In occasione del 30° raduno Aermacchi abbiamo avuto l’opportunità di visitare gli stabilimenti MV Agusta. Un’apertura concessa dalla proprietà non solo per onorare una tradizione storica, ma anche per mostrare da vicino il cuore produttivo della casa varesina.
Camminare all’interno di questi capannoni, veri monumenti dell’industria italiana, significa respirare la storia di un marchio unico. Tra macchinari, vincoli strutturali e linee produttive, mentre i responsabili ci raccontavano i recenti cambiamenti societari e strategici, il pensiero correva inevitabilmente ai travagli degli ultimi decenni. Un luogo dove il ruggito dei motori ha sempre rappresentato passione, ingegno e sfida, ma che porta con sé il peso delle difficoltà e la speranza di una rinascita.

Ripartenze continue
Se c’è un termine che sintetizza la parabola recente di MV Agusta, è “ripartenza”. Dal rilancio degli anni ’90, il marchio ha vissuto un’alternanza costante di cambi di proprietà, iniezioni di capitale e ristrutturazioni.
Le ragioni sono strutturali:
- volumi limitati da un posizionamento di nicchia,
- costi fissi elevati (R&D, normative, produzione italiana),
- debolezza della rete dealer e logistica ricambi,
- ricorrente necessità di capitale per sostenere piani industriali o coprire debiti.
La strategia premium garantisce margini unitari alti, ma con volumi ridotti che non permettono di ammortizzare investimenti su normative, motori e tecnologie avanzate. Produzione in Italia significa artigianalità e immagine da “boutique”, ma anche costi salariali e di fornitura più alti rispetto ai concorrenti asiatici.
In passato, nei momenti di espansione rapida — come tra il 2011 e il 2014 — la crescita delle vendite si è accompagnata a un incremento del debito e a inefficienze gestionali. Supply chain e supporto dealer non hanno retto i nuovi volumi, generando crisi di liquidità. Non solo mancanza di mercato, dunque, ma anche problemi di esecuzione interna.
Il DNA agonistico e la spinta tecnologica sono parte integrante del valore del marchio, ma assorbono risorse considerevoli. Gare e progetti R&D di frontiera, quando i ricavi sono volatili, finiscono spesso finanziati con debito o capitale esterno, alimentando la necessità di continui interventi finanziari.

Dopo KTM: nuove sfide operative
Come noto, KTM ha ceduto le proprie quote di MV Agusta. Una decisione che ha imposto alla casa di Schiranna di rivedere rapidamente strategie e piani. L’uscita del partner austriaco non è indolore: significa riprendersi in carico distribuzione, ricambi e rapporti con i dealer, settori già storicamente critici.
Le cronache hanno sottolineato le difficoltà passate su lead time e disponibilità ricambi. Ora, con la logistica di nuovo in capo a MV, diventa essenziale riorganizzare spedizioni, service e magazzini. A questo si aggiunge, in ottica di razionalizzazione costi e sinergie, la sfida di riportare in azienda know-how, attrezzature e soprattutto personale che erano stati dislocati al CRC, Centro Ricerce Castiglioni di San Marino .
Non basta ricostruire un organigramma: occorre ricompattare un’identità aziendale. Per un marchio che vive di equilibrio tra artigianalità e innovazione, si tratta di un passaggio delicato e strategico.

Dentro la fabbrica
Visitando la linea produttiva, si osservano i passaggi che trasformano componenti in opere d’arte a due ruote: assemblaggio, test motore, controlli qualità, rifiniture grafiche. La capacità tecnica dello stabilimento sfiora le 100 moto al giorno, ma la filosofia di esclusività ha sempre mantenuto la produzione intorno ai 30 pezzi quotidiani.
Oggi la domanda è cruciale: come gestire al meglio questa capacità? E soprattutto, su quali modelli puntare? La nicchia premium resta l’unica strada percorribile, ma richiede coerenza e rigore strategico.
Tra i modelli visti in produzione spicca la serie speciale per l’80° anniversario: un omaggio alle radici con logo storico, in edizione limitata, prima del ritorno al marchio tradizionale. Un segnale di continuità tra passato e presente.

Le promesse del futuro
Il futuro immediato passa da alcune sfide chiave:
- Ristrutturazione industriale: riportare know-how e personale, riorganizzare impianti e logistica.
- Adeguamento normativo: passaggio alle nuove normative e investimenti su motori di nuova generazione.
- Rete commerciale: rafforzare distribuzione, magazzini ricambi e formazione dei dealer.
Ma ci sono anche segnali incoraggianti. In via ufficiosa è trapelato che a Eicma verrà presentato un modello totalmente nuovo, non un semplice aggiornamento: un messaggio forte al mercato, la volontà di esserci ancora, nonostante tutto.
Tra mito e impresa fragile
La storia recente di MV Agusta è un intreccio di due forze opposte: un brand iconico, simbolo di eccellenza italiana, e vincoli finanziari/operativi tipici dell’industria motociclistica. I ripetuti cambi di proprietà e ricapitalizzazioni non sono la causa, ma il sintomo di una struttura di costi che fatica a conciliarsi con i volumi di nicchia.
La soluzione potrà passare per tre assi:
- Difesa coerente della nicchia premium.
- Efficienza operativa in distribuzione e ricambi.
- Partner e capitali stabili, disposti a tollerare orizzonti di ritorno più lunghi.

Il capitale umano
Oltre alle moto e alle strategie, a Schiranna si respira un elemento decisivo: il capitale umano.
Perchè al di là di numeri, strategie e mercati, ciò che rende MV Agusta davvero unica è la sua italianità. Non si tratta solo del design, della cura artigianale o del fascino delle linee: è un approccio alla moto, all’ingegno e alla produzione che nasce da una tradizione di passione e capacità tecnica radicata nel nostro Paese. È questo elemento distintivo, inimitabile, a permettere al marchio di affrontare i vincoli dei volumi ridotti, dei costi elevati e della competizione globale. La forza dell’essere italiani — nelle mani esperte degli operai, nella creatività degli ingegneri, nella cura dei dettagli, nel design — è ciò che consente a MV Agusta di sopravvivere e di continuare a emozionare. In un mondo in cui i numeri spesso parlano più della qualità, l’italianità resta la leva unica e concreta che può trasformare la resilienza in vita, e la passione in futuro.
Guardando le moto che escono dalla linea, con il loro fascino intatto, diventa chiaro che MV Agusta non è solo un’azienda.
È un simbolo di resilienza, una promessa di passione capace di sopravvivere a ogni crisi, pronta, ancora una volta, a ripartire!
