensarci oggi  fa rivivere forti emozioni.  Un pilota che si fece amare dal pubblico per il suo stile, il suo coraggio e la follia  allo stato puro e che ha raccolto meno di quanto le sue capacità  gli avrebbero permesso .

Ciao Sarre

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