Giancarlo Falappa - La leggenda

falappa

Ci sono alcuni personaggi che sono stati eletti a miti e leggende del nostro sport. Solo pochi possono vedere il loro nome associato a questi appellativi ed oggi vogliamo raccontare le epiche imprese di un pilota che ormai è leggenda: Giancarlo Falappa. Sciagurate scelte da parte delle emittenti televisive ci impediscono di aver intatto il patrimonio di immagini che ne testimoniano le gesta a sancire che "è tutto vero....ha fatto questo", ed allora dobbiamo ricorrere ad emittenti straniere e ai numeri, ai risultati e soprattutto al cronometro che ne sancisce l'autenticità. Alla leggenda fatta di immagini, ci sono poi i racconti di chi quelle imprese, quegli episodi li ha vissuti e ne è stato spettatore.

Giancarlo Falappa nasce a Jesi il 30 giugno del 1964. Con le moto inizia, come spesso accadeva ai tempi, senza l'approvazione della famiglia e nel cross. Con le 125 già vince nella gara del debutto avvenuto nel 1979, ottiene belle vittorie e bei piazzamenti nei cadetti nel 1980 tanto che nell'81 diventa pilota ufficiale del Team MotoVilla conquistando il Campionato italiano Cadetti- Junior. Nel periodo '82-'84 partecipa al mondiale 250 e risulta essere in 6 gare il miglior pilota italiano. In una di queste gare Giancarlo scrive il primo dei suoi tanti aneddoti che ancor oggi ci fanno emozionare (perchè anche un sorriso è emozione). Durante la "Coppa Intermarche"a Lovolo alla prima curva si vede un gran polverone, c'è una caduta collettiva e tra i piloti coinvolti ci sono anche Giancarlo e il suo compagno di squadra, nella confusione e concitazione del momento Giancarlo si rimette in sella ma non sulla sua moto, su quella del compagno! Ormai il gruppo è lontano ma Giancarlo sebbene si accorge che c'è qualcosa di diverso nella moto, l'altezza del manubrio ed i comandi, non se ne cura ed inizia una rimonta che lo vede guadagnare posizioni su posizioni: ventesimo al secondo giro, quindicesimo al terzo, e poi via fino a concludere la gara sesto con la moto di un altro con un numero diverso a quello sulla pettorina con lo stupore di tutti i presenti ma, la fatica di tale rimonta avrà come premio la squalifica!

Tuttavia sebbene abbia ottenuto bei risultati la mancanza di finanze lo porta ad abbandonare il cross. Sembra avviato ad un'altra vita in cui le moto sono solo una bella passione, non una professione, fin quando nel '87 un amico lo invita a girare a Misano, su una pista stradale, luogo in cui non aveva mai messo piede. Dopo circa un ora e qualche decina di giri fatti il cronometro segna un risultato che impressiona i suoi amici che da anni girano in pista : 8 decimi sopra il tempo del Campione italiano.
Tornato a casa va da un concessionario gli lascia 1 milione in contanti a firma 10 milioni di cambiali per avere una Suzuki GSX-R 1100 e con questa moto si iscrive al campionato italiano sport production. Prima gara a Vallelunga: vince. Nell'88 vince le 4 selettive del campionato e la Bimota propone a Giancarlo di partecipare alle 3 finali con la sua moto offrendogli una moto ufficiale nel Mondiale SBK '89 ed un contratto da meccanico nel caso avesse vinto il campionato. Vince le prime due finali ma nella gara decisiva Giancarlo che è in testa al campionato cade nel giro di ricognizione e rompe la pedana del cambio, riesce ugualmente a partire e a segnare il record sul giro, il tutto senza pedana! A metà gara la foga lo fa cadere ma anche il suo diretto avversario che a quel punto è virtualmente campione, per l'emozione di vedere il rivale a terra vola via dopo poco,  regalando il titolo e la promozione nel mondiale a Falappa.
Vince così meritatamente il campionato e così nella stagione 1989  inizia la sua avventura nel Mondiale Superbike. Parte come seconda guida nel team che ha Biliotti come pilota di punta facendo anche l'autista del camion. Prima tappa Donington, non conosce la pista mentre il suo compagno di squadra ci ha già corso. "Vienimi dietro che ti faccio vedere la pista" gli dice all'uscita box Biliotti. Al termine delle prove, il risultato passerà alla storia: Biliotti 24esimo, Falappa pole position.  Conquisterà anche la vittoria in gara2. Sta percorrendo quel tracciato che solo i grandi campioni riescono a ottenere, prestazioni assolute che ridimensionano tutti i compagni di squadra e portano la scuderia a cambiare i piloti, Biliotti dopo poche gare abbandonerà il team e la Bimota chiamerà a sostituirlo un centauro con grande esperienza e con un bel manico.  Un pilota con cui Giancarlo ingaggerà una battaglia che entrerà nella leggenda vincendo il GP di  Francia SBK in un modo che ancor oggi ha dell'incredibile....ma non è romanzo è realtà.
 
Perchè questo campione ha compiuto gesta che fanno impallidire la mitica staccata di Schwantz ad Hockenheim e i sorpassi degli attuali piloti fanno solo sorridere se paragonati a quello che è riuscito a fare Giancarlo.
Dopo aver già vinto in Canada è in terra francese che il leone di Jesi compirà un' impresa che ancora oggi fa emozionare le persone presenti quel giorno, che hanno assistito a ciò che ha fatto. Il coprotagonista è appunto il suo nuovo compagno di squadra, arrivato direttamente dagli Stati Uniti  Mike Baldwin che però non conosce ancora chi è Falappa. Falappa è un pilota che vuole vincere e non si tira mai indietro, sfidando la fisica, senza nessun tipo di riverenza, che non si tira mai indietro nel corpo a corpo, lui guida sopra tutto e tutti. In gara sul rettilineo a quasi 300 all'ora (lui dice 270 ) mentre sono in lotta per la vittoria, si tocca con Mike più volte fin quando si porta al comando e va a vincere, con Mike che abdica davanti a tale tenacia. Nulla di strano se non fosse che non compie il giro di onore ma entra ai box e dice ai suoi meccanici di cambiargli il semimanubrio che a rischio c'era la gara, ha paura di essere squalificato. I meccanici all'inizio non capiscono poi guardano il manubrio e vedono che è rotto, gli manca completamente la parte sinistra: aveva fatto l'ultimo giro con la mano sulla piastra della forcella e senza frizione, il manubrio si era infatti rotto dopo l'ennesima pesantissima carenata che aveva tirato, e che aveva fatto desistere dal continuare il duello a Mike.
Non siamo riusciti a ritrovare il video di quell'impresa e postiamo quello invece dell'altra vittoria stagionale,  in Canada.
Sono queste le imprese che compie Giancarlo, entrerà nelle leggenda anche il modo con cui si è conquistato l'ingaggio nel team ufficiale Ducati per l'anno successivo. Il team manager era il campione Marco Lucchinelli e già aveva notato Giancarlo nella vittoria di Donigton prospettandogli la possibilità di una moto per l'anno successivo, ma forse l'episodio che convinse definitivamente Lucky  fu quando in autostrada vicino a Bologna, mentre viaggiava a 170 km/h si vede aprire l'abitacolo della sua auto da un pazzo in moto che lo saluta, rimette mano sull'accelleratore e se ne và impennando in piedi sulle pedane, lasciandolo di stucco.
Sarà così pilota ufficiale Ducati per la stagione 1990 e con la  rossa 851 otterrà la prima vittoria a Donington.
E' in piena corsa per il titolo quando a Zeltweg nelle prove ufficiali del sabato esce pochi minuti prima della fine del turno, è secondo in griglia ma non gli basta, vuole la pole ed inizia a tirare quando all'ingresso del curvone trova un doppiato al centro della traiettoria, è a 270 km e per evitarlo cade schiantandosi contro il guard-rail. Nel pauroso botto si procura 27 fratture ma è la rottura dell'arteria femorale con successiva emoraggia che fa temere per la sua vita. Saranno 12 giorni di coma e paura ma tornerà con un solo desiderio: Vincere. Nel '91 con palesi problemi fisici, primo su tutti il braccio sinistro che non riesce ad  alzare e la gamba sinistra che non riusciva ad essere flessa a seguito delle 13 fratture al femore, alle viti ed ai chiodi, decide contro il parere di tutti di tornare a gareggiare, per essere ancora davanti a tutti. 
La Ducati guidata allora dai Castiglioni gli darà la moto ufficiale in squadra con Raimonde Roche.
Sarà una stagione che lo vedrà cogliere ottimi piazzamenti in cui scriverà un altro episodio che fa assumere a questo pilota i contorni di personaggio mitologico, considerando i limiti fisici con cui gareggiava. Alla gara del Mugello, sotto il bagnato è primo con oltre un minuto di vantaggio su Dog Polen quando deve ritirarsi a seguito rottura della pompa della benzina
Terminerà il mondiale SBK in nona posizione andando una volta a podio ad Hockenheim.
Nel '92 è sempre nel team ufficiale Ducati ma con alcune novità: sarà in accoppiata con il campione del mondo Doug Polen, la moto è la nuova 888 ed il team manager è Franco Uncini e ci sono le gomme nuove, le Dunlop.
La situazione fisica è migliore rispetto l'anno precedente così Giancarlo regala altre pagine indimenticabili al nostro sport, se ad una curva c'era Giancarlo dietro qualsiasi pilota doveva temere, in un modo o nell'altro lui avrebbe cercato il sorpasso. Bastano pochi episodi consumati in quella stagione, ad Assen la battaglia con King Carl Fogarty con gli ultimi 5 giri è da cardiopalma e con un arrivo strepitoso:  prima del traguardo moto in impennata e lui in piedi sulle pedane con Foggy a mezzo metro in scia: nessuno non solo ha mai realizzato questo, ma nessuno potrebbe anche solo pensare di fare una cosa del genere. E' anche in questo gesto che si consuma il mito Falappa
Un atteggiamento a volte sopra le righe che lo porta spesso a contatti anche piuttosto pesanti con gli altri piloti ma che lo fa amare dal pubblico. Questo il tipico esempio dei contatti di Giancarlo 
Quell'anno vincerà entrambe le manche nella maledetta pista di Zeltweg raggiungendo 7 vittorie di manches e concludendo il mondiale in quarta posizione.
Questo il video della vittoria nel gran premio di Austria
Ormai ha preso dimensione con la sua nuova condizione fisica e il '93 dovrebbe essere l'anno della definitiva consacrazione, non tanto tra il pubblico per cui è un beniamino, ma per le fredde statistiche e gli annuari. E sempre pilota Ducati ufficiale, la moto è sempre la 888 il compagno di squadra questa volta è  Carl Fogarty  ed il Team Manager è Roche.
Ogni anno Giancarlo regala ai tifosi e agli esperti di settore un gesto o una impresa che hanno contorni quasi epici, anacronistici col motociclismo attuale. Ormai è noto che Giancarlo butta il cuore oltre l'ostacolo e vuole regalare ai suoi tifosi grandi emozioni, vuole renderli felici. L'emozione che regalerà alla gara di debutto della stagione '93 sembra un racconto incredibile, quel classico racconto in cui chi lo sente conclude dicendo "non può essere vero"...ma ci sono i testimoni, ed i numeri e questa è l'ennesima impresa della leggenda Falappa.
Apertura del mondiale, una pista nuova per tutti ad eccezione dei soli piloti inglesi: Brands Hatch, Siamo in terra d'Oltremanica, e non stupisce nessuno il fatto che sia una gara "bagnata". Tutti resteranno stupiti invece dell'impresa di Falappa. Giancarlo vinse la gara del mondiale SBK, quella gara dando oltre un MINUTO di distacco al secondo (l'ultimo giro sotto l'acqua lo aveva percorso impennando e salutando il pubblico) e arrivando a doppiare il settimo.
Quell'anno vincerà in Germania ad Hockheneim, a Misano (entrambe le manches), e ancora in Austria a Zeltweg e Monza, concludendo il campionato con 8 vittorie complessive, e finendo il mondiale al quinto posto. Saranno i difficili rapporti interni al team belga, e come dirà lui carattere un po’ irruento e la voglia di strafare,che a volte lo portarono a rischiare piu’ del dovuto che gli impedirono di ottenere un piazzamento migliore.
Nel frattempo viene contattato dalla Honda per gareggiare con il team Castrol, ma lui si sente un Ducatista ed è riconoscente a Castiglioni che gli ha concesso la possibilità di tornare a gareggiare dopo il terribile incidente quando ben pochi gli avrebbero dato fiducia. Per il '94 è sempre pilota Ducati  con il team gestito da Virginio Ferrari con il compito di sviluppare la stupenda 916.
Inizia il mondiale con due quinti (imputabili a problemi tecnici) in Inghilterra, un quarto (con ancora un problema al cambio) in Germania poi un bellissimo primo/secondo nella gara di Misano che lo porta al secondo posto del campionato del mondo.
Il calendario fa tappa in Spagna, Albacete, Giancarlo e il suo team si recano al circuito una settimana prima della gara in programma per fare dei test sulla moto. E' durante la prova del nuovo forcellone e del nuovo cambio elettronico, realizzato per assecondare le sue problematiche fisiche posturali che gli impediscono di piegare il ginocchio sinistro, non consentendogli di cambiare marcia mentre è in piega, che il destino torna a scrivere una pagina, la più brutta, sulla carriera di questo unico, grande, immenso pilota.
Non è la foga, l'impeto o quello che potrebbe essere definito un eccesso a porre fine per sempre alla carriera di Giancarlo. Come già successo nel '90 lui è solo vittima di un disegno più grande in cui le sue azioni non ne sono state la conseguenza ma un cedimento meccanico del cambio che fece sbalzare Giancarlo all'indietro sopra alla moto facendolo poi cadere prepotentemente sull'asfalto di testa procurandogli una commozione che lo portò a 38 giorni di coma. E in questi giorni si consumerà un altro episodio della leggenda Falappa, che lo legherà per sempre ad un altro uomo importante per lo sport delle due ruote, Giovanni Di Pillo, allora commentatore della SBK. Nei giorni di coma i dottori chiedono cosa sta più a cuore a Giancarlo e la risposta è una: vincere in SBK. Di Pillo allora gli registrerà una cassetta con la sua voce che ripercorre l' ultima gara SBK corsa a Misano in cui Falappa vinse su Scott Rossel che stava arrivandogli in scia. "Svegliati Giancarlo, svegliati Giancarlo, Russel sta arrivando" il tutto ripetuto all' infinito. Fu questo che fece riaprire gli occhi al Leone di Jesi. Ancora oggi sentirlo raccontare da Giancarlo fa venire i brividi.
Vorrà in tutti i modi tornare a gareggiare, in sella a una moto tanto che nel '97 farà anche un test, ma il parere dei medici è negativo e anche lui si convince che un disegno più grande lui non lo vuole più in sella a una moto da gran premio. Eventi non dovuti alla sua volontà hanno interrotto per sempre la carriera del pilota che forse più di tutti ha fatto vivere emozioni rare a tutti coloro che hanno potuto ammirarlo in pista.
Per tutti non resta che vederne qualche spezzone di gara su internet, leggerne le gesta e essere consapevoli che il mito di Giancarlo Falappa non è romanzo, prosa o invenzione: è realtà. Giancarlo Falappa ha corso 106 gare in Superbike, ne ha vinte 16 , collezionando in tutto 30 podi, 8 pole position, 11 giri veloci, nessun Italiano è stato più vincente in un lasso di tempo così breve.
Le sue gesta, le sue imprese sono nel cuore di tutti e dobbiamo essere fieri che uno dei più grandi miti del motociclismo contemporaneo è Italiano. Un campione che ha raccolto meno di quello che avrebbe meritato, un campione che incarna il coraggio di un motociclismo legato al passato, un campione per tutti coloro che lo hanno visto correre. In Inghilterra, Stati Uniti e in tutti quei paesi in cui ha compiuto gesta uniche è ancora ricordato e venerato come una leggenda. Perchè Giancarlo Falappa -  il Leone di Jesi - è leggenda.
 

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